Commento al Vangelo di Matteo 20,13
“AMICO NON TI HO FATTO TORTO. NON HAI FORSE CONCORDATO CON ME PER UN DENARO?”
(Matteo 20,13)

Dio agisce sempre con giustizia, ma sempre è presente e operante in Lui la generosità . Questo, Gesù, lo ha fatto capire con una parabola di un uomo che aveva chiamato dei lavoratori a lavorare nella sua vigna, ma in diversi orari. Alla fine, gli operai furono ricompensati tutti con la stessa moneta. Allora i primi si sono lamentati dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo” (v.12).L’osservazione è giusta, “Ma il padrone rispondendo a uno di loro disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me un denaro?”. Quindi il datore di lavoro ha dimostrato di non aver mancato al suo dovere, dando agli operai quanto era stato pattuito.
- Gelosia e invidia
Come Cristiani, dovremmo essere contenti quando le cose vanno bene alle persone che conosciamo; condividere la loro gioia, ma non è sempre così. Molte volte, anche per piccole cose, scatta una forma di gelosia, di invidia verso chi sta meglio di noi. E’ un peccato frequente per il quale dovremmo fare molta attenzione. “Dio è Amore” e pertanto la sua generosità , il suo Amore non ha limiti e nella sua sapienza, “ha tutti i diritti di fare come ritiene opportuno”; non ha certo bisogno di consultarsi con noi su quello che deve fare per aiutare i poveri o persone che sono in particolare necessità . Essere gelosi o invidiosi, è una offesa che facciamo a Dio stesso, è una mancanza di fiducia nella sua generosità .
- Giustizia
Uno dei grandi insegnamenti che riceviamo dal Signore è proprio sul fronte della giustizia. In ogni situazione in cui siamo chiamati a operare, come cristiani, il comportamento che dobbiamo avere è di essere sempre non solo fedeli ai nostri doveri, ma anche persone che svolgono la loro professione con una vera e provata competenza. Questo è un senso di giustizia non meno importante di altri. Ci sono persone che forse non hanno una grande frequenza con la Chiesa, ma la loro serietà e la vera competenza nello svolgere la loro professione, diventa un agire che merita il titolo di persone giuste. Se non siamo in grado di svolgere un certo lavoro come si conviene, bisogna avere l’umiltà di lasciare ad altri certe responsabilità .
- GenerositÃ
Un secondo insegnamento che questa parabola ci suggerisce, è di avere un cuore generoso. Sono tante le necessità che in questi momenti si presentano. Non tutto si può fare, ma quello che rientra nelle nostre possibilità , lo dobbiamo fare. Diceva giustamente San Vincenzo De Paoli, un apostolo della carità , che “il bene va fatto bene“. Molte sono le paure ingiustificate che non ci permettono di essere dono al fratello che è in difficoltà . Rimandare a domani l’intervento, può essere troppo tardi. Preghiamo lo Spirito Santo, perchè sia Lui a farci capire certe urgenze e che ci dia la forza per intervenire con generosità e con tempestività .
Maria, la nostra cara mamma celeste, ci renda figli giusti e generosi.
Commento al Vangelo di Matteo 18,33
“SERVO MALVAGIO, IO TI HO PERDONATO TUTTO QUEL Â DEBITO PERCHE’ TU MI HAI PREGATO. NON DOVEVI ANCHE TU AVERE PIETA’ DEL TUO COMPAGNO, COMEÂ IO HO AVUTO PIETA’ DI TE?” Â (Matteo 18,33)

Avere la possibilità di essere veramente perdonati dei nostri peccati, oppure da debiti contratti, è sempre una grande grazia. Da sottolineare poi il fatto che Dio non solo perdona, ma come si legge in Isaia: “Io cancello i tuoi misfatti, per riguardo a me non ricordo più i tuoi peccati” (Isaia 43,25).Quindi mentre a livello umano si arriva al perdono, ma difficilmente si dimentica, il Signore ha un cuore così grande da dimenticare i peccati commessi (naturalmente se confessati e con vero pentimento). Questa è una realtà che testimonia la infinita Misericordia di Dio.
