Commento al Vangelo di Matteo 26,45
“A MEZZOGIORNO SI FECE BUIO SU TUTTA LA TERRA, FINO ALLE TRE DEL POMERIGGIO” (Matteo 26,45)

La missione di Gesù qui sulla terra è stata un prezioso dono per l’umanità. Tutti come Cristiani dovremmo farne tesoro e meditare, passo per passo il suo svolgimento, dal momento dell’Annunciazione dell’Angelo a Maria, fino al giorno in cui Gesù lascia la terra per l’Ascensione al Cielo.
Ogni giorno, ogni azione compiuta da Gesù, ha un suo significato e una sua efficacia. Certamente, quando si legge e si medita il fatto della condanna a morte di Gesù e del martirio che è seguito fino alla morte in Croce, si rimane veramente impressionati della forza e della dignità con la quale Gesù ha vissuto il suo martirio.
- Le ultime ore sulla croce
Gesù era sulla croce, con le mani e i piedi trapassati dai chiodi. Le ferite causate dalla flagellazione, dai maltrattamenti subiti e dalla corona di spine conficcate nel suo capo, in una condizione al limite della sopportazione. Quello che fa impressione e che veramente commuove, è la forza dimostrata anche nel subire derisioni e oltraggi da parte di sacerdoti, scribi e anziani del popolo che andavano dicendo: “Ha salvato altri e non può salvare se stesso! E’ il re di Israele, scenda dalla croce e noi gli crederemo” (v,42). Questo, Gesù, non lo ha fatto, ma è rimasto sulla croce perchè tutto il sacrificio fosse consumato. E’ importante prendere coscienza della totalità che Gesù ha dimostrato nell’offerta del suo Sacrificio. Anche di fronte alla voce disperata di uno dei condannati con Lui alla crocifissione, non rispose; accoglie invece e risponde con mirabile generosità al secondo condannato, che dopo avere dichiarato l’innocenza di Gesù, a Lui si è rivolto dicendo: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno. Gli rispose: in verità io ti dico, oggi sarai con me in paradiso” (Lc.26,41-41).
E’ commovente pensare, nonostante la condizione estrema di Gesù, la delicatezza e la generosità dimostrata verso Maria che era ai piedi della Croce, “Quando vedendo sua madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: Donna ecco tuo figlio. Poi disse al discepolo: Ecco tua madre” (Gv.19,26.-27).Queste sono parole che non dovremmo mai dimenticare. Avere Maria come nostra vera mamma, una realtà confermata da Gesù stesso sulla croce, dovrebbe farci commuovere il cuore, ma soprattutto, vivere da suoi veri figli e cioè re con una condotta quotidiana che renda onore a Gesù e a Lei.
- “Ho sete” (Gv,19,28)
Dopo una così grande sofferenza e la perdita di tanto sangue, è ben comprensibile sentire forte la sete. A questa sua estrema esigenza, hanno risposto con una canna sulla cui cima, avevano posto una spugna intrisa di aceto. Oltre al fatto naturale, di avvertire tanta sete, la voce di alcuni santi, ci conferma che la sete di Gesù in quel momento, non ero solo una esigenza fisica, ma anche spirituale. Gesù stava offrendo la propria vita per la salvezza delle anime, per la salvezza dell’umanità intera. Pienamente comprensibile, quindi, il desiderio di Gesù, che quello che stava vivendo a prezzo del suo sangue, raggiungesse per tutti la particolare efficacia per cui venne offerto. Quanta responsabilità per coloro che chiudono il cuore a tanta Grazia. “Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: “E’compiuto!” e chinato il capo, consegnò lo spirito” (Gv.19.30). Maria, ci aiuti a meditare queste realtà.
Commento al Vangelo di Giovanni 11,17
“QUANDO GESU’ ARRIVO’,TROVO’ LAZZARO CHE GIA’ DA QUATTRO GIORNI ERA NEL SEPOLCRO” (Giovanni 11,17)

Gesù, ha confermato più volte la verità della sua missione con numerosi miracoli. Non solo ha operato guarigioni, ma con la sua potenza Divina, ha dimostrato di avere potere anche sulla morte. Così è stato un giorno quando ha ridato la vita al figlio della vedova di Naim (Lc.7,11-17). In un’altra occasione ha riportato in vita la figlia di Giairo (Mc.7,41), ma ancora più grande è stato il miracolo della risurrezione di Lazzaro. Erano presenti a questo miracolo molte persone e il fatto ha suscitato in tutti grande meraviglia e stupore. Quello però che fa pensare, è che alcuni Scribi e Farisei, anziché rendere Gloria al Signore per un evento così grande, hanno ritenuto necessario riunire il Sinedrio, per discutere su come comportarsi nei confronti di Gesù, così da evitare ulteriori fatti così clamorosi; “Da quel giorno, dunque, hanno deciso di ucciderlo” (Gv.11,53). Quando una persona non si converte di fronte a certi miracoli, dimostra di avere un cuore di pietra fino al punto di giudicare una persona degna di morte, non per aver fatto cose gravi, ma per aver compiuto un grande miracolo.
