Meditando la Parola
Meditando Marco 1,22
"ERANO STUPITI DEL SUO INSEGNAMENTO:
INFATTI, EGLI INSEGNAVA LORO COME UNO
CHE HA AUTORITA', E NON COME GLI SCRIBI"
(Marco 1,22)

Significativo è lo stupore che i presenti nella Sinagoga di Cafarnao, hanno avvertito quel giorno mentre Gesù parlava loro. Sarebbe stato bene, che oltre a un certo "stupore", avessero fatto una ricerca per capire come mai una persona come tutte le altre, parlasse con tale autorità e con una competenza delle Scritture così vasta e con una interpretazione così esatta. Questo è un compito che ogni cristiano dovrebbe fare, e per fare questo, non è sempre necessario leggere libri con studi particolari, ma leggere con attenzione e con perseveranza i quattro Vangeli; ogni giorno un capitolo e finita la lettura dei quattro Vangeli, ricominciare da capo. Il riferimento ai Vangeli è importante, perché la Parola di Dio ha in sé qualcosa di misterioso, ha una sua fecondità particolare, che genera nell'anima un flusso di Grazia, che altri scritti non sono in grado di suscitare. Un tale compito è possibile, anche alle persone più semplici, l'importante è che questa lettura venga fatta con perseveranza e senza fretta.
- "Insegnava loro come uno che ha autorità"
Il fatto che Gesù insegnasse loro con autorità, era un primo segno del suo essere una persona particolare e non un semplice maestro; solo che quando si guarda e si ascolta una persona con un certo sospetto e non con la semplicità che ci dovrebbe essere, ben presto si cade nel vedere i difetti e non i pregi. Gesù ha poi confermato quello che veramente era e cioè il Verbo incarnato, con un vero esorcismo. "Nella sinagoga vi era presente un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: che vuoi da noi Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il Santo di Dio" (v. 23). A queste parole è facile pensare quale scompiglio sia avvenuto in quella sinagoga. Quell'uomo frequentava regolarmente le riunioni del sabato, come mai solo ora, alla presenza di Gesù, si è manifestato come posseduto da un demonio? Questo è stato un altro segno che Gesù non era soltanto un uomo, ma come ha detto quel posseduto: "tu sei il Santo di Dio!". I presenti avrebbero dovuto esultare di gioia, avendo in mezzo a loro una persona così Santa. Purtroppo, ancora una volta, anziché gioire per questa presenza così straordinaria, ha prevalso in loro il dubbio e un giudizio negativo. Gesù allora ha messo in atto un ulteriore segno della sua potenza Divina e "Ordinò severamente (all'indemoniato) "Taci! Esci da lui, e lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui" (v.25). A quel punto, non solo furono scossi da un tale evento, ma "Si chiedevano a vicenda: Chi è questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda perfino agli spiriti impuri e gli obbediscono" (v.27). Di fronte a un esorcismo così evidente e tempestivo, lo stupore iniziale si è trasformato in un grande disagio e tanta paura.
- Il nostro atto di fede
Gesù è Dio e Dio è immutabile; quello che era, lo è oggi e lo sarà per sempre. Prendiamo coscienza di questa realtà. Oggi, Gesù è presente e cammina davanti al suo gregge.
A poco serve prendere atto della potenza di Gesù, se poi non ci mettiamo davanti a Lui esprimendo tuta la nostra fiducia in quello che ha fatto per noi e che continua a fare per la nostra salvezza. Pertanto, con tutta la nostra mente e con il cuore aperto, oggi, davanti alla sua Presenza in quell'Ostia Consacrata, pronunciamo queste quattro parole: Credo,che tu sei il Cristo, il Verbo incarnato, il prezioso dono del Padre. Ti Adoro, Gesù, tu sei Dio e vero uomo. Ti Amo, tu sei un Tesoro. Ti Ringrazio, perchè tu sei il Salvatore. Non servono tante altre parole, Gesù conosce l'intimo del nostro essere e del nostro agire e comprende bene se siamo coerenti in quello che diciamo e in quello che facciamo. Giova molto poi allontanare ogni nube, che tenta di oscurare la sua presenza. Siamo povere creature, molto limitate e fragili, ma dobbiamo avere la certezza che se con umiltà ci mettiamo nelle sue mani, se con coraggio affrontiamo il combattimento della vita non da soli, ma immersi nella sua Persona, allora eviteremo il triste comportamento che hanno avuto quegli uomini, in quel giorno nella Sinagoga.
Che Maria ci aiuti ad essere persone che esprimono la loro fede con piena obbedienza a Gesù.
Meditando Marco 1,17-18
“GESU’ DISSE LORO: VENITE DIETRO A ME, VI FARO’ DIVENTARE
PESCATORI DI UOMINI. E SUBITO LASCIARONO LE LORO RETI E
LO SEGUIRONO” (Marco 1,17-18)

La scelta degli Apostoli è stato uno dei segni della sapienza Divina di Gesù. Sapeva bene Lui cosa fare e quali potevano essere le persone giuste che avrebbero collaborato alla sua missione qui sulla terra. Inutile farsi domande sulle capacità o meno delle persone che ha scelto. Quello che dobbiamo prendere atto, è che quei dodici uomini sono stati veramente da Lui scelti e plasmati, proprio come il vasaio plasma la creta. L’opera definitiva è stata compiuta dallo Spirito Santo, con un’azione forte in quel giorno delle Pentecoste; un’azione che continua, in mille modi e in tante maniere oggi, su ogni persona “aperta” al suo dono.