- Un severo monito
E’ cosa buona supplicare per avere il perdono per le mancanze commesse, oppure per aver mancato di restituire il denaro avuto in prestito. Ma non è meno importante, a nostra volta, saper perdonare le persone che ci hanno offeso o che hanno mancato di parola per saldare i loro debiti. Se poi questo debito venisse richiesto con gravi minacce, in questi casi è interessante quello che Gesù ha detto in simili situazioni: “Servo malvagio, io ti ho perdonato tutto quel debito perchè tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu avere pietà del tuo compagno, come io ho avuto pietà di te?”. La sentenza per chi non perdona, dopo essere stato perdonato, è molto severa; quell’uomo viene preso e “messo in mano a degli aguzzini, finché non abbia restituito tutto il dovuto” (v.34). Gesù poi parla di questa sentenza facendo riferimento al giorno del giudizio: “Così anche il Padre mio celeste, farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello” (v.35). Questo è l’insegnamento di Gesù che troviamo nella preghiera del Padre nostro: “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori” (Mt. 6,12). Come Cristiano siamo chiamati a questa obbedienza.
- Chi ha tempo, non aspetti tempo
Quando certe situazioni sono difficili e comportano sacrifici, è facile rimandare la soluzione a momenti di maggiore serenità . E’ senz’altro cosa buona riflettere bene sulle cose e sulle scelte che dobbiamo fare, ma non dobbiamo rimandare a domani quello che si può fare oggi. La paura, o la pigrizia in alcuni casi, può essere veramente dannosa. Il tempo passa e nessuno può avere la sicurezza che ci sarà un domani per assolvere certi problemi. Quindi la saggezza umana deve portarci ad avere il coraggio di affrontare i problemi della vita con tempestività .
- L’azione dello Spirito Santo
La vita è per tutti un cammino che va affrontato con saggezza umana e spirituale. Forse troppe volte si pensa di bastare a noi stessi per affrontare problemi e scelte necessarie. E’ indispensabile invece fare riferimento all’azione dello Spirito Santo, che nel corso della storia ha sempre agito e sostenuto il cammino dell’umanità . Questo è stato alle origini della vita, nella storia dei Patriarchi; su tutti i profeti è da ricordare il suo miracoloso intervento in Maria che Concepì per opera dello Spirito Santo. Sappiamo bene cosa è avvenuto nel giorno della Pentecoste e continua la sua misteriosa azione nella e sulla Chiesa. E’ a lui quindi che dobbiamo umilmente ricorrere perchè sia Luce per comprendere bene quello che dobbiamo fare nel corso della vita e Forza per metterlo in pratica.
Maria, la nostra mamma, sia Lei a invocare per noi questa Luce e questa Forza.
Commento al Vangelo di Matteo 16,15
“GESU’ DISSE LORO: MA VOI, CHI DITE CHE IO SIA”? (Matteo 16,15)

Gesù dopo avere da tempo predicato e fatto miracoli, un giorno chiese ai suoi Discepoli: “La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo? Risposero: alcuni dicono Giovanni Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei Profeti” (v.14). E’ interessante questa domanda alla quale i Discepoli hanno cercato di rispondere come potevano, ma Gesù ha proseguito con una seconda domanda rivolta questa volta personalmente a ciascuno di loro: “Ma voi, chi dite che io sia?” (v.15). Essere interrogati così direttamente, è stato per tutti un forte disagio, che Pietro però ha superato dicendo; “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (v.16). Gesù ha confermato le parole di Pietro, ma gli ha fatto capire che “non erano farina del suo sacco”. In quella occasione, Gesù ha fatto conoscere a Pietro il prezioso e gravoso compito che lo attendeva e la conferma che il cammino della Chiesa che si stava formando, avrebbe incontrato difficoltà , ma che “Le potenze degli inferi non prevarranno su di essa” (v.18). Questa dichiarazione di Gesù, non va mai dimenticata, anche nei momenti in cui difficoltà e persecuzioni possono far pensare a una vittoria delle forze degli inferi. Dobbiamo conservare sempre la fiducia nel Signore.
- “Ma voi, chi dite che io sia?”
Quando Gesù ha chiesto ai Discepoli: “Ma voi chi dite che io sia?”, certamente ha voluto far capire che per tutti è un dovere verificare quale sia la conoscenza che abbiamo di Lui, perchè non si può amare ciò che non si conosce. Questo è il grave e urgente compito di ogni Cristiano; diversamente, si cade in una forma di vita che non favorisce una vera relazione con Gesù. Come persone credenti è importante superare ogni forma di preghiera devozionale, cioè una preghiera che si esaurisce nella recita di varie formule che conosciamo, mentre invece dobbiamo procedere nel cammino spirituale dialogando il più possibile con la persona di Gesù.