- La potente parola di Gesù
Le sorelle di Lazzaro e le tante persone che hanno partecipato al lutto, hanno avuto una chiara conferma di quanto fosse grande e potente la persona di Gesù. Nessuno si aspettava un’azione così tempestiva di fronte a un cadavere. Quando Gesù disse di togliere la pietra del sepolcro, Marta disse: “Signore, manda già cattivo odore, è lì da quattro giorni. Le disse Gesù: Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio? (v.40). Gesù ha chiesto a Marta un atto di fede, e la fede di Marta, ha portato a compimento il grande miracolo.
Gesù, dopo aver alzato gli occhi e pregato il Padre, “Gridò a gran voce: Lazzaro, vieni fuori! Il morto uscì, i piedi e le mani legate con bende, e il viso avvolto in un sudario”(v.43). Vedere un morto che esce da solo dal sepolcro ancora avvolto dalle fasciature che ritualmente avvolgevano i defunti, fu una realtà che può essere descritta con toni giusti, solo da chi personalmente l’ha sperimentata. Gesù concluse il miracolo dicendo loro: “Liberatelo e lasciatelo andare” (v.44).
- Il nostro atto di fede
La persona che ha operato quel grande miracolo, è qui in mezzo a noi. Gesù non ha mai lasciato il suo popolo. Lui stesso ha detto: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt. 28,20). Crediamo in questa Presenza? Come viviamo questa Presenza? E’ bene meravigliarsi per un miracolo così fuori da ogni regola umana, ma l’importante è prendere coscienza, ringraziare e adorare la Persona che ha compiuto il miracolo. Grave è stato il peccato di tutti coloro che invece di meravigliarsi del miracolo, si sono scandalizzati, fino a sentenziare per Lui la pena di morte. Non meno grave, però, è per noi oggi se non fissiamo la nostra fede nella presenza vera e operante di Gesù in mezzo a noi. Una presenza che Lui stesso ha confermato. Una presenza che ci rassicura nella realtà che oggi viviamo. Maria sia la nostra mediatrice, perchè nel giorno in cui saremo anche noi raggiunti dalla morte, con la potenza del suo amore ci porti con sé nella gioia eterna.
Commento al Vangelo di Giovanni 9,15
“EGLl DISSE LORO: MI HA MESSO DEL FANGO SUGI OCCHI, MI SONO LAVATO, E CI VEDO” (Giovanni 9,15)

Gesù, ha più volte confermato di essere il Cristo, il Figlio del Dio vivente, il grande atteso e annunciato dai Profeti; tutto questo lo ha fatto conoscere, testimoniato con miracoli. Così è avvenuto quando ha guarito un cieco con semplici gesti umani. Gesù “ha fatto del fango con la terra, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: Va a lavarti alla piscina di Siloe”. Quegli andò, si lavò e ritornò che ci vedeva (vv. 6-7).Come può essere, che con gesti così semplici, una persona cieca possa riavere la vista? Questi sono fatti concreti che umanamente non si spiegano.
- I miracoli oggi
E’ naturale che ogni fatto straordinario susciti stupore e meraviglia. ma ci sono anche miracoli a cui viene fatta poca attenzione. Ogni giorno sull’altare, quando il Sacerdote celebra la Santa Messa, avviene un vero miracolo: quel pane diventa il Corpo di Gesù e quel vino il Suo Preziosissimo Sangue. Quale coscienza abbiamo di questo miracolo quotidiano? La nostra povertà umana è grande e Gesù ha voluto aiutarci a credere, nella sua presenza nell’Eucaristia, facendo compiere a un giovane, (di nome Carlo Acutis) un’accurata ricerca sui tanti Miracoli Eucaristici che sono avvenuti nel mondo. La sua preziosa ricerca è ora raccolta in un libro di circa 500 pagine (Penso che sia cosa buona far conoscere questo libro a più persone).