“Tutto è grazia“
Sant Agostino ha detto bene che quel poco che siamo e che possiamo fare, è solo dono di Dio. Quello che Gesù chiede a ciascuno di noi, è di essere persone che, senza false paure e senza ritardi, rispondano generosamente alla sua chiamata. Così è stato per gli Apostoli, che “subito lasciarono le reti e lo seguirono” (v.18), La tempestività con la quale hanno risposto, fa pensare a una Grazia particolare che Gesù ha concesso a loro in quel momento, e cioè di rendersi conto che la persona che li chiamava non era un uomo qualsiasi, ma una Persona Divina. Possiamo dire che i loro occhi e la loro mente in quel momento sono stati resi capaci di vedere e di comprendere qualcosa di invisibile in Gesù.
- “Venite dietro a me“
La prima cosa che Gesù ha chiesto ai suoi collaboratori, è stata la piena disponibilità a seguirlo. Camminando con Lui; ascoltando la sua Parola; seguendo il suo modo di agire; attenti alle scelte che avrebbe fatto, avrebbero così imparato a compiere bene in futuro la loro missione di Apostoli. E’ con la vita infatti che si insegna a vivere! Questo ha fatto Gesù e questo è quanto dovremmo fare noi, se con sincerità intendiamo collaborare alla missione apostolica oggi nella Chiesa. I libri sulle varie materie da conoscere e da studiare sono tanti, ogni argomento è ben descritto, anche i mezzi moderni che oggi abbiamo a disposizione sono fatti bene e molto utili, ma la voce e la vita vissuta di un vero maestro ha sempre una sua particolare efficacia. Seguire Gesù, stare alla sua presenza, è quindi anche per noi un comportamento che dobbiamo assumere, se vogliamo diventare veri cristiani e degni successori degli apostoli. Oggi la presenza di Gesù non è più visibile come è stata in Palestina, ma è una vera presenza, confermata dalla sua stessa parola quando disse: “io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt.28,20). Nella Santa Eucaristia abbiamo poi una speciale ed efficace presenza,
Nell’Adorazione di Gesù solennemente esposto, riceviamo gradualmente un prezioso e tanto indispensabile aiuto per la nostra formazione spirituale e umana.
- “Vi farò diventare pescatori di uomini“
Molte sono le buone azioni che nella vita possiamo compiere, ma certamente dedicare tempo e spazio per aiutare persone che vivono momenti difficili, è una grande opera di carità. Infatti, in questi momenti ci sono persone che non riescono a trovare quel giusto equilibrio, necessario per vivere positivamente la propria giornata. Un compito importante, se vogliamo aiutare chi a noi si rivolge, è invocare per loro e per noi lo Spirito Santo, perchè illumini le nostre menti sulle scelte da fare, e per avere la forza necessaria per mettere in pratica quello che ci viene richiesto. Ci dobbiamo convincere poi che la vita è una salita per tutti, pertanto il sacrificio è una componente che non si può evitare. L’esempio di Gesù e dei Santi è molto evidente in merito. Sempre dobbiamo avere coscienza che Dio è nostro Padre, che Gesù è il nostro Pastore e che lo Spirito Santo è sempre attivo, pertanto è importante mettere nelle mani di Dio ogni nostra azione. Noi siamo poveri strumenti nelle mani di Dio; sia Lui a costruire la casa! Prendiamo anche coscienza che i tempi e i modi di agire di Dio, non sono i nostri, quindi dobbiamo avere sempre fiducia in Dio. Maria, la nostra mamma celeste, è per tutti un grande esempio e come Lei impariamo a dire:“Avvenga di me secondo la tua Parola” (Lc.1,18). La nostra mamma del cielo, ci ottenga il coraggio necessario per affrontare le inevitabili difficoltà della vita.
Meditando Giovanni 1,36
“GIOVANNI, STAVA ANCORA LA’ CON DUE
DEI SUOI DISCEPOLI E, FISSANDO LO
SGUARDO SU GESU’ CHE PASSAVA , DISSE: ECCO L’AGNELLO DI DIO”

Giovanni Battista, illuminato dallo Spirito Santo, un giorno ha dato il grande annuncio a due dei suoi discepoli: “Ecco l’Agnello di Dio” (v.36).
Nel corso dei secoli i Profeti più volte hanno parlato del futuro Messia, come “Agnello di Dio”.Nelle grandi e solenni celebrazioni che venivano fatte nel Tempio, l’agnello era sacrificato e offerto a significare Colui che, con il suo sacrificio, libera e purifica ogni creatura umana.
Nel libro dell’Apocalisse espressamente si parla “dell’Agnello sgozzato” (Ap.13,8) e “In piedi sul monte Sion” (Ap.14,1);questa è una delle immagini più significative date a Gesù, visto: mite e umile come un Agnello, che viene sgozzato, e poi in piedi a indicare la sua morte e risurrezione. Poche parole per descrivere la preziosa missione salvifica di Gesù, che con l’offerta della sua vita ha liberato l’umanità dal peccato. Una “liberazione” che continua nel tempo, per ogni uomo che si converte e con vera contrizione confessa i suoi peccati.
- “Agnello sgozzato“
Come cristiani, dovremmo prendere coscienza in termini concreti del Sacrificio che Gesù ha accettato e sofferto per liberarci dalle conseguenze del peccato originale. San Giovanni Paolo II° ogni giorno pregava e meditava la Via Crucis. I Santi, nei modi più diversi, tutti hanno vissuto e meditato ciò che Gesù ha sofferto nel corso della sua missione e per ogni volta che è stato contestato da Scribi e Farisei, fino al punto di farlo giudicare degno di morte.
Pensiamo quanto dolorosa sia stata la tortura subita da Gesù, dal momento in cui è stato catturato nel Getsemani, fino al momento della morte in croce. Non è possibile rimanere indifferenti di fronte a una sofferenza così grande. Gesù, così ha pagato e continua a pagare i nostri debiti. Diciamo con sincerità il nostro grazie a Gesù e facciamo tutto il possibile per non lamentarci, perché, se così fosse, vorrebbe dire che non ci basta quello che ha sofferto per noi. Pertanto, certe lamentele, devono essere totalmente eliminate dal nostro linguaggio.