- Gesù si presenta.
Per aiutarci nel dialogo, Gesù in diverse occasioni della sua missione, si è presentato con numerose immagini suggestive e molto importanti, così quando disse: “Io sono la vite, voi i tralci” (Gv.15,5). “Io sono il buon pastore” (Gv.10,11). “Io sono la via, la verità , la vita” (Gv.14,6). “Io sono il pane vivo disceso dal cielo” (Gv.6,51). Basterebbero queste similitudini per prendere coscienza di quanto sia importante una intima relazione con Lui. Quando Gesù parla di Lui “come vite” e di noi “come tralci”, come prima cosa dichiara che Vite e tralcio non sono due cose, ma un’unica realtà . Già questo fatto dovrebbe ricolmarci il cuore di gioia. Ma segue un secondo insegnamento, e cioè che se il tralcio si stacca dalla Vite, non potrà mai portare frutti, ed è destinato a inaridire. Ecco che cosa è Gesù per noi, una Persona preziosa e indispensabile per la nostra vita qui sulla terra. Una Persona che dovremmo sempre custodire nel cuore e trovare il tempo per vivere momenti di vera intimità con Lui. Così dovrebbe essere la nostra preghiera: ascoltare, meditare, amare quello che Lui E’, quello che ha fatto e continua a fare per noi. Gesù e per tutti un vero Tesoro nascosto.
Ci aiuti Maria a scoprire sempre di più la preziosità di questo Tesoro.
Commento al Vangelo di Matteo 15,22
“UNA DONNA CANANEA, CHE VENIVA DA QUELLA REGIONE, SI MISE A GRIDARE: PIETA’ DI ME SIGNORE, FIGLIO DI DAVIDE! MIA FIGLIA E’ MOLTO TORMENTATA DA UN DEMONIO” (Matteo 15,22)

Gesù nel corso della sua missione sulla terra, ha incontrato anche persone possedute dal Demonio. Avvenne che una donna Cananea, “che veniva da quella regione, si mise a gridare: Pietà di me Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio” (v.22). Questo conferma che al tempo di Gesù, esistevano delle persone possedute dal Demonio. Nessuno può negare quello che dice il Vangelo. E’ l’astuzia del maligno che nega la verità , e fa di tutto per far credere che addirittura lui non esista.
Il comportamento di Gesù
Alla insistente richiesta della Cananea, Gesù non ha dato sul momento tanta considerazione. La donna però fu perseverante e fino al punto che gli stessi Apostoli hanno chiesto a Gesù di esaudirla “perchè ci viene dietro gridando” (v.23). La risposta di Gesù fu molto significativa: “Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa di Israele” (v.24). Ma alla rinnovata insistenza di quella donna Gesù rispose:“Non è bene prendere del pane dei figli per darlo a dei cagnolini” (v. 26 ), La risposta della donna è stata una conferma della fede che aveva in Gesù: “E’ vero, Signore, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni” (v. 27). A queste parole, Gesù confermò e premiò il comportamento della Cananea dicendo: “Donna, grande è la tua fede! Avvenga come tu desideri. E in quell’istante la sua figlia fu guarita” (v. 28). Ancora una volta abbiamo la conferma che è la fede che ottiene il miracolo. Quando ci rivolgiamo a Gesù per qualche richiesta, la risposta sarà positiva se fatta con vera fede. Dobbiamo però anche tenere presente, che la grazia verrà concessa solo se giova per la nostra anima e nei tempi e modi che solo Dio decide.
I presupposti per un vero atto di fede
Un atto di fede, perchè sia veramente tale, esige alcune attenzioni particolari.
- E’ indispensabile che chi fa la richiesta, abbia piena coscienza della persona alla quale si rivolge. Gesù è una persona, non è una statua o una realtà astratta. Gesù è il Verbo Incarnato; è la Persona che i Profeti hanno annunciato secoli prima della sua venuta; è Colui che ci ha salvati e ci salva, con il prezzo della sua Passione, Morte e Risurrezione; è Colui che oggi è presente nell’Eucaristia.
- Si arriva all’atto di fede, quando si è certi che Gesù, in quanto Dio, può compiere atti che vanno oltre ogni nostra capacità : “Nulla è impossibile a Dio” (Lc.1,37).
