Commento al Vangelo di Matteo 25,10
“ORA MENTRE QUELLE ANDAVANO A COMPRARE L’OLIO, ARRIVO’ LO SPOSO E LE VERGINI CHE ERANO PRONTE ENTRARONO CON LUI ALLE NOZZE ” (Mt 25,10)
Gesù più volte nella sua missione ha esortato le persone ad essere sempre pronte a rispondere alle esigenze del momento. Importante, quindi, è una dovuta saggezza nel compiere il proprio dovere.Questo un giorno Gesù lo ha fatto capire con la significativa parabola delle dieci vergini invitate a delle nozze. Esse si premunirono delle lampade in attesa dell’arrivo dello sposo e intanto si addormentarono. Quando “A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro!”, spontaneo fu il gesto delle vergini di accendere le loro lampade. Cinque di essere però si resero conto che non avevano abbastanza olio, allora chiesero alle altre di avere in prestito un pò del loro olio, ma queste, temendo di restare esse stesse senza olio, risposero: “Andate piuttosto dai venditori e compratene” (v.9). Mentre le vergini andarono a rifornirsi di olio, arrivò lo sposo e le cinque vergini che erano pronte entrarono alle nozze “E la porta fu chiusa” (v.10). Era naturale che entrate le persone invitate, fosse chiusa la porta, ma quella chiusura ebbe un significato diverso.
Una triste sorpresa
Comprato l’olio, arrivarono di corsa anche le altre cinque vergini, ma con grande sorpresa trovarono la porta chiusa e alla richiesta di entrare si sono sentite dire: “In verità vi dico: non vi conosco” (v.12). Eppure erano invitate come le altre vergini, come mai questa severa risposta? Questo vuol dire che non essendosi presentate al momento giusto, altre persone, con nomi e caratteristiche diverse, hanno occupato il loro posto. Ecco perché si sentono dire: “Non vi conosco”. Mortificate e deluse per una tale risposta, a nulla ha valso la loro insistenza e hanno perso l’occasione tanto attesa .
Essere vigilanti
Prezioso è l’insegnamento di questa parabola. Nella vita dobbiamo essere sempre pronti a rispondere alla chiamata che il Signore ci rivolge. Praticamente dovremmo essere sempre rivolti e attenti alle realtà del cielo e non occupati e soffocati dalle cose di questo mondo. La parabola si conclude con parole molto significative: “Vegliate dunque, perchè non sapete nè il giorno nè l’ora” (v.13). E’ pur vero che viviamo sulla terra, con tante necessità e compiti particolari, questo il Signore le sa bene. Quello che conta, è vivere sempre in Grazia di Dio, perchè non sempre potremmo avere il tempo di riparare al peccato con una buona confessione.
E’ importante non rimandare a domani, quello che possiamo e dobbiamo fare oggi. Molte possono essere le giustificazioni per questi rimandi, ma nessuno però è in grado di conoscere i tempi in cui possiamo entrare al banchetto nuziale.
Coscienza dei nostri limiti
Nel cammino che stiamo facendo, è bene fare attenzione ai limiti che abbiamo. Qualche volta presumiamo di essere in grado di fare tutto da soli; tutti siamo persone con dei limiti e per di più in un mondo pieno di pericoli. Dobbiamo essere umili e invocare lo Spirito Santo, come presenza indispensabile per riuscire ad essere sempre puntuali e capaci di compiere bene il nostro dovere.
Maria, ci aiuti ad essere persone che camminano con umiltà e con fede.
Commento al Vangelo di Matteo 23,10
“NON FATEVI CHIAMARE “GUIDE”, PERCHE’ UNO SOLO E’ LA VOSTRA GUIDA, IL CRISTO” (Matteo 23,10)
Viviamo in un mondo fra molti falsi profeti. Oggi, come sempre, dobbiamo invocare lo Spirito Santo, perché con la sua Luce ci aiuti a comprendere quale sia la verità da seguire. Molti sono gli strumenti di comunicazione che abbiamo a disposizione e sappiamo bene come il demonio, molte volte, li usi per confondere le idee alle persone e per fare del male. Possiamo dire che la prudenza non è mai troppa. Quello che poi non deve mai mancare è l’umiltà e cioè la coscienza di essere persone limitate e fragili. Presumere di essere confermati in grazia, è già un peccato.