- I gesti compiuti da Gesù
Ogni parola, ogni gesto che Gesù compie, ha un suo particolare significato. Il fatto di aver impastato della polvere con la sua saliva, ripete il gesto con cui Dio ha creato Adamo: “Allora il Signore plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” (Gen. 2,7). In questo miracolo Gesù, dopo aver fatto del fango, “Lo spalmò sugli occhi del cieco” e dopo aver ordinato di recarsi alla piscina di “Siloe” per lavarsi,riacquistò la vista. All’inizio è stata data a quella prima creatura umana fatta dalla terra “la vita”; in questo miracolo, Gesù che è Dio, ha ridato “la vista”.
- La cecità umana
La persona umile non mette in dubbio i suoi limiti; questo è saggezza, non debolezza umana. Pertanto, come dice Sant’ Agostino, “E’ importante credere per capire“. Compiuto l’atto di fede nelle Parole di Gesù, rinnovata la piena fiducia nella sua Parola, si aprono al credente orizzonti nuovi anche su tante altre verità. Coloro invece che sono convinti di essere autosufficienti e si rifiutano di credere, praticamente vivono nelle tenebre. Questo è ciò che è avvenuto per Scribi e Farisei i quali, neppure davanti a un fatto così fuori da ogni regola, hanno saputo riconoscere quello che Gesù aveva compiuto. E’ Proprio vero che “non c’è peggior cieco di colui che non vuol vedere”. Questo avviene anche oggi, quando anche noi, per mancanza di umiltà, cerchiamo di giustificare, con ostinazione, la nostra ragione che nega a Gesù la sua identità di Verbo Incarnato, Salvatore del mondo, prezioso dono del Padre per la salvezza dell’umanità. Oggi, dobbiamo avere il coraggio di verificare la nostra fede. In ginocchio dovremmo pronunciare il Credo, In Gesù che è presente, che ci sostiene e cammina con noi, fino al giorno in cui arriveremo nella pace eterna.
Che Maria ci ottenga la grazia di avere sempre piena fiducia nel suo Gesù.
Commento al Vangelo di Giovanni 4,14
“MA CHI BERRA’ DELL’ACQUA CHE IO GLI DARO’, NON AVRA’ PIU’ SETE IN ETERNO” (Giovanni 4,14)

L’incontro di Gesù, con la donna Samaritana al pozzo di Giacobbe, è un evento di grande importanza per tutti. Vediamo Gesù che si ferma al pozzo perchè stanco e ha sete; questo è un
segno che dimostra la sua reale natura umana. Verso mezzogiorno, arriva al pozzo una donna Samaritana; era un orario un po’ fuori del normale, forse perchè la donna aveva qualcosa da nascondere. Gesù apre il discorso con lei e “le chiede da bere“. La donna si meraviglia di tale richiesta, fatta da un uomo ebreo a lei che è una donna Samaritana. Gesù risponde con affermazioni di particolare importanza per quella donna e per tutti noi: “Se tu conoscessi il dono di Dio e colui che ti dice: “Dammi da bere”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva” (v.10). Chiaramente quella donna non ha compreso subito la preziosità delle parole di Gesù, ma noi, oggi, abbiamo la volontà di credere in quelle parole e di agire di conseguenza? Sono tre le cose che Gesù ha detto.
1) “Se tu conoscessi il dono di Dio”; cioè, se tu donna fossi capace di prendere coscienza di quanto sei amata da Dio, nonostante tu sia Samaritana e come donna non certo fedele al tuo matrimonio. Questa è una domanda che sconcerta, ma che veramente conferma quanto sia grande l’Amore di Dio per le sue creature, anche se non sono quello che dovrebbero essere. Lasciamoci interrogare e poniamoci anche noi una domanda: crediamo e viviamo con la certezza di essere amati così da Dio? Ogni tentennamento, ogni dubbio su questa realtà, va fermamente e tempestivamente allontanato; diversamente, la vita spirituale inaridisce.
2) “E chi è Colui che ti dice: Dammi da bere”. Chiaramente Gesù fa capire che quella donna aveva poca conoscenza di quello che Lui era, e soprattutto della missione che stava compiendo. La domanda oggi è rivolta a ciascuno di noi: cosa sappiamo dire di Gesù? Quale conoscenza e quale apprezzamento abbiamo del suo essere e della sua missione che continua nel tempo? Ogni Cristiano dovrebbe essere cosciente del prezioso dono che il Padre ci ha dato. Senza l’intervento di Gesù, non avremmo mai avuto la salvezza, la remissione dei peccati. Gesù, pone anche a noi oggi la domanda che un tempo ha fatto agli Apostoli: “Ma voi, chi dite che io sia?” (Mt.16,15). Non si può amare ciò che non si conosce. Santa Teresa D’Ávila diceva alle sue Suore: “Se Gesù non vi basta, non è Lui”. Serpeggia molto in certi Cristiani un peccato che poche volte si confessa e cioè “la superficialità”. Si pensa di saperne abbastanza di Gesù. Lui è un Tesoro ancora tutto da scoprire.