- “Agnello in piedi“
Quando gli avversari di Gesù erano convinti di avere eliminato per sempre la presenza di Gesù da questo mondo, ogni loro aspettativa si è capovolta. Appena avvenuta la morte di Gesù, si è spezzato il velo del Tempio. Alle prime ore del mattino, alcune donne hanno trovano la tomba vuota e l’apparizione di due Angeli che dissero: “Perchè cercate tra i morti Colui che è vivo? non è qui, è risorto” (Lc.24,5-6) subito corsero a portare ai Discepoli questo evento. Gesù Risorto, si è poi presentato agli Apostoli con apparizioni e non solo agli Apostoli e per un tempo di almeno quaranta giorni. Il suo grande trionfo come Risorto, fu poi il momento in cui fu assunto in cielo. Ora, noi siamo in attesa del giorno in cui ritornerà, non più nella povertà di Betlemme, ma come Lui stesso ha annunciato: “Vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria” (Mt. 24,30). Come viviamo personalmente questa preziosissima realtà di Gesù? Crediamo alle parole che Gesù ha profetizzato? A noi, oggi, è data la possibilità di un contatto e di una comunione straordinaria con Lui nella Santa Eucaristia; come viviamo il dono così grande e straordinario della sua Presenza fra noi?
- Perseveranza
Non perdiamo tempo in continue ricerche mentali, per cercare ulteriori conferme su verità così preziose e storicamente confermate anche dalla vita e dal martirio di tanti Santi.
Il nostro compito come Cristiani, è di perseverare nel cammino che stiamo facendo ogni giorno sulla terra; un cammino da compiere con umiltà e sempre obbedienti alla Parola di Dio; mettendo in pratica il programma di vita che Dio ha dato al suo servo Abramo: “Cammina alla mia presenza e sii integro” (Gen.17,1); un programma semplice, un programma rivelato da Dio stesso, un programma molto concreto e quindi efficace e fecondo.
Seguiamo l’esempio di Maria, a Lei chiediamo un aiuto per vivere fedeli al nostro dovere e coscienti che sempre siamo sotto gli occhi di Dio.
Meditando Matteo 2,1
” NATO GESU’ A BETLEMME DI GIUDEA,
AL TEMPO DI ERODE” (Matteo 2,1)

La nascita di Gesù, è un evento storico, datato, che nessuno potrà mai cancellare: A Betlemme di Giudea, al tempo di Erode, è nato dal grembo di Maria il piccolo Gesù: ” il Verbo Incarnato”.
In quella notte è apparsa una Luce che per sempre rischiarerà il cammino dell’umanità. Sappiamo che Il peccato purtroppo, ha oscurato il mondo, ma Gesù ha offerto la sua vita per riportare la luce, una Luce che nessuno mai potràoscurare.
Oggi, quando una persona cade in peccato mortale, entra nell’oscurità; non è la Luce che viene meno, ma è la persona che si allontana dalla Luce e come conseguenza perde l’orientamento, sbaglia strada e complica enormemente la vita per sé e per le persone che sono vicine.
Un dono per il quale dobbiamo la massima riconoscenza nei confronti di Gesù, è che fintanto che saremo sulla terra, sarà possibile, con il Sacramento della penitenza, ritornare alla Luce.
- Una Luce che genera vita
Noi sappiamo che senza la luce del sole, non potremmo vivere e neppure la natura senza la luce del sole porta i suoi frutti. La luce del sole è quindi una realtà indispensabile per la vita.
L’Epifania, è la festa di Colui, che non solo illumina il mondo con la sua Parola, ma che genera la vita. Privati dalla presenza di Gesù, tutto inaridisce; mentre vivendo la piena comunione con Lui, la vita spirituale fiorisce e matura fino al giorno in cui avrà la pienezza del suo essere in Dio. Questo è il progetto che Dio Padre ha voluto per noi, suoi figli, e che ha pienamente realizzato nel tempo, con il dono della Incarnazione di Gesù. La Celebrazione della festa della Epifania, mette in evidenza questo dono.Come cristiani quindi, è nostro dovere fare tutto il possibile per evitare ciò che impedisce di essere illuminati e fecondati da questa Luce Divina.
- Un cammino verso la Luce
La nostra vita, è un lungo cammino, per costruire insieme qualcosa che dura per sempre.
Noi abbiamo un cammino da fare verso una meta ben precisa: la persona di Gesù. Tutti siamo chiamati, in modi e maniere diverse, a compiere questo camminino. “Alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adoralo” (v.2). Dio sa bene come raggiungere il cuore degli uomini e illuminarli sul cammino che devono fare. Il problema, è nelle singole persone poiché, a causa del peccato, si crea in loro una incapacità di sentire e di vedere.
Non spetta a noi giudicare gli altri, quello che invece personalmente dobbiamo fare, è evitare con tempestività e in modo radicale, persone o cose che soffocano la voce della coscienza.
Una terapia efficace per arrivare ad essere sensibili alla voce di Dio, è il silenzio! E’ vero che siamo assaliti da tanti problemi e difficoltà da superare, ma è pur vero che se vogliamo fare bene un certo lavoro, non possiamo lasciarci distrarre da cose secondarie. Anche solo il fatto di guidare la macchina, oggi con un traffico così intenso, se non stiamo veramente attenti, rischiamo di fare del male a noi e agli altri. Qualche volta dobbiamo avere la forza e il coraggio di lasciare ciò che in qualche modo ci fa perdere l’attenzione alla persona di Gesù.
- “Una Luce che ci attende“
I Magi hanno visto un segno nel cielo e hanno affrontato un cammino impegnativo, fino ad arrivare a raggiungere lo scopo del loro viaggio. Oggi, tocca a noi mettersi nella condizione di raggiungere quello che per tutti è necessario e indispensabile e cioè, la presenza di Gesù. Maria e Giuseppe non si aspettavano certamente di essere visitati da questi personaggi; noi, invece, abbiamo la grazia di essere attesi da Colui che vogliamo incontrare. Un canto religioso così dice; “Incontrarti Gesù e parlare con Te, questo è il dono più grande che c’è”.