- La strada da seguire
La parola che dobbiamo ascoltare è una sola: il Vangelo. Gesù non ci ha lasciati soli, ma la sua presenza e il suo pensiero noi l’abbiamo testimoniata nel Sacro libro del Vangelo. Il Cristiano è tale nella misura in cui è fedele alla Parola.. Ogni interpretazione personale che in qualche modo alteri i vero significato dei Sacri testi, va decisamente allontanata. Nella nostra storia, purtroppo, non sono mancate persone che si sono presentate come maestri della legge, autorizzati nel diffondere verità non conformi con le Parole del Vangelo. La loro opera, che purtroppo in parte è riuscita, deve mettere in guardia tutti i Cristiani dal non cadere nella rete del maligno. Preghiamo lo Spirito Santo luce per comprendere la verità .
- Una parola rassicurante
Navigando in un mare in tempesta, è sempre e per tutti impresa difficile e pericolosa. Il rischio che la nave affondi, è sempre possibile. In riferimento a questa nostra fragilità , Gesù però è intervenuto con una parola rassicurante: “Mai le porte degli inferi prevarranno” (Mt. 16,18). Questo non vuol dire che tutto andrà bene, che non ci saranno defezioni e persecuzioni per coloro che credono nel Vangelo; la verità è che nessuno potrà mai annullare quello che Gesù una volta e per sempre ha pronunciato. Molti sono state le persone perseguitate a causa della loro fede. Molti i Martiri di ieri e non meno di oggi, ma proprio il sangue di questi Martiri ha fecondato la grande famiglia di Gesù: la Chiesa Cattolica.
- La gioia di avere Gesù come maestro
Siamo poveri e, in quanto tali, siamo molto limitati, Tutti abbiamo bisogno di una persona di riferimento alla quale affidarci per essere istruiti e accompagnati nel nostro cammino che stiamo facendo qui sulla terra. Ecco la Persona di riferimento, Dio Padre l’ha donata a noi in termini molto concreti: Il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv.1,14). E’ una grande grazia avere Gesù come Maestro, come Guida, come Pastore e come Persona che sempre ci è vicina: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dei tempi” (Mt.28,20). Una persona che ci assicura nei pericoli e che dimostra il suo Amore pagando i nostri debiti e che ogni giorno ci nutre addirittura con il suo Corpo e con il suo sangue. Rendiamo grazie al Padre di avere oggi come persona di riferimento il suo stesso Divin Figlio Gesù. In Lui abbiamo a nostra disposizione un “vero Tesoro“.
Maria ci accompagni in questo mare burrascoso e ci preservi da ogni male.
Commento al Vangelo di Matteo 22, 36-37
“MAESTRO, NELLA LEGGE, QUAL’E’ IL PIU’ GRANDE Â COMANDAMENTO? GLI RISPOSE: AMERAI IL SIGNORE TUO DIO CON TUTTO IL TUO CUORE,CON TUTTA LA TUA ANIMA E CON TUTTA LA TUA MENTE” (Matteo 22,36-37)
Scribi e Farisei, più volte hanno cercato falsi motivi per accusare Gesù. Un giorno un dottore della Legge ha chiesto a Gesù, secondo Lui quale fosse il più grande dei comandamenti. Anche in questo caso non era una domanda fatta con sincerità , ma per metterlo alla prova. Gesù ha risposto in termini molto precisi: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. La risposta di Gesù non ha ricevuto nessun commento, se non la conferma che Gesù era nella verità .
- Un Amore totale
Sempre, ma soprattutto in riferimento all’Amore, l’esigenza della totalità è assolta.
Non si può amare veramente se non con sincerità e in modo totale. Senza questa condizione, si esprimono soltanto forme di egoismo, dove per avere in qualche modo un assenso, si fanno delle promesse che non si potranno mai chiamare vero amore. Interessante la triplice affermazione riguardo all’amore: “con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente” quindi tutte le facoltà della persona umana devono essere coinvolte in un atto di vero amore. Un tale comportamento non è facile, e pertanto non basta la buona volontà per essere coerenti a ciò che esige l’Amore, è importante quindi invocare sempre l’azione dello Spirito Santo.