- Noi per natura siamo limitati e quindi, a Gesù, ci dobbiamo rivolgere con molta umiltà . Dobbiamo formulare la richiesta convinti di non avere alcun merito per ricevere il dono; che tutto ciò che ci viene dato è totalmente gratuito.
- Possiamo dire di avere fede, se in partenza accettiamo risposte positive o negative; avere piena fiducia in quello che Lui fa è sempre la cosa migliore e certamente efficace per la nostra anima.
- L’uomo di fede, sa che i tempi di Dio non sono i nostri, quindi, sa attendere con gioia, non con ansia. Stare sereni non è facile, ma è indispensabile. A Maria, la nostra cara mamma celeste, chiediamo il dono di una vera fede.
Commento al Vangelo di Matteo 14,23
“CONGEDATA LA FOLLA, SALI’ SUL MONTE, IN DISPARTE A PREGARE. VENUTA LA SERA , EGLI SE NE STAVA LASSU’, DA SOLO”       (Matteo 14,23).

Gesù è il nostro maestro. Egli ci insegna a vivere non solo con le parole, ma con la vita. Questo è ciò che dovremmo fare anche noi. Uno dei comportamenti più significativi della vita di Gesù, è la sua attenzione e la sua quotidiana comunione con il Padre, fino a pronunciare parole molto significative: “Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv.10,30). I momenti in cui Gesù si è fermato solo sul monte a pregare, sono per noi un forte richiamo sulla necessità di trovare ogni giorno un tempo dedicato alla preghiera, non per recitare le nostre formule ordinarie, ma per metterci in ascolto della Parola di Dio e per meditare attentamente sull’Amore che Gesù ha per noi.
Gesù cammina sulle acque
Vissuto il prezioso momento di intimità con il Padre, Gesù scese dal monte e andò incontro ai suoi discepoli, che sul lago cercavano di raggiungere con fatica la riva.
Gesù si avvicinò alla loro barca camminando sull’acqua, come se fosse una strada normale. Il fatto spaventò i discepoli pensavano che fosse un fantasma. Subito intervenne Gesù dicendo: “Coraggio, sono io, non abbiate paura” (v.27). Ma le parole di Gesù non sono bastate per rassicurare i discepoli e Pietro chiese a Gesù di poterlo raggiungere camminando anche lui sull’acqua. Gesù rispose con una sola parola: “Vieni” (v.29). Pietro uscito dalla barca cominciò a camminare sull’acqua, “Ma vedendo che il vento era forte, s’impaurì, e cominciando ad affondare, gridò: Signore salvami” (v.30). Gesù, è intervenuto, lo ha salvato, ma non gli ha risparmiato un severo rimprovero: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?” (v.31). Fin tanto che Pietro ha creduto nel valore e nell’efficacia di quell’unica Parola: “Vieni”, ha sperimentato il miracolo di camminare sull’acqua, e con grande meraviglia anche degli altri discepoli. Poi, preoccupato del forte vento, tutto è finito e spaventato stava per affondare.
E’ la fede che salva
Pietro ebbe il coraggio di chiedere a Gesù una prova del fatto successo, ma poi ha mancato di fiducia in Gesù, si è spaventato per il forte vento, quindi ha perso il contatto con la Parola di Gesù, ebbe paura e stava affogando. E’ mancata la fede, ma anche la capacità di accettare il disagio procurato dal forte vento.“Fede e sacrificio” sono due componenti indispensabili per un serio cammino Cristiano. Gesù, ci vuol dire che per arrivare alla salvezza eterna dobbiamo anche saper accettare e vivere con generosità le difficoltà che la vita terrena comporta.
La presenza di Gesù
Significativo è il fatto che Gesù, “Appena salito in barca, il vento cessò” (v.32). Ancora una volta Gesù dà conferma che quando e dove Lui è presente si avvertono dei concreti miglioramenti. Così è stato: il vento “Cessò”. Se anche noi oggi, fossimo capaci, in certe situazioni e problemi difficili di invocare la Presenza di Gesù potremmo essere sostenuti e anche liberati da chi tenta di oscurare e interrompere il nostro cammino. Se poi un giorno per fragilità perdiamo il contatto con il Signore, con il suo aiuto è possibile riprendere il nostro cammino.
Che Maria, ancora ci aiuti ad essere fedeli nel compimento della nostra missione.