Gesù, con bontà e una pazienza infinita, ogni giorno desidera vederci, desidera parlarci, desidera portarci a conoscenza di tante cose belle e importati che riguardano la vita spirituale e la vita che ci attende: il Paradiso. La sua è un’attesa vera; non perdiamo altro tempo in cose secondarie, ma affrontiamo con gioia e con fede la strada che abbiamo davanti per arrivare a quella sorgente di Luce di Amore. Chiediamo a Maria, che ci aiuti a superare le difficoltà che possiamo trovare in questo cammino e per le mani di Maria offriamo al bambino Gesù il nostro cuore, il nostro amore e il proposito di essere sempre obbedienti alla sua Parola.
Meditando Efesini 1,17
“IL PADRE DELLA GLORIA, VI DIA UNO SPIRITO
DI SAPIENZA E DI RIVELAZIONE PER UNA PIU’
PROFONDA CONOSCENZA DI LUI” (Efesini 1,17)

Non si può amare ciò che non si conosce. La persona di Gesù è di una preziosità talmente grande che non è possibile per noi creature, arrivare a conoscerlo in tutto quello che Lui è come vero Dio e vero uomo.
Gesù non chiede a noi l’impossibile, ma quello che possiamo fare per avere di Lui una conoscenza sufficiente, lo dobbiamo fare. Per arrivare a un grado minimo di conoscenza, il primo passo da compiere è essere liberi dal peccato mortale.
Il peccato annulla ogni percezione del soprannaturale. Purtroppo a nostro svantaggio esiste il fatto che viviamo in una società dove il paganesimo e l’ateismo, rendono l’ambiente saturo di false luci e molto ostile al Cristianesimo; pertanto senza volerlo, noi respiriamo un’aria fortemente inquinata da modi di pensare e di vivere che facilmente disorientano la persona umana.
- Il coraggio della verità
Oggi per essere veramente Cristiani, dobbiamo evitare di cadere in un modo di pregare, fatto di formule che non hanno niente a che fare con la vera Fede. Gesù, negli anni che ha predicato e compiuto grandi miracoli in Palestina, quasi sempre ha trovato Scribi, Farisei e dottori della Legge che, pur essendo frequentatori del Tempio e delle Sinagoghe, lo hanno sempre contrariato e hanno fatto di tutto per metterlo in difficoltà, alla fine sono riusciti a condannarlo alla morte in croce. Gesù ha indubbiamente sofferto molto per tutta le torture subite anche prima di essere inchiodato sulla croce, ma grande è stata anche la sofferenza, ogni volta che hanno respinto e oltraggiata la verità che stava annunciando. In misura diversa, anche oggi, se una persona intende veramente seguire Gesù, non trova molti consensi e facilmente viene derisa, oppure considerata una persona che vive una forma di misticismo. Il vero credente, viene considerato come uno che non ha i piedi per terra, che non ha il senso concreto della vita, ma non è così!
- La nostra fede
Gesù non tollera mezzi termini. Questo è uno dei comportamenti indispensabili per arrivare a quel minimo di conoscenza che dobbiamo avere di Lui. O tutto, o niente. Ogni forma di religiosità che non consideri fondamentale l’impegno di vivere ogni giorno la presenza di Gesù e di essere obbedienti solo e soltanto alla sua Parola, non conoscerà mai la strada giusta che porta a migliorare la conoscenza di Gesù. Se un cristiano vuole essere tale, se veramente intende seguire Gesù, deve mettere in pratica quello che Lui ha detto: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Lc 9,23). Un tale cammino non vuol dire rifiutare la bellezza e la realtà della vita, ma è un serio impegno per eliminare tutta quella zavorra che appesantisce il cammino spirituale e rende difficile l’attenzione alle cose del cielo.
L’uomo di fede non vola a bassa quota; non si ferma a quello che il mondo pagano offre, ma vola in alto, molto in altro e con lo sguardo verso colui che viene chiamato: l’Altissimo.
C’è chi si oppone dicendo che dobbiamo essere molto concreti, evitando quindi certe astrazioni.
Non dimentichiamo che il Creatore ci ha fatti in un certo modo: “a sua immagine e somiglianza” per cui se pensiamo di vivere in modo consono alla mentalità del mondo pagano, è come incrinare la propria vita e alla fine renderla inutile, vuota, senza senso. S.Agostino diceva: “Siamo fatti per te,Signore, ed è inquieto il nostro cuore, finché non riposa in Te”.
Con la forza della fede, sostenuti dall’azione dello Spirito Santo, dobbiamo avere il coraggio di spezzare quelle catene che ci tengono legati alle cose della terra, per vivere rivolti e attenti alla Persona di Gesù che, come buon pastore, fatto uscire le pecore dall’ovile, “Cammina davanti al suo gregge” (Gv.10,4). La vita che i Santi hanno vissuto come noi qui sulla terra, è una conferma continua che la sorgente della vita, a cui dobbiamo attingere ogni giorno, è Gesù Cristo, Verbo incarnato, Salvatore dell’umanità. Non perdiamo tempo in cose che non hanno importanza, ma viviamo il più possibile Adorando Gesù presente in quell’Ostia consacrata.
Con l’aiuto di Maria, la nostra cara mamma del cielo, impostiamo il nostro cammino in modo tale che sempre più e sempre meglio si arrivi a una conoscenza vera di Gesù e di quanto ha fatto e continua a fare per noi. Non dimentichiamo che siamo cittadini del cielo, anche se ancora siamo sulla terra e come tali dobbiamo avere il coraggio di manifestare sempre la nostra fede in Gesù.