- Un vero segno d’amore: l’obbedienza
Un figlio, se veramente vuol bene ai suoi genitori, lo dimostra con l’obbedienza a tutto quello che gli viene richiesto. Allo stesso mondo, se voglio veramente bene al Signore, non bastano le parole, ma lo dobbiamo dimostrare con l’obbedienza alla sua Parola, ai suoi insegnamenti. Un’obbedienza che nasce dalla piena fiducia che dovremmo avere in Colui che per salvarci ha steso le braccia sulla croce.
La disobbedienza delle origini, ha causato quel disordine che ancora serpeggia nel mondo. Mentre la piena obbedienza che Gesù ha dimostrato al Padre è stata ed è tutt’ora salvezza per l’umanità .
- Essere dono
Come segno di Amore, oltre al fatto dell’obbedienza, l’amore si esprime con l’essere persone che vivono la loro vita come un dono, e cioè persone sempre disponibili nel dare il proprio aiuto a chi è in difficoltà . Si tratta di avere coscienza che quello che abbiamo non va considerato come proprietà privata. Ognuno di noi ha per natura e per grazia doni e carismi particolari, da custodire e gestire con saggezza e con equilibrio. La Legge dice che il secondo più grande dei comandamenti “E’ simile al primo: amerai il prossimo tuo come te stesso” (v.39). Questo vuol dire che i talenti che il Signore ci ha dato devono essere messi a servizio del prossimo, quando e come le situazioni specifiche lo esigono. Sottrarsi da certi servizi richiesti, è mancanza di amore. Non solo, ma è un dovere di coscienza operare sempre con la giusta e adeguata competenza. Come cristiani siamo chiamati ad agire così e senza rimandare a domani quello che si può fare oggi. Così è “l’essere dono”. Così è il cammino del Cristiano, da assolvere con perseveranza e competenza. Maria, ci aiuti ad essere sempre persone con un cuore aperto al prossimo.
Commento al Vangelo di Matteo 22,18
“GESU’ CONOSCENDO LA LORO MALIZIA, RISPOSE: IPOCRITI, PERCHE’ VOLETE METTERMI ALLA PROVA?” (Matteo 22,18)
Negli anni della missione che Gesù ha compiuto sulla terra, molte persone sono state illuminate dalla sua Parola e beneficate con miracoli. Una presenza così preziosa non è stata però compresa dai maestri di quel tempo: Scribi e Farisei in particolare. Più volte gli hanno fatto opposizione e, altre volte, hanno cercato di metterlo in difficoltà con domande maliziose. Così è stato quando un giorno gli hanno chiesto: “E’ lecito, o no pagare il tributo a Cesare?” (v.17). Ora, se Gesù avesse detto “No”, lo avrebbero subito denunciato all’autorità civile. Se però avesse detto “Si”, sarebbe stato considerato come una persona poco sensibile ai poveri. Gesù allora ha chiesto di mostrargli la moneta e poi chiese: “Questa immagine e l’iscrizione di chi sono? Gli risposero: di Cesare. Allora disse loro: Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” (vv.20-21). Nessuno si aspettava una tale risposta, così se ne andarono meravigliati di tanta saggezza.
- “Date a Dio quello che è di Dio“
Come Cristiani è importante avere chiara conoscenza di quello che dobbiamo dare a Dio.Certamente, dobbiamo a Dio piena obbedienza ai Comandamenti e ad ogni regola di vita che troviamo nel Vangelo. Ogni giorno però dovrebbe essere vissuto non soffocati dalla tante cose che riguardano il nostro vivere quotidiano, ma saper trovare il tempo anche per leggere e meditare la Parola di Dio e così pure trovare sempre uno spazio per l’Adorazione Eucaristica. Saper viere le nostre giornate in questo modo, è indispensabile per mantenere un giusto equilibrio fra le esigenze del corpo e quelle dello Spirito. Quando manca una tale attenzione, quando per tanti motivi, predominano la preoccupazione per le necessità della nostra vita umana, allora si diventa facilmente ansiosi e quasi sempre malcontenti. La gioia e la pace si raggiungono solo quando sappiamo dedicare tutto il tempo necessario alle cose che riguardano la vita spirituale.