Commento al Vangelo di Matteo 17, 1-2
“GESU’ PRESE CON SE’ PIETRO, GIACOMO E GIOVANNI SUO FRATELLO E LI CONDUSSE IN DISPARTE, SU UN ALTO MONTE. E FU TRASFIGURATO DAVANTO A LORO. (Matteo 17,1-2)

Gli Apostoli stando con Gesù, hanno avuto la grazia di fare particolari esperienze. Un giorno, tre di loro: Pietro, Giacomo e Giovanni, Gesù li ha chiamati e “Li condusse in disparte, su un monte alto e fu trasfigurato davanti a loro, il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce” (vv.1-2). E’ comprensibile lo stupore e anche un certo timore di fronte a una realtà così straordinaria e improvvisa. Di seguito, videro apparire accanto a Gesù “Mosè e Elia che conversavano con Lui”. Quello fu un evento voluto da Gesù per confermare che la sua persona non era riducibile solamente a quello che umanamente potevano vedere e capire di Lui, ma che portava in se stesso il grande mistero del suo essere Dio da sempre e anche vero uomo dal giorno della sua Incarnazione.
Antico e nuovo testamento
L’apparizione accanto a Gesù di Mosè, come rappresentante della Legge e di Elia, come rappresentante dei Profeti, conferma che la missione di Gesù è stata un preciso punto di arrivo della Storia della salvezza, che si è sviluppata nel corso dei secoli e che in Gesù ha trovato il suo compimento. Quindi non si deve pensare a una divisione fra l’Antico e il Nuovo Testamento. Gesù stesso lo ha confermato dicendo: “Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti, non sono venuto ad abolire, ma a dare compimento” (Mt.5,17). Questa verità di fede, purtroppo non è stata compresa da molti Scribi e Farisei, i quali si sono sempre opposti alla sua missione, fino al punto di farlo condannare a morte. Facciamo attenzione anche a non cadere nello stesso errore. Noi crediamo che Gesù, con la sua vita, morte e risurrezione ha salvato e salva l’intera umanità .
La reazione di Pietro
I tre Apostoli, sorpresi dalla trasfigurazione di Gesù, erano più emozionati che coscienti di quanto è avvenuto. Pietro, con grande entusiasmo, disse: “Signore, è bello per noi esser qui. Se vuoi farò qui tre capanne, una per te una per Mosè e una per Elia” (v.4). Quando, come creature umane, entriamo in contatto con realtà soprannaturali, l’emozione non è più controllabile. Questo avverrà in modo totale quando ci presenteremo al cospetto di Dio nella vita che ci attende.
“Un voce dalla nube”
L’evento della Trasfigurazione di Gesù si è completato con “L’apparizione di una nube luminosa che coprì gli Apostoli” (v.5/a). E’ facilmente comprensibile, quale sia stata l’emozione di fronte a un simile fatto. Come se non bastasse, dalla nube poi uscì una voce che diceva;“Questo è il Figlio mio, l’amato; in Lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo” (v.5/b). Quella “voce” è un’autorevole conferma della Divinità di Gesù e della missione che il Padre gli ha assegnato. Questo è l’atto di fede che noi oggi siamo chiamati a esprimere, con piena coscienza, sulla persona di Gesù. Quella voce è un richiamo rivolto a tutti affinché questo “Figlio amato” venga, non solo ascoltato, ma corrisposto con una vera obbedienza.
Maria, ci aiuti ad essere persone sempre capaci di vivere quello che si crede.
Commento al Vangelo di Matteo 13, 49-50
“COSI’ SARA’ ALLA FINE DEL MONDO. VERRANNO GLI ANGELI E SEPARERANNO I CATTIVI DAI BUONI E
 LI GETTERANNO NELLA FORNACE ARDENTE DOVE SARA’ PIANTO E STRIDORE DI DENTI” (Matteo 13,49-50)

La vita è un prezioso dono del Signore, che va gestito bene. Ogni persona è però libera di decidere come impostare il proprio cammino qui sulla terra; come mettere a frutto i talenti che ha ricevuto. Ogni persona è libera di seminare nel proprio campo buon grano oppure zizzania. Naturalmente, alla stagione della mietitura, solo il buon grano verrà conservato nei granai; la zizzania verrà gettata “Nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti”. Questa verità va considerata e valutata attentamente, senza rimandarla a domani perchè a nessuno, è consentito conoscere il giorno della mietitura.