Meditando Giovanni 1,11
“VENNE FRA I SUOI, E I SUOI NON LO
HANNO ACCOLTO” (Gv.1,11)

Ogni anno celebriamo il mirabile e misterioso evento della nascita di Gesù. Purtroppo i nostri limiti umani non ci permettono di contemplare con gli Angeli, la meraviglia, la bellezza di quel bambino e la gioia e lo stupore di Maria e di Giuseppe. Ugualmente così come siamo, uniamoci oggi a tutti gli Angeli del cielo per esprimere la gioia, la Lode e un particolare ringraziamento per il prezioso dono della Incarnazione del Verbo. Questo è undonoche il Padre ha voluto per la salvezza dell’umanità. Solo in Paradiso avremo la possibilità di comprendere, il miracolo di Gesù, che pur essendo Dio da sempre, in un momento ben preciso della storia, ha unito alla sua natura Divina la natura umana. Questa è una verità che noi accogliamo con gioia nella fede. Noi siamo per ora, come i bambini che si trovano in mano oggetti preziosi, ma che non li sanno apprezzare e valutare per quello che effettivamente sono. Venga presto il giorno in cui saremo in grado di prendere coscienza della Incarnazione di Gesù. Comunque quello che oggi possiamo fare è immergersi in questo mistero d’Amore, e con umiltà unirsi al cuore di Maria e di Giuseppe per Adorare, Ringraziare, e Amare tutto quello che è riassunto e contenuto nella realtà di Gesù vero Dio e vero uomo.
- “I suoi non l’anno accolto“
Viviamo in un mondo che è quello che è, ma dispiace però che la realtà storica di Gesù, Verbo Incarnato, rimanga per molti uomini ancora sconosciuta e per altri non accolta. Non dobbiamo giudicare gli altri, ma cerchiamo noi stessi di essere persone che testimoniano la preziosa Grazia del Santo Natale. Oggi cosa possiamo fare per migliorare la testimonianza, che come Cristiani dovremmo dare sulla presenza di Gesù e per quello che ha fatto e continua per noi?
> Un primo passo da compiere, è vivere le nostre giornate in Grazia di Dio e chiedere tempestivamente la Confessione nel caso di qualche mancanza grave.
> Proporre e guidare la Novena del Santo Natale, anche con letture che possono aiutare la nostra fede nel Bambino Gesù. Molto bello se questo potesse avvenire nelle stesse famiglie.
> Nella giorno di Natale oltre alla santa Messa della notte, saper trovare durante la giornata del tempo per Adorare Gesù, presente in quell’Ostia Consacrata e solennemente esposto nelle tre Cappelle di Adorazione perpetua che abbiamo in Prato.
> Annunciare, con più coraggio, la realtà dell’evento storico della Verbo Incarnato, anche se qualche volta possiamo essere derisi o comunque rifiutati.
> Far sentire la festa del Santo Natale, con semplici e decorose decorazioni ma non manchi qualche opera di carità concreta e significativa. Alcune famiglie hanno avuto la buona idea di invitare al pranzo del Natale un povero o una famiglia povera.
> Non pensiamo al risultato di quello che possiamo fare, oppure non fare, ma essere certi che Gesù stesso saprà ricompensare generosamente ogni azione che avremo fatto per onorarlo e per avere aiutato, proprio nel giorno di Natale, persone o famiglie in difficoltà.
- La testimonianza dei pastori
Per Maria, che era prossima al parto, non è stato possibile trovare nel paese di Betlemme un alloggio minimamente adeguato al caso. Gli Angeli, dopo aver annunciato a dei pastori il grande evento della nascita di Gesù, gli dissero anche: “Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” (Lc.2,12). Fa riflettere molto questa situazione di cosi grande povertà. I pastori, che socialmente erano degli emarginati, hanno accolto senza esitazioni il particolare annuncio e per primi, ebbero la grazia di vedere nella realtà di un bambino Gesù,Verbo incarnato. Certamente molti abitanti di Betlemme avrebbero potuto contemplare per primi la nascita del Salvatore, ma il velo della paura e dell’egoismo li ha esclusi da una grazia così grande. Purtroppo anche oggi, per la paura di esporsi troppo, o di perdere qualcosa dei propri beni, molte persone perdono la grazia di incontrare Gesù e da Lui ricevere quei tesori che solo la persona di Gesù può concedere. Incontrare Gesù è incontrare la vita. Lontani da Gesù, la vita spegne. Che Maria ci aiuti vivere il Santo Natale, come giorno di particolare intimità e di concreta esperienza dell’Amore di Gesù bambino, vero Dio e vero uomo.
Meditando Luca 1,38
“ALLORA MARIA DISSE: ECCO LA SERVA DEL SIGNORE:
AVVENGA PER ME SECONDO LA TUA PAROLA” (Luca 1,38)

Grande e sempre molto efficace è la testimonianza di Maria, che con una esemplare generosità e una buona dose di coraggio, quel giorno fatale, ha risposto all’annuncio dell’Angelo con parole che manifestano la sua vera Santità: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. Maria si è dichiarata una persona decisa a vivere la sua vita come servizioe quindi con la massima obbedienza a collaborare per un progetto che è valso per la salvezza del mondo intero e cioè: l’Incarnazione del Verbo. Certamente la Grazia di Dio ha operato in modo determinante in Maria, ma dobbiamo dare atto che questa giovane donna ha saputo superare quelle false paure e umane incertezze, che troppe volte rallentano il compiersi di ciò che Dio intende fare per la salvezza dell’umanità e per le singole persone.