- “Date a Cesare quello che è di Cesare“
Poiché siamo cittadini non solo del cielo, ma anche di questo mondo, abbiamo il dovere di assolvere onestamente anche certi doveri che il contesto in cui viviamo richiede. E’ una questione di giustizia che se trasgredita, potrebbe causare del male per noi e per il prossimo. Per esempio, il pagamento delle tasse che ci vengono imposte, ma non meno il rispetto delle leggi che regolano il traffico stradale. Non meno importante è compiere con onestà e sopratutto con competenza, il lavoro che ci viene affidato.
- La componente del sacrificio
L’impegno richiesto per rimanere fedeli a ciò che dobbiamo a Dio e a Cesare, comporta sempre un certo sacrificio. Ogni cosa ha il suo prezzo e le cose belle hanno un prezzo molto alto. La volontà di evitare certi oneri, per pigrizia o per avarizia, va sempre a scapito della buona riuscita delle cose. Ci dicono i Santi che “il bene va fatto bene”, anche se costa sacrificio. Un pericolo da evitare è anche la fretta, che è sempre una cattiva consigliera specialmente nella preghiera.
Chiediamo a Maria il dono di essere sempre persone oneste, in tutti i campi.
Commento al Vangelo di Matteo 24,14
Molti sono chiamati, pochi gli eletti” (Matteo 22,14)
Un giorno Gesù, parlando ai capi dei Sacerdoti e ai Farisei, paragonò il Regno dei cieli a un re che “Fece una festa di nozze per il suo figlio”. Tutto era stato preparato con la massima cura, furono mandati dei servi a chiamare gli invitati alle nozze, che poi, però, hanno rifiutato l’invito. Nonostante il rifiuto, il re “Mandò altri servi” per rinnovare l’invito, ma gli invitati, con tante scuse, non solo si rifiutarono ancora, ma alcuni di loro “Presero quei servi li insultarono e li uccisero” (v.6). Allora il re si indignò e fece punire quelle persone.
- Una mensa speciale
Nella sua bontà infinita, il Signore offre a noi sue creature la possibilità di partecipare alla festa del suo Figlio, dove tutto è stato preparato con attenzione e con grande abbondanza. Questo vuol dire che ognuno di noi ha ricevuto e può ricevere dal Signore tutto il necessario per condurre una vita dignitosa e feconda.
Fra i doni che umanamene e spiritualmente riceviamo, Il Signore ci invita a partecipare alla preziosa mensa della Santa Eucaristia. In quella Celebrazione, avviene l’attualizzazione del mistero della Passione, morte e Risurrezione di Gesù. Preziosa è la possibilità di partecipare al banchetto della Parola, e ancora di più ci viene offerto come cibo il misterioso e reale Corpo e Sangue di Gesù, Niente di più prezioso si può considerare. A questa “Mensa” a questo “Banchetto”, a questa “Celebrazione”, tutti siamo invitati. Almeno la domenica (giorno del Signore), tutti dovremmo partecipare, con gioia e con tanta riconoscenza.
- Un peccaminoso rifiuto
Non tocca a noi giudicare, ma certamente per un Cristiano, non accettare l’invito di partecipare alla Santa Messa è un vero peccato. Si può essere giustificati in caso di malattia o per impegni particolarmente gravi. Ancora più grave è il peccato se dopo aver rifiutato l’invito, si maltrattano le persone mandate dal re. Allora la conseguenza per tale comportamento sarà una severa punizione. Questo purtroppo avviene ai nostri tempi, dove molti missionari, che hanno il compito di annunciare il Vangelo, vengono offesi e perseguitati, molti anche uccisi. Per tutti è importante non dimenticare che il Signore ha presente tutto il nostro agire, sia riguardo alle azioni, come anche alle intenzioni per cui si agisce.
- Non si può amare ciò che non si conosce
L’esperienza comune conferma che non si può amare quanto non si conosce. Ora, soltanto il Signore può giudicare la responsabilità morale di coloro che non vanno mai alla Messa o che partecipano solo per abitudine. E’ vero che la S. Messa è un atto che racchiude in sé stessa un grande mistero e con dei valori che solo nella fede si possono raggiungere, E’ compito di ogni cristiano però fare tutto il possibile per conoscere, almeno nella misura in cui siamo capaci, il dono che ci viene offerto specialmente nella Celebrazione della Santa Eucaristia. Necessario per arrivare a conoscere i doni che riceviamo, è fare riscorso allo Spirito Santo; è Lui che ha operato sui Profeti, nella Pentecoste sugli Apostoli e tutt’ora sulla Chiesa.Maria, ci aiuti a vivere con umiltà e con fede la Santa Messa.