- L’obbedienza
La strada da percorrere per evitare l’inferno, è l‘obbedienza. Dio ha dato a Mosè i dieci Comandamenti. Gesù, non solo ha confermato tutta la validità dei Comandamenti, ma oltre a particolari insegnamenti, ci ha fatto dono delle nove Beatitudini, che completano le indicazioni di vita che dobbiamo seguire per avere la salvezza eterna. Gesù, è stato molto chiaro dicendo a tutti: “Se mi amate, osservate i miei comandamenti” (Gv,14,15). Certamente, questa è una strada che richiede umiltà e spirito di sacrificio, ma nessuno può sperare di essere salvato se nel corso della vita terrena, non ha fatto il possibile per vivere obbediente alla Parola di Dio, ai Comandamenti e alle tante buone esortazione ricevute.
- L’importanza del momento presente
L’astuzia del demonio è di farci rimandare a tempi migliori impegni e obbedienze che possono sembrare meno urgenti, E’ sempre vero il proverbio che dice: “Chi ha tempo, non aspetti altro tempo”. Questa è saggezza umana e non meno spirituale.
Essere pronti, vivere in Grazia di Dio, chiudere la giornata con la serenità di aver fatto il nostro dovere, è una virtù da conseguire. La pigrizia, l’accidia, l’indolenza nel fare e nel decidere certe cose è sempre da evitare. E’ bene anche non dare peso più di tanto a momenti di stanchezza, che si possono avere per una serie di circostanze che abbiamo dovuto affrontare; importante è avere coscienza che senza sacrificio non si costruisce niente di buono.
- Occasioni da non perdere
Per tutti è necessario fare il possibile per evitare il male e fare il bene. Una cosa importante per riuscire a fare il bene, è prendere coscienza che esiste un “tesoro nascosto” del quale parla apertamente Gesù. Le tentazioni del demonio, possono essere più facilmente superate se con saggezza umana cerchiamo di prendere coscienza di certi valori che Gesù ci offre. Parlare di “Tesoro nascosto”, significa entrare in un contesto di realtà così preziose, che neppure i Santi hanno saputo comprendere pienamente. Quel Tesoro, praticamente, è tutto ciò che riguarda la vita, la morte e la risurrezione di Gesù. Non lasciamoci ingannare dal maligno che fa di tutto per oscurare le cose belle che Dio ci offre e, peggio ancora, nega e tenta di soffocare l’Amore che Dio Padre ha per noi suoi figli: “Ti ho amato di un amore eterno” (Ger. 31,3). Tutto cambia, se crediamo in questo Amore.
Con fiducia chiediamo a Maria che ci aiuti a scoprire presto quel Tesoro nascosto.
Commento al Vangelo di Matteo 13,43
“ALLORA I GIUSTI SPLENDERANNO COME IL SOLE NEL Â REGNO Â DEL PADRE LORO” (Mt.13,43)

Abbiamo coscienza di quello che ci  attende dopo la morte? Le persone che non credono, un giorno si pentiranno, ma troppo tardi. Gesù nel dare la risposta a dei Sadducei i quali dicevano che non c’è risurrezione, fece notare come Dio si presentò a Mosè dicendo: “Io sono il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe; non il Dio dei morti, ma dei viventi” (Mc.12,26-27). Questa è una conferma che la morte non è la fine della vita, ma solo il passaggio per entrare nella pienezza della vera vita.                                                                     Â
- “I giusti splenderanno come il sole“
Gesù con parole velate, che vanno sempre comprese con saggezza spirituale, ha già rivelato a noi, seppure in parte, quello che ci attende dopo la morte. Come prima cosa mette in evidenza “lo splendore” che si manifesterà in coloro che raggiungono il Paradiso. Sono i Santi, che avendo vissuto in modo pieno l’intimità con Dio, riflettono in cielo quella misteriosa Luce che è propria di Dio stesso. Questa “Luce” è l’Amore di Dio, è la potenza di Dio, è la Santità di Dio, Questa “Luce” splenderà come il sole in persone che, nel corso della vita terrena hanno vissuto con Dio come se fossero con Lui “una cosa sola”.