- “Avvenga per me secondo la tua Parola“
Maria ha mostrato la sua fede, riconoscendo pienamente il valore, l’autorità, l’autorevolezza e l’efficacia della Parola di Dio. Maria si è resa disponibile alla Parola che le è stata annunciata; una Parola che umanamente non era comprensibile dal punto di vista umano; infatti lei stessa disse: “Come è possibile? Non conosco uomo” (Lc.1,34).Maria non si è fermata a quello che la sua mente umana era in grado di comprendere, Essa ha accolto e fatto suo il mistero contenuto in quella Parola. Questa è la vera fede! Noi come viviamo la nostra fede? Quante volte abbiamo recitato il Credo; quante preghiere abbiamo detto; alcune persone sono arrivate a fare anche promesse “solenni” di fedeltà al Signore, e poi alla fine, di fronte alla Parola che chiede qualcosa che va oltre la nostra mente, vinti dalla paura, si è dato spazio al dubbio.
Oggi Gesù, ancora dice, attraverso i suoi Ministri: “Prendete, mangiate, questo è il mio Corpo che è dato per voi” (Lc.22,19); questo è ciò che avviene ogni volta che si celebra la Santa Messa. Quale valore diamo a queste Parole? Crediamo veramente in questo Miracolo che avviene ogni giorno sugli altari? Non dobbiamo nasconderci e scusarci troppo in fretta, ma bisogna avere il coraggio di riconoscere che non sempre siamo stati dei veri credenti.
- “Se avreste fede quanto un granellino di senapa…” (Mt.17,20)
Severi, forti e sempre determinanti sono gli insegnamenti di Gesù. Un giorno, i discepoli chiesero a Gesù: “Perchè non abbiamo potuto scacciare quel demonio? Egli rispose: per la vostra poca fede. In verità io vi dico: Se avrete fede quanto un granellino di senape, direte a questo monte: spostati da quì a là, ed esso, si sposterà” (Mt.17,19-20). Stando così le cose, penso che tutti dobbiamo inchinarci di fronte al Signore e confessare la nostra poca fede. Non dobbiamo però rinunciare a fare quello che umanamente è possibile perchè la nostra fede possa crescere; l’esempio lo troviamo in Maria. Essa ha saputo accettare, senza false paure, un compito molto superiore alle sue possibilità umane. Alla domanda che giustamente ha rivolto all’Angelo, ebbe da lui questa risposta: “Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo, Colui che nascerà, sarà dunque Santo e chiamato Figlio di Dio” (Lc.1,35). Maria ha aperto il cuore, con piena fiducia a ciò che Dio voleva operare attraverso di Lei. Ha accolto con esemplare semplicità l’azione dello Spirito Santo, e con la piena coscienza che ciò che stava per operare in Lei era opera solo dell’Altissimo, che con la sua potenza ha realizzato in Lei quello che ora tutti noi ben conosciamo: “il Verbo si è fatto carne” (Gv.1,14).Maria stessa, quando poi si è incontrata con Elisabetta, confessò con grande gioia: “Grandi cose ha fatto in me, l’Onnipotente” (Lc.1,49).
Ecco quindi il segreto che Maria suggerisce anche a noi: avere un cuore libero da ogni peccato e metterlo totalmente, senza paura, senza riserve e senza ritardi, disponibile a tutto quello che Dio intende fare di noi e per noi. Certamente questo non si può improvvisare, ma esige un cammino quotidiano di piena obbedienza alla Volontà di Dio e di attenzione alla presenza di Gesù che sempre, con tanta delicatezza, ci esorta a vivere rivolti a Lui e alle cose del Cielo.E’ un cammino da compiere, non certo facile, ma possibile con l’aiuto di Maria.
Meditando Giovanni 1,26
“IN MEZZO A VOI STA UNO CHE VOI
NON CONOSCETE” (Giovanni 1,26)

Un dono grande per tutti, è stata la predicazione di Giovanni Battista. Con grande fervore ha sempre esortato i suoi ascoltatori, perché si preparassero spiritualmente bene ad accogliere il Messia, che già stava iniziando a operare in mezzo a loro.
Con tutta la forza della sua fede annunciava: “In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, Colui che viene dopo di me: a Lui io non sono degno di slegare il laccio dei sandali” (v.26). Giovanni era una persona che Gesù stesso ha riconosciuto di grande valore; infatti, un giorno, disse di lui: “fra i nati di donna, non c’è nessuno più grande di Giovanni Battista” (Lc.7,28). Giovanni Battista non si riteneva degno, nei confronti di Gesù, neppure di compiere un gesto che era proprio degli schiavi; allora noi, che siamo dei poveri peccatori, come possiamo avvicinarci a Gesù, che per la sua bontà ci offre addirittura di riceverlo nell’Eucaristia?
- “Uno che voi non conoscete”
Illuminati dalle parole di questo grande Santo, oggi abbiamo anche noi il dovere di fare un serio esame di coscienza su quello che dovremmo sapere sulla persona di Gesù. Ecco un aiuto che abbiamo dalle Sacre Scritture per conoscere meglio il volto di Gesù.
Gesù è il Verbo Incarnato; è il Cristo, il Figlio del Dio vivente; è il Salvatore del mondo; è il Messia; è il Sommo e eterno Sacerdote; è la via, la verità e la vita; è il buon Pastore; è la luce del mondo; è il pane vivo disceso dal cielo; è la vite e noi i tralci; è il capo del Corpo Mistico; è il medico delle anime e dei corpi; è l’Alfa e l’Omega; è l’Agnello immolato; è Colui che è risuscitato dai morti; è Colui che è, che era e che viene; è il Re dell’universo; è Colui che siede alla destra del Padre; è Colui che verrà a giudicare i vivi e i morti. Gesù è davvero un tesoro nascosto.
Questo è quello che possiamo dire di Gesù, ma tutta la preziosità della sua persona, è ancora molto da scoprire. Ecco perché giustamente Giovanni Battista dice a noi anche oggi, di fare tutto il possibile per arrivare a una visione sempre più profonda della persona di Gesù.