3) “Egli ti avrebbe dato acqua viva”. L’acqua è un elemento indispensabile per la vita e anche spiritualmente è un simbolo che definisce l’importanza del cammino da compiere. Gesù fa capire alla Samaritana che Lui è in grado di dare a lei dell’acqua viva e cioè in grado di generare e di alimentare in lei una vita non solo fisica, ma spirituale. Anche riguardo a questo la Samaritana non era in grado di comprendere, mentre noi dovremmo sapere bene cosa significa e quanto sia necessaria per la vita spirituale. Quell’acqua viva è la Grazia, è l’Amore, è la Linfa che solo Gesù ci può dare. E’ Lui la vera sorgente dalla quale possiamo attingere questi valori. Senza quell’acqua, tutto inaridisce e la vita si spegne. Chiediamo a Maria che Gesù ci conceda sempre di quell’acqua che fa vivere.
Commento al Vangelo di Matteo 17,15
“ED ECCO UNA VOCE DALLA NUBE CHE DICEVA; QUESTO E’ IL FIGLIO MIO, L’AMATO: IN CUI HO
POSTO IL MIO COMPIACIMENTO, ASCOLTATELO” (Matteo 17,5)

Un giorno Gesù ha concesso un grande dono a tre dei suoi discepoli. Pietro, Giacomo e Giovanni, “Li condusse in disparte, su un monte, e si trasfigurò davanti a loro”. Stupore e sorpresa fu per quei discepoli che proprio non si aspettavano di vedere Gesù con un aspetto così luminoso: “Il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce” (v.2). La visione si è poi arricchita con la comparsa accanto a Gesù, di Mosè, rappresentante della Legge e di Elia rappresentante dei Profeti, che conversavano con Lui. La presenza di questi due grandi personaggi è una conferma che la missione di Gesù era certamente a favore di tutto il popolo, sia dell’Antico che del nuovo Testamento.
- L’apparizione della nube
Mentre i discepoli erano ancora stupiti per quella visione così straordinaria, “Una nube luminosa li coprì con la sua ombra; ed ecco una voce dalla nube che diceva: “Questo è il Figlio mio, l’amato, in cui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo” (v.5). Una tale esperienza deve avere sconvolto i discepoli; infatti, “All’udire ciò, caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore” (v.6). Questo fatto conferma quanto sia grande e potente tutto ciò che riguarda il soprannaturale. Prepariamoci, perchè anche per noi verrà il momento in cui ci troveremo alla presenza del Signore. E’ importante vivere, fin da ora, con un animo spiritualmente disposto all’incontro con Colui che è il Tutt’altro.
L’Apparizione della “nube” e la “voce” che hanno udito, è per noi una preziosa conferma della Presenza di Gesù, vero Dio e vero uomo, e della necessità di ascoltare e obbedire alla sua Parola. Per ascoltare quella voce che ci parla, non deve mancare in noi la capacità di dedicare del tempo per stare in silenzio, e non lasciarci soffocare dalle tante e, non sempre utili, occupazioni umane che ci assillano ogni giorno. Ma non basta l’ascolto; determinante è obbedire, mettere in pratica il comando ricevuto. Teoricamente, non basta riconoscere chi ci parla, ma in termini concreti, è vivere con fedeltà e con amore il comandamento ricevuto. Sia perseverante il nostro impegno perchè con Dio non si scherza.
- Una Parola da credere e da vivere
Il prezioso dono che Gesù ha concesso ai tre discepoli, ha posto le condizioni affinché fossero preparati ad affrontare con fede, senza scandalizzarsi di fronte alla condanna a morte di Gesù e alla terribile sentenza di farlo morire in Croce. Quello che hanno visto e la voce ascoltata, sono stati un forte incoraggiamento per la missione che un giorno avrebbero dovuto compiere e cioè far conoscere a tutti il prezioso dono che il Padre ha offerto a tutta l’umanità, perchè fosse redenta dalle sue colpe. Un compito questo che viene richiesto per tutti, non solo agli Apostoli. Anche noi quindi, se pure con modalità e tempi diversi, siamo chiamati all’ascolto e all’obbedienza della Parola.
