Commento al Vangelo di Marco 11,9
“OSANNA! BENEDETTO COLUI CH VIENE NEL NOME DEL SIGNORE” (Marco 11,9)

Un gruppo di persone che avevano già compreso che Gesù fosse veramente il grande atteso, il vero liberatore, quando lo hanno visto arrivare cavalcando un puledro, con gioia l’hanno accolto e poi seguito con esultanza, ripetendo più volte una parola significativa: “Osanna” (hosha’na).Questo grido non significa esaltazione per una vittoria già conseguita, ma esprime gioia verso Colui che è in grado di dare la salvezza.
- “Benedetto Colui che viene nel nome del Signore“
Unitamente al grido di Osanna, ecco il completamento della loro gioia, gridando: “Benedetto Colui che viene nel nome del Signore”. E’ un inno di lode a Gesù che veniva a portare liberazione e salvezza dell’umanità. E’ interessante il fatto che soltanto le persone semplici abbiano compreso e creduto al Messia; i maestri di quel tempo, Giudei e Farisei, invece, hanno dimostrato quanto grande fosse la loro cecità. E’ importante rinnovare il nostro personale atto di fede nella persona di Gesù. E’ Lui il grande atteso nei secoli, annunciato dalla voce di molti profeti ed ora presente e operante in mezzo a noi. Di questo dobbiamo dare testimonianza.
- Il nostro atto di fede
Dopo l’ingresso così esemplare di Gesù nella città Santa, apertamente si è scatenata l’azione dei suoi avversari, che hanno inflitto a Gesù sofferenze di ogni genere per poi condannarlo alla crocifissione.
Una verifica. Per comprendere bene il valore e l’efficacia di ciò che Gesù ha sofferto per noi, è bene fare un esame di coscienza sulla nostra posizione di fede.
– Quanto e come riconosciamo e viviamo la realtà e la presenza di Gesù?
– Con quale fermezza crediamo nel grande mistero della sua Incarnazione?
– E ancora: Gesù si è presentato ufficialmente al popolo, predicando e confermando la sua Parola con prodigiosi miracoli. Purtroppo, non tutti lo hanno creduto: noi, oggi, abbiamo il coraggio di testimoniare la sua Divina missione?
Mai dovremmo dimenticare la sua morte in Croce, ancora di più l’evento della sua Risurrezione, confermata con apparizioni ripetute per quaranta giorni.
Queste brevi domande devono trovare in noi delle giuste e adeguate risposte; diversamente, corriamo il rischio di ascoltare e non sentire, vivere una vita cristiana molto formale e quindi sterile. Si tratta di verità di fede, che devono trovare in noi una risposta ferma, senza perplessità; una risposta non episodica, ma perseverante. Dobbiamo essere dei Cristiani che vivono quello che credono.
- Un cammino da compiere
La vita terrena che il Signore ci ha dato, va vissuta come un lungo e costante cammino, da compiere insieme, per prepararci a ciò che ci attende nella vita che avremo dopo la morte. Un cammino che per essere vissuto bene, non necessita soltanto di buona volontà; assolutamente indispensabile è chiedere allo Spirito Santo che intervenga con la sua Luce per capire e con la sua Forza per assolvere bene il compito che ogni giorno ci viene richiesto.
Chiediamo alla mamma celeste, che ci sostenga con il suo materno amore.