- Una preziosa rivelazione
Nella Legge di Mosè si legge: “Se muore il fratello di qualcuno e lascia la moglie senza figli, un suo fratello prenda la moglie e gli dia discendenza” (Mc. 12,19). Poiché questo non è avvenuto di seguito per sette fratelli e nessuno ha lasciato discendenza, allora hanno chiesto a Gesù: “Alla risurrezione, di quale di loro sarà moglie?” (v.23). Preziosa e interessante è stata la risposta di Gesù; “Quando risorgeranno dai morti, infatti, non prenderanno né moglie, né marito, ma saranno come angeli nei cieli” (v.25). E’ questa la preziosa rivelazione di Gesù: che in Paradiso, saremo avvolti e trasfigurati dallo splendore eterno di Dio stesso, e il fatto nuovo e dominante poi, è che “saremo come angeli”. Ora non siamo in grado di comprendere altri nuovi particolari su questa realtà . Una cosa però è certa, che l’infinito e trascendente Amore di Dio, ci renderà capaci di vivere la vita con Lui, con caratteristiche ancora tutte da scoprire, anche se Gesù ci anticipa qualcosa dicendo che: “saremo come angeli”.
- Un cammino di preparazione
Facciamo buona memoria di queste verità che ci riguardano personalmente, perche arriverà anche per noi il giorno in cui potremo raggiungere il Paradiso. Quello che oggi dobbiamo fare, è vivere il tempo presente in piena armonia con il Signore, in obbedienza alla sua Parola, ben impegnati nel vivere rivolti alle realtà del cielo e non soffocati dai problemi di questo mondo. Indispensabile poi è quanto fa osservare San Giacomo: “A che serve fratelli miei, se uno dice di avere la fede, ma non ha le opere? Questa fede può salvarlo?” (Gc.3,14). Necessario quindi essere persone che, oltre alla preghiera quotidiana e all’Adorazione della Santa Eucaristia, vivono la loro vita in un servizio concreto al prossimo.
Maria, la nostra cara mamma, ci aiuti a camminare sulla strada verso il Paradiso.
Commento al Vangelo di Matteo 13,15
” ILCUORE DI QUESTO POPOLO  E’  DIVENTATO  INSENSIBILE, SONO DIVENTATI  DURI DI ORECCHI   E  HANNO CHIUSO  GLI OCCHI”    (Matteo 13,15) Â
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Il prezioso dono che il Padre ha fatto a noi, è la vita, la passione, la morte e risurrezione di Gesù. Un dono che non è sempre stato ben accolto. Gesù stesso un giorno disse: “Il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchie e hanno chiuso gli occhi” (v.15).
Nonostante una tale situazione di insensibilità , che ancora oggi è presente, la bontà e la misericordia di Gesù non cessa di operare e di effondere il suo Amore.
- La parabola del Seminatore (Mt.13,3-9).
Gesù, per far comprendere al popolo come veramente fosse grande il dono che Lui intendeva offrire con la sua Parola, parlò di un “Seminatore che uscì a seminare. Mentre seminava una parte cadde lungo la strada… Un’altra parte sul terreno sassoso…Un’altra parte cadde fra i rovi… Un’altra parte cadde sul terreno buono”; effettivamente, una buona parte della sua Parola non è andata a buon fine; le cause sono state diverse, ma questo vuol dire che un certo numero di persone non hanno avuto la necessaria sensibilità verso il dono che veniva loro offerto. Non manca mai da parte di Gesù, la volontà di venirci incontro; lo ha sempre fatto e continuerà a farlo, perché il suo Amore per noi è grande e per sempre.
- Il cammino da compiere
Il nostro dovere come Cristiani è di vivere in modo da poter ricevere, l’Amore che Gesù ci dona, anche con la sua Parola. Ecco alcune strade da seguire:
– Ascoltare con attenzione la Parola che viene annunciata perché, se non viene compresa bene, se durante l’ascolto ci lasciamo distrarre da preoccupazioni o vari altri pensieri, il demonio porta via la Parola. Questo è il seme caduto sulla strada.
– La perseveranza. Sul momento la Parola può suscitare entusiasmo, che però può passare ben presto se ci lasciamo prendere da false paure, da ostacoli che incontriamo, o anche da forme di persecuzioni e critiche, proprio a causa della Parola. Può venire meno la perseveranza anche per non accettare il sacrificio che la fedeltà alla Parola esige. Questo è il seme caduto sul terreno sassoso.
– Evitare le seduzioni del mondo. Il Demonio, senza scrupoli e con ogni mezzo, fa di tutto per ingannare le persone, è bugiardo per natura; presenta come oro puro ciò che è solo un semplice metallo. E’ la bramosia del denaro, del potere e del piacere, con tutte le varie e pericolose seduzioni del mondo che soffocano il prezioso valore della Parola. Questo è il seme caduto fra i rovi.