Non manchi nel nostro impegno un tempo da vivere davanti all’Eucaristia, con Adorazione vera e sincera di Gesù solennemente esposto. Quella Presenza di Gesù è una “Sorgente” preziosa e necessaria per il cammino che stiamo facendo.
Maria ci aiuti ad essere persone capaci di ascoltare e vivere la Parola di Gesù.
Commento al Vangelo di Matteo 4,1
“ALLORA GESU’ FU CONDOTTO NEL DESERTO, PER ESSERE TENTATO DAL DIAVOLO” (Matteo 4,1)

Gesù è Dio da sempre, ma anche vero uomo per aver assunto, nel tempo, la natura umana nel grembo di Maria. In quanto uomo Satana lo ha raggiunto con la sua terribile astuzia e per tre volte lo ha messo alla prova. Questa volta, però, il demonio non ha trovato pane per i suoi denti. Alla terza tentazione, quando addirittura gli chiese di essere “adorato”, Gesù ha risposto con un comando fermo e severo: “Vattene, Satana! Sta scritto infatti: il Signore, tuo Dio, adorerai: a Lui solo renderai culto” (v.10). Insidiosa è stata la prima e la seconda tentazione, ma la terza ha raggiunto il limite ed è stato allora che Gesù ha risposto con tutta la sua autorità: “Vattene, Satana”! Significativo è per tutti questo intervento di Gesù, nel voler condannare con parole forti ogni tentazione e, in particolare, quella di mettersi ai piedi di Satana per adorarlo...
- Il peccato dell’idolatria
Viviamo in un periodo storico dove purtroppo molti uomini e molte donne piegano le loro ginocchia davanti agli idoli. Le persone che si allontanano da Dio, da sole si privano di tutto l’Amore e di tutta la forza che soltanto Dio è in grado di concedere. Entra allora in azione Satana, che offre, come sostituzione al vuoto che prima o poi sperimentano queste persone, l’offerta di tre idoli assai pericolosi: il denaro, il potere e il piacere. All’inizio questi idoli vengonoconsiderati appetitivi, ma con il tempo sfociano in forme di egoismo, di ingiustizie, di cattiverie; privano le persone di quella gioia e serenità che è propria delle persone che vivono in grazia di Dio.
- Il dono del “libero arbitrio”
Il fatto che anche Gesù sia stato tentato da Satana, praticamente è una conferma che tutti siamo soggetti alla malefica azione del demonio. Questo non deve generare in noi forme di ansietà o di paure, perchè il Signore non permetterà mai di essere tentati sopra le nostre forze. E’ importante e necessario renderci conto di come ci dobbiamo comportare quando siamo assaliti da cattive tentazioni. Noi tutti abbiamo un dono che non sempre prendiamo in considerazione; si chiama libero arbitrio. Questo vuol dire che noi creature umane, abbiamo la facoltà di dire SI oppure NO a certi richiami al male. Ogni insistenza di Satana si allenta e finisce se il vero cristiano pronuncia un NO fermo e irrevocabile alla tentazione. L’importante è che la decisione sia totale, non tentennante o parziale. Questa è la forza che il Signore ci concede; questo è il “libero arbitrio”.
- Siamo fragili
La virtù della povertà è avere coscienza di essere persone limitate e fragili. Noi, non siamo in grado di conoscere tutto ciò che esiste e che succede; così pure non siamo confermati in Grazia, ma possiamo cadere in peccato. Non dobbiamo dimenticare questa realtà del nostro essere. Viviamo quindi con piena fiducia nell’aiuto che Gesù è sempre pronto a concedere a coloro che, con animo sincero, a Lui chiedono aiuto e sostegno nei momenti della tentazione.
Maria ci aiuti a respingere con fermezza, ogni disobbedienza a suo figlio Gesù.
Commento al Vangelo di Matteo 5,44
“MA IO VI DICO; AMATE I VOSTRI NEMICI E PREGATE PER QUELLI CHE VI PERSEGUITANO (Matteo 5.44).

Gesù è un maestro buono, ma anche severo. Conosce perfettamente come sono fatte le creature umane, le capacità che hanno, insieme ai tanti limiti. Come maestro di vita, conosce bene quale sia la strada che tutti dovremmo percorre per arrivare al “porto giusto”. A Lui, quindi, dobbiamo obbedire anche quando alcuni suoi insegnamenti sembrano difficili da osservare.