Commento al Vangelo di Matteo 21,37
“DA ULTIMO MANDO’ LORO IL PROPRIO FIGLIO DICENDO: AVRANNO RISPETTO PER MIO FIGLIO” (Matteo 21,37)
Il peccato offusca le coscienze. Quando l’uomo si allontana da Dio, quando disobbedisce alla Legge e ai preziosi insegnamenti del Vangelo, tutto in lui si oscura fino a compiere gravi cattiverie e gravi ingiustizie, che poi a suo tempo dovrà scontare. Questa realtà Gesù l’ha messa in evidenza con la parabola dei “vignaioli omicidi”.
- Un atto di bontÃ
Nella storia della nostra vita, non dovremmo mai dimenticare il bene che abbiamo ricevuto. Pensiamo al dono della vita, a tutte le grazie che riguardano la vita spirituale, pensiamo al preziosissimo dono di Gesù. Mai dovremmo dimenticare il miracoloso evento della sua Incarnazione e poi la missione, la sua sofferenza subita fino alla condanna a morte e poi il grande evento della sua Risurrezione. Non dimentichiamo tutto quello che Gesù continua a fare nel tempo con la sua Presenza e attraverso i Sacramenti. Fra i doni più preziosi, abbiamo l’opera dello Spirito Santo, vero motore della Chiesa. Con gioia nel cuore dovremmo ringraziare il Signore per aver affidato a noi, alla nostra custodia realtà così preziose.
- Una grave mancanza
Peccare non è soltanto compiere azioni cattive, disobbedire ai Comandamenti, ma anche non far tesoro delle grazie ricevute. Purtroppo per molte persone avviene il contrario, come a coloro che sono chiamati a collaborare nella vigna del Signore, da servi si dichiarano poi “padroni“. Di questo ne ha parlato Gesù con la parabola dei vignaioli omicidi. A loro fu affidata una vigna da coltivare, per poi condividere tutto nel giorno della vendemmia. Purtroppo, quando il padrone mandò i suoi servi per la condivisione, come risposta, questi poveri servi sono stati percossi e alcuni uccisi. Offeso per tanta ingiustizia e cattiveria umana, nonostante tutto, alla fine il padrone mandò suo figlio, ma anche per Lui fu la stessa sorte, maltrattato e poi ucciso.
- La giustizia Divina
Non ci dobbiamo illudere che tutto passi inosservato davanti a Dio. La sua Misericordia è grande, ma esiste anche una giustizia Divina. Il padrone di quella vigna, quindi, è intervenuto castigando severamente quei vignaioli. Nella vita si può sbagliare e il perdono è assicurato per coloro che si pentono del male fatto. Non è così però per chi persevera sulla strada sbagliata. Con Dio non si scherza. Dio è buono, è misericordioso, ma per coloro che continuano a fare del male, prima o poi arriva la giusta sentenza: “Quei malvagi, li farò morire miseramente e darò la vigna in affitto ad altri contadini” (v.41). Non dobbiamo avere paura di Dio, ma certamente dobbiamo essere coscienti che esiste anche una giustizia Divina.
- Evitare il male e fare il bene
Ogni buon cristiano è chiamato a evitare il male e fare il bene. Questo non è sempre facile, ma sappiamo che il Signore vede la buona volontà delle persone. Nulla è nascosto al Signore di quello che facciamo e di quello che pensiamo, pertanto, dobbiamo stare sereni. Ciò che conta è presentarci a Lui sempre con sincerità . Basta una confessione fatta bene per rimediare alla colpa commessa.
Che Maria ci aiuti ad essere persone capaci di evitare il male a fare il bene.
Commento al Vangelo di Matteo 21, 28-29
UN UOMO AVEVA DUE FIGLI. SI RIVOLSE AL PRIMO E DISSE: FIGLIO OGGI VAI A LAVORARE NELLA MIA VIGNA. EGLI RISPOSE; NON HO VOGLIA. MA POI VI ANDO'” (Matteo 21.28-29)
Nella vita ciò che conta non sono le parole ma quello che si compie. Gesù un giorno parlò di un padre che aveva due figli e chiese al primo “Figlio oggi vai a lavorare nella mia vigna. Egli rispose: non ho voglia, ma poi vi andò”. La risposta negativa data non è certamente una cosa buona, ma poi “Si pentì e vi andò”. Diversa fu la situazione del secondo figlio che alla richiesta del padre rispose subito “Si, signore, ma non vi andò”. Allora Gesù pose la domanda: “Chi dei due ha compiuto la volontà del Padre”? (v.31), la risposta è stata facile: certamente il primo figlio.