- La grazia e la gioia di poter entrare in intimità con il Signore
E’ molto importante, per un serio cammino spirituale, non fermarci alla recita delle nostre comuni preghiere, ma dare spazio alla meditazione su alcune verità fondamentali. Non dobbiamo pensare, che il richiamo alla meditazione, possa essere un ulteriore impegno di vita spirituale, non è così, ma è un impegno che ci fa scoprire quanto sia prezioso il dono di poter comunicare con Gesù e di arrivare a sperimentare e assimilare il contenuto di alcuni passi della Sacra Scrittura. Non è facile per nessuno stare in silenzio e meditare su certi testi, ma perché diventi possibile, è necessario invocare molto lo Spirito Santo, in modo che ci aiuti in questo compito cosi necessario e delicato. Se perseverante sarà il nostro cammino di meditazione, sempre di più e sempre meglio, sperimenteremo ciò che è ancora nascosto in quel Tesoro segreto di cui si parla nel Vangelo. Per questo Giovanni Battista esortava a ricevere il Battesimo, come aiuto indispensabile per conoscere Gesù. Passo da compiere era prima di tutto essere liberati dalle conseguenze del peccato, per poi raggiungere quella pace e quella gioia che Gesù desiderava offrire a tutti gli uomini di buona volontà.
- Un cammino possibile
A volte pensiamo che un serio impegno di meditazione sulle realtà della vira spirituale, sia possibile a persone che già vivono un livello di vita spirituale molto alto, ma non è così; ogni persona è preziosa agli occhi di Dio e quindi è chiamata a raggiungere anche le vette più alte della Santità. Questo vuol dire che a tutti il Signore concede il talenti necessari e le grazie per compiere questo cammino. Non lasciamoci ingannare da una falsa umiltà, che il demonio insinua per sottrarci dalla gioia di vivere una sempre più profonda intimità con Dio.
Se con coraggio sapremo affrontare il sacrificio che un certo cammino spirituale comporta, ben presto raggiungeremo una visione più profonda della persona di Gesù e di tutto l’Amore che ha per noi. Un Amore che arricchisce tanto la vita di ogni uomo mortale.
Sull’esempio di Maria, la nostra mamma celeste, viviamo sempre rivolti e attenti al suo Gesù.
Meditando Marco 1,3
“VOCE DI UNO CHE GRIDA NEL DESERTO:
PREPARATE LA VIA DEL SIGNORE,
RADDRIZZATE I SUOI SENTIERI” (Marco 1,3)

Nella Genesi si legge.“E Dio disse: Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza” (Gen.1, 26). Questo vuol dire che come persone noi abbiamo delle facoltà particolari, che ci permettono di vivere non solo ciò che comportano le realtà della terra, ma anche di raggiungere le realtà del cielo.
La nostra percezione di ciò che riguarda il soprannaturale, ora è limitata, ma ugualmente, già molte cose siamo in grado di vedere e di comprendere. Quando alziamo lo sguardo verso il cielo, l’immensità di questa volta celeste, ci parla del Creatore. Se poi abbiamo l’umiltà di sostare in Adorazione, con perseveranza, davanti a Gesù, presente in quell’Ostia consacrata, allora alcune realtà del cielo diventano particolarmente luminose.
- “Preparate la via del Signore“
Giovanni Battista, per grazia, ma anche per virtù, dopo la dura esperienza nel deserto, ha dato inizio alla sua missione con una forte esortazione: “Voce di uno che grida nel deserto” per svegliare coloro che, soffocati dalle preoccupazioni umane e per la loro povertà spirituale erano incapaci di cercare e pensare alle cose di lassù. Quello che ci rende incapaci di essere rivolti alle cose del Cielo, è prima di tutto il peccato. Chi vive e regna nel peccato, praticamente si trova in una situazione di completa cecità riguardo a tutto quello che Dio opera per la nostra salvezza. Ben diversa è la condizione dei Santi, che con la loro vita vissuta a livelli spirituali molto alti, sono per noi oggi dei veri testimoni di ciò che contiene quel “Tesoro nascosto” di cui si parla nel Vangelo, vedi: Mt.13,44. Il forte richiamo di Giovanni Battista è quindi per l’uomo di ieri e di oggi; egli tutti esortava dicendo: “Preparate la via del Signore”. Gesù stava per arrivare e con la sua presenza di vero uomo e vero Dio, iniziava la grande opera della salvezza per l’umanità intera.
- “Raddrizzate i suoi sentieri“
Persa, o ridotta a lumicino a causa del peccatola capacità di guardare in alto, l’uomo cerca la salvezza e la realizzazione della sua vita per strade contorte, che conducono poi a falsi obiettivi. Ecco perchè Giovanni, alzando la voce, raccomandava di raddrizzare certi sentieri. Nella vita bisogna avere il coraggio, ma sopratutto l’umiltà, di riconoscere che per la poca attenzione o per false indicazioni, ci troviamo a volte su strade sbagliate. Siamo persone fragili e limitate per cui può succedere di trovarsi disorientati e su vie non giuste. La bontà e la misericordia del Signore, concede però a tutti la possibilità della conversione, di mettersi sulla strada giusta. Quali sono le indicazioni che ci portano alla strada che conduce alla vita eterna? Ecco alcune segnalazioni:
- Se siamo sulla strada giusta, abbiamo sempre davanti a noi una persona che ci fa da guida; è Gesù che ci dice: “Io sono con voi tutti i giorni” (Mt.28,20)e per tutta la durata del viaggio.
- La strada giusta, non è quella in discesa, ma in salita e in una salita abbastanza ripida.
- Sulla strada giusta, troviamo come segnalazioni preziose, i Comandamenti e le Beatitudini.
- Essendo una strada in forte salita, sono richiesti momenti di sosta, per riprendere la forza necessaria per continuare; la sosta giusta ed efficace, è il tempo che dobbiamo dare alla Adorazione di Gesù, realmente presente nella Santa Eucaristia.
