Vangelo di Marco 6,2
“GIUNTO IL SABATO, SI MISE A INSEGNARE NELLA SINAGOGA” (Marco 6,2)
Per trent’anni Gesù ha vissuto nel piccolo paese di Nazareth, senza essere stato riconosciuto per quello che effettivamente era. Il suo grande segreto era però vissuto ogni giorno con serenità, all’interno della Sacra Famiglia. Arrivato il tempo che Gesù ha stabilito per l’inizio della sua missione, un giorno arrivò anche a Nazareth e si presentò di sabato nella Sinagoga come aveva fatto negli anni precedenti con Maria e Giuseppe e “si mise a insegnare”. La sua Parola era così ricca di sapienza, che “Molti, ascoltandolo, rimasero stupiti e si dicevano: da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? (v. 6-3). Gesù, infatti, si è presentato quel sabato non come un semplice fedele fra i tanti della Sinagoga, ma con la sua realtà di Messia, dono preziosissimo del Padre per la salvezza dell’umanità. I suoi compaesani però, non l’hanno creduto. Sapevano dei miracoli che aveva compiuto in altre parti della Palestina, ma questo non è bastato per arrivare a credere che Lui fosse veramente il Grande Atteso, Persona molte volte annunciata dai Profeti. Peccato per questa durezza dei cuori.
- Mancanza di umiltà
Una virtù che tanto si predica, ma che non sempre viene vissuta, è l’umiltà. Un pò tutti facciamo fatica a riconoscere che siamo persone con talenti molto preziosi, ma che abbiamo anche dei limiti molto evidenti.E’ comune esperienza che la nostra vista sia limitata; non vediamo tutto ciò che esiste. Anche la nostra intelligenza non è in grado di comprendere tutta la verità delle cose. Molte persone vogliono invece riconoscere e accettare soltanto quello che si vede e si capisce, ma questo è un grande errore perché tante cose esistono senza essere da noi nè conosciute, nè vedute. E’ saggezza quindi prendere atto delle nostre carenze umane, e accettarle con umiltà. Così dovrebbe essere in particolare riguardo a tutto ciò che Gesù ci ha rivelato.
Nella Sinagoga di Nazareth Gesù si è meravigliato della incredulità dei suoi compaesani e come conseguenza non ha compiuto nessun prodigio davanti a loro, “ma solo impose le mani a pochi malati e lì guarì” (v 5). Queste sono le tristi conseguenze della mancanza di fede, della mancanza di fiducia nella persona di Gesù.
- Un cammino da compiere
Tutti noi siamo in cammino verso il giorno in cui, buoni o cattivi, Santi o peccatori, ricchi o poveri, dovremo rendere conto al Signore di come abbiamo vissuto la nostra vita qui sula terra. Nessuno potrà sottrarsi all’incontro con Dio, e poiché non sappiamo quando quel giorno verrà, è bene non perdere tempo e decidere di intraprendere subito la strada che porta al Paradiso.
Sulla strada giusta, non siamo soli; vicino a noi abbiamo la presenza di Gesù, e lo conferma Lui dicendo “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine dei tempi” (Mt.28,20). La sua è una presenza reale, non si vede, ma si sente, come è avvenuto per i due discepoli di Emmaus, che tornando al loro paese non si erano accorti che la Persona che li aveva avvicinati era Gesù. Facilmente manchiamo di fede in questa sua reale Presenza, questo avviene anche perché non abbiamo il coraggio di fidarci di Gesù senza ritardi, ma soprattutto con piena determinazione. Gesù non accetta mezze misure. Lui legge nel profondo del cuore e se in noi trova paure e incertezze sulla sua Persona, non fa “sentire” la forza, la gioia, l’efficacia del suo essere il Verbo Incarnato, il Salvatore del mondo, la Persona che ricolma di grazie e di amore la nostra vita. Non basta quindi essere in Grazia di Dio, fare bene il nostro dovere, ma è indispensabile la ferma certezza di quello che Lui ci dice:“Sono con voi tutti i giorni”. E’ la mezza misura che ci tradisce. Noi dobbiamo imitare il grande esempio di Maria e dei Santi.
- Gesù quello che dice lo compie
La Parola che Gesù pronuncia è sempre anche un atto che Lui compie. Siamo noi, con la nostra mentalità umana che tendiamo a separare le due cose. Non siamo Santi, ma non possiamo pretendere che Gesù possa tollerare di essere considerato un fantasma. E’ vero, noi siamo ancora poveri spiritualmente, ma questo non deve giustificare la nostra poca fede; é il nostro cuore che non si apre a Lui, per certe paure ingiustificate. Diceva bene il Santo curato d’Ars che “La paura è la coda del diavolo“. Ci aiuti Maria, a vincere tutte le nostre false paure.