Così un giorno, parlando della nuova giustizia, in opposizione a comportamenti, che il mondo suggerisce, Gesù ha detto: ” Io vi dico, amate i vostri nemici, e pregate per quelli che vi perseguitano”(Mt. 5,44). Questo insegnamento, appare subito molto difficile da seguire e certamente, senza un aiuto spirituale, ben pochi sarebbero in grado di metterlo in pratica. Ma Gesù, non fa sconti e ribadisce dicendo: “Se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani?” (v.46). Questo è ciò che dobbiamo fare.
Gesù conosce i nostri limiti, pertanto, mentre ci comanda di compiere atti di carità che si possono definire eroici, allo stesso tempo ci fa capire che almeno qualcosa possiamo fare e cioè “Pregare per quelli che ci perseguitano”; se abbiamo la forza di metterci davanti al Tabernacolo, con il cuore ferito, ma anche con la volontà di essere pienamente obbedienti agli insegnamenti di Gesù, allora si riesce a ricuperare un pò di pace e di serenità. Certamente, non è possibile rimanere indifferenti di fronte a certe umiliazioni e cattiverie umane, ma se abbiamo la forza di pregare per chi ci fa del male, misteriosamente qualcosa cambia.
- La misteriosa azione di Dio
Il Creatore ha dato alla creatura umana delle facoltà importanti e preziose, ma pur sempre limitate. Con umiltà è dunque importante prendere atto che Dio, in alcune circostanze è presente e compie ciò che per noi non è comprensibile. “Nulla è impossibile a Dio” (Luca 1,37). Ecco perché pregare anche per situazioni che umanamente sembrano senza speranza, alla fine può succedere anche il miracolo
della conversone. Non dobbiamo mai mettere limiti alla Divina Provvidenza. Non dimentichiamo però che i tempi e i modo di operare del Signore non sono i nostri, per questo è bene insistere con la preghiera, pregare con perseveranza anche se al momento non sembra di vedere grandi cambiamenti.
- Una fiducia senza limiti
Più volte siamo esortati ad avere fiducia, piena fiducia in Dio: ciò vuol dire non aspettare di avere segni evidenti, concreti per credere in Lui. Quello che conta è riconoscere il valore, l’autorità e l’autorevolezza della sua Parola.Questa è la fede! Fa molto riflettere quello che Gesù un giorno ha detto agli Apostoli, che gli avevano chiesto: “Accresci in noi la fede. Il Signore rispose: Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: sradicati e vai a piantarti nel mare, ed esso vi obbedirebbe” (Luca 17,6). Una tale risposta ci fa arrossire, perché conferma che le nostre preghiere e le varie suppliche, non sono di fatto come dovrebbero essere. Non ci dobbiamo scoraggiare, ma almeno renderci conto che “Il Signore è fedele” (2 Tes.3,3) mentre noi quale fede abbiamo?
Chiediamo alla nostra mamma celeste, una fede vera e grande come la sua.
Commento al Vangelo di Matteo 5,17

“NON CREDIATE CHE IO SIA VENUTO AD ABOLIRE LA LEGGE O I PROFETI; NON SONO VENUTO AD ABOLIRE, MA A DARE COMPIMENTO”
La missione di Gesù, tanto attesa e preziosa, non è sempre stata compresa da tutti. Il demonio ha ingannato molti con la sua falsità. Alcune persone del Sinedrio, pensavano che Gesù volesse “abolire la legge e i profeti”. Gesù non ha mai pensato di abolire le Legge, ma molte volte ha denunciato coloro che dicevano di credere nella Legge, perchè erano essi stessi a non mettere in pratica quello che la Legge prescriveva. E’ importante vivere quello che si crede. A conferma del suo comportamento, Gesù un giorno chiaramente disse: “Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge e i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare compimento”. Sarebbe bastata una tale dichiarazione per allontanare ogni dubbio, ma quando una persona si sente rimproverata per i suoi peccati, se non è umile, fa di tutto per giustificare il proprio comportamento; così è stato per molti Scribi e Farisei.