- il seme caduto sul terreno buono
Gesù assicura che se il nostro cuore è libero dal peccato, se con umiltà ci mettiamo al suo seguito e con perseveranza osserviamo i suoi Comandamenti, i frutti sono assicurati. E’ interessante il fatto che questa fecondità non sarà per tutti uguale; per alcuni sarà del cento, altri per sessanta e per altri trenta per uno. Tutto dipende dalla intimità che si instaura con Gesù; da come si vive la Sua presenza; dal tempo che dedichiamo all’Adorazione, all’ascolto della Parola e, certamente, da quanto e come aiutiamo il prossimo nelle tante situazioni che incontriamo, sapendo che: “La fede, senza le opere muore”(Giac.2,26).
Maria ci aiuti ad essere persone feconde, nel cammino che stiamo facendo.
Commento al Vagelo di Matteo 11,30
“IL MIO GIOGO, INFATTI, E’ DOLCE E IL MIO CARICO E’ LEGGERO” Â Â Â (Matteo 11,30)

Seguire Gesù è un dono, è una grazia, è il modo giusto per vivre la vita ed essere garantiti di raggiungere una vera maturità umana e spirituale. Per coloro che decidono di fare un cammino in obbedienza alla volontà di Dio, l’azione del maligno, invece, è quella di metterci davanti problemi e grandi difficoltà . Non lasciamoci ingannare dal demonio, ma ascoltiamo Gesù che chiaramente dice a tutti: “Il mio giogo, infatti, è dolce e il mio carico è leggero”. Lui assicura che il cammino che propone è possibile a tutti e non comporta sacrifici oltre le nostre possibilità .
- “Il mio carico è leggero“
Un genitore non permetterà mai che il proprio figlio venga caricato di pesi che non siano possibili per le sue forze o per le condizioni particolari di salute. Se questo avviene a livello umano, come possiamo pensare che Dio, nostro Padre, si comporti in modo diverso? Ecco perché le varie situazioni devono essere valutate bene.
Gesù garantisce che il suo carico è leggero; a chi intende seguirlo, Egli chiede di non concedere spazio alla pigrizia e neppure che si spaventi davanti al sacrificio che ogni vita comporta. Tutte le cose belle, hanno un alto prezzo.
Quello che Gesù vuole, più volte lo ha detto in diverse circostanze: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc. 9,23). Queste sono parole che vanno meditate bene.
– Rinnegare se stessi, vuol dire cercare di essere persone umili, che non credono di conoscere tutto; che non si ritengono autosufficienti. Questa pretesa, alla fine, appesantisce la vita. Mentre, se con umiltà ci lasciamo aiutare, il peso è più leggero.
– Prenda la sua croce ogni giorno. La vita non è facile per nessuno, tutti abbiamo delle difficoltà da affrontare ogni giorno; molto dipende dal modo con cui affrontiamo le difficoltà e, soprattutto, dall’essere certi che Gesù è presente accanto alle persone che soffrono. Quando nel nostro Calvario veniamo aiutati da Gesù che diventa il nostro Cireneo, allora davvero la croce diventa meno faticosa.
– Mi segua. Nessuno più di Gesù è in grado di conoscere la strada che tutti dobbiamo percorrere per raggiungere la meta che ci attende. Chi rifiuta una guida così competente e sicura, rischia di complicare le cose e quindi di appesantire il cammino da compiere. Se invece siamo obbedienti e con fedeltà seguiamo le indicazioni del Divino Maestro, tutto diventa più leggero e sicuro allo stesso tempo.
- La testimonianza dei Santi e dei Martiri.
Non soltanto nel tempo passato, ma ora, abbiamo persone che testimonino come il carico del Signore sia leggero. Sono i Santi che con la loro vita ci confermano che anche la sofferenza più grande, vissuta con Gesù, diventa leggera. La testimonianza più forte l’abbiamo da coloro che per professare la fede in Gesù, hanno subito il martirio. Nei momenti della loro grande sofferenza Gesù è intervenuto e interviene, concedendo tutta la forza necessaria per sopportare i tormenti subiti. Questo conferma che anche nei sacrifici più grandi, anche nel momento del martirio, una forza misteriosa rende possibile sopportare dolori che umanamente sarebbero impossibili. Maria ci aiuti a comprendere come ogni croce, con Gesù, diventi leggera.