Commento al Vangelo di Giovanni 15,4
“RIMANETE IN ME E IO IN VOI” (Giovanni 15,4)
Gesù, alle persone che hanno fatto la scelta di seguirlo, offre il dono di una particolare unione con Lui, dicendo: “Rimanete con me e io in voi” (Gv.15,4). Se pensiamo al prezioso contenuto di queste Parole, si ramane veramente edificati: Gesù chiede e desidera rimanere in noi. Anoi povere creature, ci viene concessa la possibilità di avere Gesù nell’intimità del nostro cuore; questo è un dono prezioso, per il quale dobbiamo esprimere la nostra riconoscenza, non a parole, ma con opere di carità.
- “Chi rimane in me , e io in Lui, porta molto frutto“
Gesù assicura che quando una persona vive in comunione con Lui, il suo cammino, la sua vita diventa feconda: “porta molto frutto”. Nei tempi e nei modi che solo il Signore conosce, Gesù comunica al “tralcio” una misteriosa Linfa. Quella Linfa rende le persone veramente vive e cioè capaci di stabilire vere, giuste equilibrate relazioni con la natura, con le persone e con Dio. Questa è la fecondità spirituale che Gesù concede a chi vive in comunione con Lui. Quando purtroppo le persone pensano di bastare a se stesse; quando fanno riferimento solo alle realtà della terra, prima o poi si trovano in una forma di sterilità, che poi cercano di compensare con il denaro, con il potere o con il piacere, ma che alla fine sperimentano solo una grande delusione. Gesù è stato molto chiaro: “Senza di me non potete far nulla” (v.5). Senza una vera comunione con Gesù, non c’è Amore, non si vive in pace e si perde la serenità, la gioia della vita. Senza la comunione con Gesù, “il tralcio si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano” (v.6). Prima che tutto questo avvenga, è saggezza umana e spirituale ricuperare la comunione con Gesù, che sempre è possibile fino a quando siamo sulla terra; una volta passati a vita nuova, nulla può essere cambiato.
- “Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio Amore” (v.10)
Non bastano le parole per raggiungere la comunione con Gesù, determinante è l’obbedienza ai Comandamenti, alle Beatitudini e a tutto quello che troviamo nei Santi Vangeli. L’Apostolo Giacomo è stato molto chiaro, e così ha risposto a coloro che pensano che basti la fede per vivere il Cristianesimo: “Mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede” (Gc. 2,18). Quindi è una vita vissuta al sevizio concreto di Dio e del prossimo che porta al consolidamento delle fede. Al termine di ogni giornata dovremmo chiederci: oggi, che cosa ho fatto per il Signore e per il mio prossimo? Come e quanto tempo ho dato a Dio e al suo servizio? Non hanno significato certe giustificazioni che possiamo portare a nostro favore. Gesù, legge nel profondo del nostro essere; tutto quello che siamo, tutto ciò che facciamo e con quali intenzioni compiamo il nostro dovere. Quello che facciamo con amore, ha un valore molto grande a differenza di quello che facciamo per puro dovere e per stretta necessità della vita.
- “Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi” (v.11)
Camminando sulla strada giusta e con fedeltà a tutto ciò che comporta, Gesù assicura non solo una serenità di fondo, ma anche una vera gioia. ” La mia gioia sia in voi”. E’ quella gioia che nasce quando ci sentiamo realizzati, quando vediamo che il tralcio porta a compimento un buono e abbondante grappolo d’uva.
Maria, la nostra cara mamma celeste, ci mantenga sempre sulla strada giusta.