- L’ esempio del peccatore pentito
Nel corso della vita per particolari circostanze, e per la nostra fragilità umana, può succedere di compiere qualche disobbedienza ai comandi del Signore. Quando però la persona si pente del peccato commesso e decide di obbedire questo fa contento il Signore e la persona stessa. Si legge nel Vangelo di Luca:“Io vi dico: vi è più gioia per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione” (Lc.15,7).
Il Signore non si meraviglia delle nostre fragilità , dei nostri peccati, ciò che è importante è avere ll coraggio e l’umiltà di riconoscere le proprie mancanze, chiedere perdono alle persone offese e fare quanto viene richiesto.
- Non bastano le parole
Quel “Si, signore” così tempestivo e superficiale detto dal secondo figlio, conferma che non bastano le parole nella via, ma ciò che conta è fare il proprio dovere in termini reali e concreti. Quando ci fermiamo a discorsi persuasivi, ma non portiamo a conclusione quello che ci viene richiesto, allora Gesù interviene con parole severe; “in verità vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passeranno avanti nel regno di Dio”(v.31). perchè essi hanno creduto alla parola di Giovani Battista. Coloro invece che lo hanno visto e sentito ma poi non gli hanno creduto e obbedito, per loro certamente è riservata una severa condanna.
- La conversione
Fin che siamo sulla terra è sempre possibile rimediare alle nostre colpe. Gesù nella sua bontà infinita, conoscendo le nostre fragilità , ha promesso e poi istituito formalmente, il Sacramento della Riconciliazione. Questo è avvenuto in una delle apparizione di Gesù-Risorto nel Cenacolo, alla presenza dei suoi Apostoli.
Quel giorno, dopo aver dato la pace disse: “Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi. Poi soffiò su di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati, a coloro che non perdonerete, non saranno perdonati” (Gv.20,21-23). Questo è il prezioso dono che Gesù offre al peccatore pentito. Non lasciamoci ingannare dal demonio. ma con umiltà accostiamoci a questo Sacramento e sperimenteremo tanta gioia.
La nostra mamma celeste. ci aiuti a fare il passo giusto nel momento giusto.
Commento al Vangelo di Matteo 20,13
“AMICO NON TI HO FATTO TORTO. NON HAI FORSE CONCORDATO CON ME PER UN DENARO?”
(Matteo 20,13)
Dio agisce sempre con giustizia, ma sempre è presente e operante in Lui la generosità . Questo, Gesù, lo ha fatto capire con una parabola di un uomo che aveva chiamato dei lavoratori a lavorare nella sua vigna, ma in diversi orari. Alla fine, gli operai furono ricompensati tutti con la stessa moneta. Allora i primi si sono lamentati dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo” (v.12).L’osservazione è giusta, “Ma il padrone rispondendo a uno di loro disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me un denaro?”. Quindi il datore di lavoro ha dimostrato di non aver mancato al suo dovere, dando agli operai quanto era stato pattuito.
- Gelosia e invidia
Come Cristiani, dovremmo essere contenti quando le cose vanno bene alle persone che conosciamo; condividere la loro gioia, ma non è sempre così. Molte volte, anche per piccole cose, scatta una forma di gelosia, di invidia verso chi sta meglio di noi. E’ un peccato frequente per il quale dovremmo fare molta attenzione. “Dio è Amore” e pertanto la sua generosità , il suo Amore non ha limiti e nella sua sapienza, “ha tutti i diritti di fare come ritiene opportuno”; non ha certo bisogno di consultarsi con noi su quello che deve fare per aiutare i poveri o persone che sono in particolare necessità . Essere gelosi o invidiosi, è una offesa che facciamo a Dio stesso, è una mancanza di fiducia nella sua generosità .