- “Sono venuto a dare compimento“
Nel corso della sua missione, Gesù non solo ha sempre confermato il valore della Legge che Dio ha dato al suo popolo per mezzo di Mosè, ma a coloro che hanno manifestato il desiderio di seguirlo, ha suggerito preziose indicazioni. Così un giorno disse: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc. 9,23). Già questa è un’affermazione molto importante, alla quale ne sono seguite tante altre non meno preziose e necessarie, per un cammino di vita spirituale. Al capitolo quinto del Vangelo di Matteo, nei versetti dal dodicesimo e seguenti, troviamo le Beatitudini; si tratta di norme di vita che sono fondamentali per la vita di un Cristiano. Il compimento che Gesù è venuto a dare alla Legge, è stato certamente confermato e consolidato, soprattutto con l’esempio che Gesù ha dato, vivendo con piena obbedienza alla volontà del Padre fino al giorno della sua morte in Croce. E’ con la vita che Gesù ci ha insegnato e continua a insegnarci a vivere e a dare compimento alla Legge.
- La testimonianza dei Santi.
Abbiamo davanti ai nostri occhi, uomini e donne che hanno vissuto in piena obbedienza agli insegnamenti di Gesù. Basti pensare a San Francesco, Sant’ Agostino, Santa Teresa d’Ávila, Santa Teresa del bambino Gesù; un lungo elenco di persone che hanno confermato, quanto siano preziose ed efficaci le norme di vita che Gesù ci ha dato a compimento della Legge antica.
- Resta con noi.
Il grande dono che Gesù ci ha fatto, dando compimento alla Legge con preziose indicazioni di vita spirituale, oggi Gesù lo completa con la sua Presenza in mezzo a noi. Lui è Colui che una volta fatto uscire il gregge dell’ovile, conduce le pecore al pascolo e “Cammina davanti ad esse” (Gv.10,4). Quale coscienza abbiamo di questa Presenza di Gesù? Ancora più prezioso è il fatto che Lui stesso ha voluto farsi cibo per noi, è l’Eucaristia! Non dovremmo perdere altro tempo in sofisticate considerazioni, ma con tutto il cuore invocare e gridare: Resta sempre con noi!
Maria, la nostra cara mamma, ci aiuti a vivere sempre in comunione con Gesù.
Commento al Vangelo di Matteo 5,14

“VOI SIETE LA LUCE DEL MONDO” (Matteo 5,14)
Gesù ha chiamato e continua a chiamare dei collaboratori, perchè la sua Divina missione, qui sulla terra, possa continuare nel tempo con fecondità. Ogni Cristiano è chiamato a dare il suo piccolo o grande contributo, a secondo dello stato di vita in cui si trova. Per tutti, però, è importante e necessario osservare quello che Gesù ha posto come condizione per compiere bene la missione richiesta.
- “Voi siete la luce del mondo”
Gesù chiede alle persone che intendono collaborare con Lui, che siano dei veri portatori di luce. Per essere persone, così come Gesù ci vuole, è importante vivere in Grazia di Dio; compiere onestamente ogni giorno il proprio dovere e, in particolare, essere disponibili ad un cammino spirituale uniti a Gesù “Vite”, così da ricevere quella speciale “linfa” che solo Lui possiede. Queste sono condizioni che favoriscono l’intimità con Gesù e, quindi, quella testimonianza che tanto è necessaria per le persone che incontriamo nel nostro cammino. Certamente un cammino che proceda con queste esigenze spirituali non è facile e comporta un certo sacrificio, ma tutte le cose belle hanno un prezzo alto.
- Un apostolato che arricchisce davanti a Dio
La famiglia di Dio ha sempre bisogno di persone che siano dei portatori di luce. E’ bene però considerare, che un tale apostolato giova molto alla persona stessa, un apostolato che praticamente “arricchisce davanti a Dio”. Il tempo che il Signore ci concede di vivere qui sulla terra, è un dono che non dobbiamo sciupare. Il tempo è oro; il tempo perso poi non torna indietro. E’ bene allora invocare con forza lo Spirito Santo; Lui è il vero “motore” della vita spirituale, a Lui ci dobbiamo affidare con umiltà, seguirlo con tanta fede, senza lasciarci scoraggiare quando le situazioni si complicano, o si possa arrivare anche a dei fallimenti. Sempre dobbiamo fare attenzione al rischio di rinunciare alla “battaglia”, di rinunciare a un certo cammino e quindi fermati da “false paure”. Nel corso della vita terrena, tutto è possibile; noi siamo fragili, pertanto, non sono da escludere delle “cadute”. I Santi ci esortano a mettere in pratica quello che loro stessi hanno sperimentato: “ricominciare”. Questo è un comportamento sempre possibile qui sulla terra. San S. Francesco, Sant’ Agostino e altri Santi e Sante, lo confermano con la loro vita.