- Se nel percorso succede qualche “incidente” (cadute in peccato), è sempre possibile rimediare con il Sacramento della Penitenza (una confessione che comporti un sincero pentimento).
- E’ importante nella “guida”, evitare le sempre possibili “distrazioni”. Oggi, purtroppo, sono molte le cose che attirano l’attenzione, provocando poi pericolosi incidenti.
- Mantenere sempre durante il percorso un saggio “equilibrio”; non avere mai fretta di arrivare.
- Coscienti dei nostri limiti, specialmente nella “notte” (cioè quando sembra che tutto si faccia buio attorno a noi) cercare di essere particolarmente prudenti.
- E’ possibile che qualche persona sia più brava di noi e cerchi il “sorpasso”; è bene evitare ogni forma di gelosia e dare tutta la possibilità di “sorpassare”.
- Fare attenzione di avere con sè la “patente” e che non sia scaduta (essere in Grazia di Dio).
Chiediamo a Maria, di rimanere sempre accanto noi in questo viaggio dalla terra al cielo.
Meditando Cristo Re
GESU’ CRISTO, RE DELL’ UNIVERSO

Più volte si parla dell’universo, anchenelle preghiere del Messale, si proclama: Santo, Santo il Signore Dio dell’universo. Ma quale conoscenza abbiamo dell’universo? Non si tratta di realtà astratte, ma di galassie e sistemi stellari che nessuno ancora è in grado di conoscere quanti sono e le dimensioni che hanno.Il sole, che viene considerato una stella “nana” ha un diametro di un milione e 393 mila chilometri e la sua temperatura alla superficie, arriva a 6000 gradi. Se questa è considerata una stella “nana”, quali dimensioni avranno tutte le altre?
- Gesù Cristo, Re dell’universo
Gli stessi scienziati affermano che ciò che conosciamo dell’ universo è solo una piccola parte. Gesù viene chiamato Re dell’universo, di un universo misterioso. Egli è Re anche di tutto ciò che ancora umanamente non conosciamo, soprattutto dal punto di vista spirituale. Basta una tale considerazione per farci capire quanto sia importante e preziosa la persona di Gesù. Essere Re, vuol dire conoscere tutta la realtà del regno e avere in mano le redini di tutto ciò che lo compone. Essere Re dell’universo significa ancheavere la capacità e la forza di proteggere il regno dalle minacce che lo assediano. Nessuno poi è in grado di sapere quali prospettive e programmi avrà in mente Gesù, perché il suo regno possa avere continuità e fecondità nei tempi futuri. Quello che la storia ha registrato è che molti cambiamenti sono già avvenuti. Dovremmo esultare di gioia, sapendo che una persona così importante e preziosa come Gesù, noi la possiamo non solo avvicinare, ma addirittura ricevere nella Santa Eucaristia.
Questa è una dimostrazione di quanto sia grande e possiamo veramente dire “eroico”, l’Amore che Gesù ha per tutti coloro che fanno parte del suo regno. Non dovremmo mai lamentarci, ma solo e sempre ringraziare Gesù per questa sua presenza così generosa e attiva per tutti. Dobbiamo saper dire grazie anche perché ancora poco sappiamo di quello che Lui ha fatto e continua a fare per la nostra salvezza e per sostenerci nella nostra vita quotidiana. Il nostro impegno oggi, è fare il possibile per migliorare la conoscenza di Gesù, meditando bene su tutto quello che è successo nei tre anni della sua missione qui sulla terra. Se manchiamo a questo impegno, rimaniamo vittime di una pigrizia che porta inevitabilmente all’aridità spirituale.
- Gesù regna nei nostri cuori?
Gesù, con delicata insistenza, chiede di poter abitare nei nostri cuori, di regnare in noi.
Se rispondiamo positivamente alla richiesta di Gesù, se veramente disponiamo che il nostro cuore si apra, Lui stesso trasformerà il nostro cuore in un “tabernacolo”. Perché questoavvenga, dovremo mettere con fiducia la nostra vita pienamente nelle mani di Gesù, così che la possa plasmare come Lui vuole. Non è però così semplice il cammino che dobbiamo fare per arrivare ad essere dei “tabernacoli viventi”. Determinante sarà anche il nostro impegno di vivere con semplicità e con fede la Presenza di Gesù. Una difficoltà che ancora dovremo superare, è la paura di salire in alto. Il demonio, infatti, fa di tutto per metterci davanti le mille difficoltà che possiamo trovare se decidiamo di non andare oltre la mediocrità. A questo punto, è bene fare memoria di quanto è scritto nell’Apocalisse: “Conosco le tue opere, tu non sei né freddo, né caldo. Magari tu fossi freddo o caldo! Ma poiché sei tiepido… io sto per vomitarti dalla mia bocca” (Ap. 3,15-16). Un’affermazione così severa fa veramente pensare, ma nella vita il requisito che a tutti viene richiesto, è di impegnare bene tutti i talenti che Dio ci ha dato.
Non dobbiamo fare confronti con altre persone, ma solo essere certi che il Signore chieda tutto o niente. E’ nella totalità del dono che si arriva alla fecondità. Non tutti ricevono dieci talenti, ma anche fosse un solo talento, dobbiamo impegnarlo con coraggio. E’ questa la condizione perché Gesù regni nei nostri cuori. Non lasciamoci prendere dalla paura. Non siamo soli in questo cammino, e Gesù ci assicura la sua presenza: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt. 28,20). Il dono che Gesù ci offre, è rendere il nostro cuore un tabernacolo vivente; se lo sapremo accogliere, diventerà un prezioso dono anche per le persone che incontriamo nel nostro cammino.
Maria la nostra cara mamma celeste, ci aiuti ad essere persone che con coraggio fanno un cammino di piena accoglienza di Gesù, Re dell’universo.