- Giustizia
Uno dei grandi insegnamenti che riceviamo dal Signore è proprio sul fronte della giustizia. In ogni situazione in cui siamo chiamati a operare, come cristiani, il comportamento che dobbiamo avere è di essere sempre non solo fedeli ai nostri doveri, ma anche persone che svolgono la loro professione con una vera e provata competenza. Questo è un senso di giustizia non meno importante di altri. Ci sono persone che forse non hanno una grande frequenza con la Chiesa, ma la loro serietà e la vera competenza nello svolgere la loro professione, diventa un agire che merita il titolo di persone giuste. Se non siamo in grado di svolgere un certo lavoro come si conviene, bisogna avere l’umiltà di lasciare ad altri certe responsabilità .
- GenerositÃ
Un secondo insegnamento che questa parabola ci suggerisce, è di avere un cuore generoso. Sono tante le necessità che in questi momenti si presentano. Non tutto si può fare, ma quello che rientra nelle nostre possibilità , lo dobbiamo fare. Diceva giustamente San Vincenzo De Paoli, un apostolo della carità , che “il bene va fatto bene“. Molte sono le paure ingiustificate che non ci permettono di essere dono al fratello che è in difficoltà . Rimandare a domani l’intervento, può essere troppo tardi. Preghiamo lo Spirito Santo, perchè sia Lui a farci capire certe urgenze e che ci dia la forza per intervenire con generosità e con tempestività .
Maria, la nostra cara mamma celeste, ci renda figli giusti e generosi.
Commento al Vangelo di Matteo 18,33
“SERVO MALVAGIO, IO TI HO PERDONATO TUTTO QUEL Â DEBITO PERCHE’ TU MI HAI PREGATO. NON DOVEVI ANCHE TU AVERE PIETA’ DEL TUO COMPAGNO, COMEÂ IO HO AVUTO PIETA’ DI TE?” Â (Matteo 18,33)
Avere la possibilità di essere veramente perdonati dei nostri peccati, oppure da debiti contratti, è sempre una grande grazia. Da sottolineare poi il fatto che Dio non solo perdona, ma come si legge in Isaia: “Io cancello i tuoi misfatti, per riguardo a me non ricordo più i tuoi peccati” (Isaia 43,25).Quindi mentre a livello umano si arriva al perdono, ma difficilmente si dimentica, il Signore ha un cuore così grande da dimenticare i peccati commessi (naturalmente se confessati e con vero pentimento). Questa è una realtà che testimonia la infinita Misericordia di Dio.
- Un severo monito
E’ cosa buona supplicare per avere il perdono per le mancanze commesse, oppure per aver mancato di restituire il denaro avuto in prestito. Ma non è meno importante, a nostra volta, saper perdonare le persone che ci hanno offeso o che hanno mancato di parola per saldare i loro debiti. Se poi questo debito venisse richiesto con gravi minacce, in questi casi è interessante quello che Gesù ha detto in simili situazioni: “Servo malvagio, io ti ho perdonato tutto quel debito perchè tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu avere pietà del tuo compagno, come io ho avuto pietà di te?”. La sentenza per chi non perdona, dopo essere stato perdonato, è molto severa; quell’uomo viene preso e “messo in mano a degli aguzzini, finché non abbia restituito tutto il dovuto” (v.34). Gesù poi parla di questa sentenza facendo riferimento al giorno del giudizio: “Così anche il Padre mio celeste, farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello” (v.35). Questo è l’insegnamento di Gesù che troviamo nella preghiera del Padre nostro: “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori” (Mt. 6,12). Come Cristiano siamo chiamati a questa obbedienza.
- Chi ha tempo, non aspetti tempo
Quando certe situazioni sono difficili e comportano sacrifici, è facile rimandare la soluzione a momenti di maggiore serenità . E’ senz’altro cosa buona riflettere bene sulle cose e sulle scelte che dobbiamo fare, ma non dobbiamo rimandare a domani quello che si può fare oggi. La paura, o la pigrizia in alcuni casi, può essere veramente dannosa. Il tempo passa e nessuno può avere la sicurezza che ci sarà un domani per assolvere certi problemi. Quindi la saggezza umana deve portarci ad avere il coraggio di affrontare i problemi della vita con tempestività .