- Non rimanga nascosta la vostra lampada
Esiste per tutti il pericolo di rinunciare a certe testimonianze per vari motivi e non meno per la paura di essere derisi e incompresi vivendo seriamente la comunione con Gesù. Grave sarebbe cedere a queste tentazioni e quindi rimanere nascosti, non portare quella Luce che Gesù ci concede. Come cristiani dobbiamo invece fare il contrario e cioè impegnare tutte le nostre possibilità per aiutare chi è nelle tenebre. Non dimentichiamo quello che S. Giacomo ha scritto nella sua Lettera e cioè che “La fede, senza le opere è morta” (Giac. 2,26). I talenti ricevuti, se non sono concretamente impegnati, praticamente ci vengono sottratti, perdono il loro valore e possono diventare anche motivo di forme depressive. Chi fa della propria vita un dono generoso per Gesù e per il prossimo, sperimenta quei frutti che S. Paolo elenca nella sua Lettera ai Galati: “Amore, gioia, pace” (Gal,5,22).
Maria ci renda dei validi collaboratori alla missione del suo Figlio Gesù.
Commento al Vangelo di Matteo 5,9
“BEATI GLI OPERATORI DI PACE, PERCHE’ SARANNO CHIAMATI FIGLI DI DIO” (Matteo 5.9)

Il popolo di Israele fu guidato dalla mano di Dio e comunicava con loro attraverso la voce e le azioni dei Profeti. Arrivò poi il tempo in cui, per mezzo di Mosè, il Signore consegnò al popolo le due tavole della Legge: i Comandamenti. Questa Legge, fu necessaria e molto importante per impostare e vivere la vita in modo ordinato e fecondo. Nella pienezza dei tempi, arrivò poi il Messia, Gesù, che non abolisce la Legge, ma dà ad essa pieno compimento, con l’annuncio delle famose Beatitudini. Gesù stesso ha dichiarato lo scopo della sua missione, dicendo: “Non sono venuto per abolire le Legge, ma a dare compimento” (Mt. 5,17). Peccato che questa dichiarazione non sia stata accolta dai responsabili del Sinedrio.
- “Beati gli operatori di pace“
Un giorno, Gesù salì sul monte con i suoi discepoli per far conoscere loro il prezioso dono delle dieci Beatitudini. Ogni singola Beatitudine, mette in evidenza quello che un Cristiano dovrebbe fare per essere fedele alla sua vocazione. Tutte sono importanti e non meno la settima Beatitudine, che dice: “Beati gli operatori di pace, perchè saranno chiamati figli di Dio” (Mt.5,9). L’esperienza conferma, quanto sia importante essere portatori e operatori di pace là dove siamo chiamati a vivere. A volte basta una parola, oppure un silenzio per favorire la pace; altre volte, basta avere la pazienza di attendere, oppure la capacità di intervenire tempestivamente per risolvere certe tensioni. Quando poi abbiamo situazioni, come quella della guerra in atto in questi giorni, allora ciò che possiamo fare è pregare con perseveranza, affinché presto ritorni la pace.
- La pace del cuore
Determinante per un Cristiano, è avere ma anche favorire la pace del cuore. Si tratta di raggiungere quella serenità spirituale che ha radici nel cuore di Gesù.
Questa è la condizione, di chi vive in Grazia di Dio, di chi non soltanto è libero dal peccato, ma libero anche da ogni altra situazione che in qualche modo disturba il cammino di avvicinamento alla Persona di Gesù, alla comunione con Lui.
Questa pace del cuore, diventa un esempio e una testimonianza che può fare tanto bene alle persone che ogni giorno incontriamo. Si predica infatti più con la vita, che con le parole. Questa Grazia, la dobbiamo chiedere allo Spirito Santo.
- “Saranno chiamati figli di Dio“
E’ interessante e consolante sapere che coloro i quali con generosità lavorano per promuovere la pace ottengano, grazie al loro intervento, il dono di essere chiamati “Figli di Dio”. In funzione del Battesimo partecipiamo alla Famiglia di Dio, non come ospiti occasionali, ma come figli adottivi di Dio. Un serio impegno come apostoli per la pace, conferma e consolida tutto il bene che riceviamo in quanto figli di Dio. Avere Dio come Padre è una Grazia, che dovrebbe farci esultare di gioia. Come figli siamo nel suo cuore non solo custoditi, ma fatti partecipi della potenza del suo Amore; un giorno, saremo uniti a Lui per sempre nella realtà che ci attende: il Paradiso. Gli operatori di pace testimoniano già sulla terra, la gioia che è propria del Cielo.Chiediamo a Maria di essere sempre dei veri operatori di pace.