- L’azione dello Spirito Santo
La vita è per tutti un cammino che va affrontato con saggezza umana e spirituale. Forse troppe volte si pensa di bastare a noi stessi per affrontare problemi e scelte necessarie. E’ indispensabile invece fare riferimento all’azione dello Spirito Santo, che nel corso della storia ha sempre agito e sostenuto il cammino dell’umanità . Questo è stato alle origini della vita, nella storia dei Patriarchi; su tutti i profeti è da ricordare il suo miracoloso intervento in Maria che Concepì per opera dello Spirito Santo. Sappiamo bene cosa è avvenuto nel giorno della Pentecoste e continua la sua misteriosa azione nella e sulla Chiesa. E’ a lui quindi che dobbiamo umilmente ricorrere perchè sia Luce per comprendere bene quello che dobbiamo fare nel corso della vita e Forza per metterlo in pratica.
Maria, la nostra mamma, sia Lei a invocare per noi questa Luce e questa Forza.
Commento al Vangelo di Matteo 16,15
“GESU’ DISSE LORO: MA VOI, CHI DITE CHE IO SIA”? (Matteo 16,15)
Gesù dopo avere da tempo predicato e fatto miracoli, un giorno chiese ai suoi Discepoli: “La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo? Risposero: alcuni dicono Giovanni Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei Profeti” (v.14). E’ interessante questa domanda alla quale i Discepoli hanno cercato di rispondere come potevano, ma Gesù ha proseguito con una seconda domanda rivolta questa volta personalmente a ciascuno di loro: “Ma voi, chi dite che io sia?” (v.15). Essere interrogati così direttamente, è stato per tutti un forte disagio, che Pietro però ha superato dicendo; “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (v.16). Gesù ha confermato le parole di Pietro, ma gli ha fatto capire che “non erano farina del suo sacco”. In quella occasione, Gesù ha fatto conoscere a Pietro il prezioso e gravoso compito che lo attendeva e la conferma che il cammino della Chiesa che si stava formando, avrebbe incontrato difficoltà , ma che “Le potenze degli inferi non prevarranno su di essa” (v.18). Questa dichiarazione di Gesù, non va mai dimenticata, anche nei momenti in cui difficoltà e persecuzioni possono far pensare a una vittoria delle forze degli inferi. Dobbiamo conservare sempre la fiducia nel Signore.
- “Ma voi, chi dite che io sia?”
Quando Gesù ha chiesto ai Discepoli: “Ma voi chi dite che io sia?”, certamente ha voluto far capire che per tutti è un dovere verificare quale sia la conoscenza che abbiamo di Lui, perchè non si può amare ciò che non si conosce. Questo è il grave e urgente compito di ogni Cristiano; diversamente, si cade in una forma di vita che non favorisce una vera relazione con Gesù. Come persone credenti è importante superare ogni forma di preghiera devozionale, cioè una preghiera che si esaurisce nella recita di varie formule che conosciamo, mentre invece dobbiamo procedere nel cammino spirituale dialogando il più possibile con la persona di Gesù.
- Gesù si presenta.
Per aiutarci nel dialogo, Gesù in diverse occasioni della sua missione, si è presentato con numerose immagini suggestive e molto importanti, così quando disse: “Io sono la vite, voi i tralci” (Gv.15,5). “Io sono il buon pastore” (Gv.10,11). “Io sono la via, la verità , la vita” (Gv.14,6). “Io sono il pane vivo disceso dal cielo” (Gv.6,51). Basterebbero queste similitudini per prendere coscienza di quanto sia importante una intima relazione con Lui. Quando Gesù parla di Lui “come vite” e di noi “come tralci”, come prima cosa dichiara che Vite e tralcio non sono due cose, ma un’unica realtà . Già questo fatto dovrebbe ricolmarci il cuore di gioia. Ma segue un secondo insegnamento, e cioè che se il tralcio si stacca dalla Vite, non potrà mai portare frutti, ed è destinato a inaridire. Ecco che cosa è Gesù per noi, una Persona preziosa e indispensabile per la nostra vita qui sulla terra. Una Persona che dovremmo sempre custodire nel cuore e trovare il tempo per vivere momenti di vera intimità con Lui. Così dovrebbe essere la nostra preghiera: ascoltare, meditare, amare quello che Lui E’, quello che ha fatto e continua a fare per noi. Gesù e per tutti un vero Tesoro nascosto.
Ci aiuti Maria a scoprire sempre di più la preziosità di questo Tesoro.