Meditando Matteo 16,13
“GESU’ DOMANDO’ AI SUOI DISCEPOLI:
LA GENTE, CHI DICE CHE SIA IL FIGLIO
DELL’ UOMO?” (Matteo 16,13)

Sono preziose e per noi importanti alcune domande che Gesù ha fatto ai suoi discepoli e che sono le stesse alle quali anche noi, oggi, siamo chiamati a rispondere. Un giorno, nella regione di Cesarea di Filippo, chiese ai discepoli: “La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo?” Erano molte le persone che Gesù aveva incontrato, molti i miracoli compiuti, ma anche molte, purtroppo, le discussioni che aveva dovuto sostenere con gli Scribi e i Farisei, i quali, si erano sempre opposti alla sua missione. Essi, non l’hanno mai riconosciuto come il Verbo Incarnato, come vero Dio e vero uomo. Neppure di fronte ai miracoli che compiva sotto il loro occhi, non hanno mai saputo riconoscere in Gesù il grande atteso. Tutta questa resistenza alla verità, al prezioso dono che il Padre aveva dato, per la salvezza dell’umanità, era per Gesù un grande dispiacere, una vera sofferenza.
- Ma perché tanta resistenza e indifferenza di fronte ad una persona così preziosa e Santa?
E’ mai possibile che le tenebre, possano resistere ancora davanti a una Luce così potente?
Che cosa c’è, nell’essere umano, che ostacola la piena fiducia che dovremmo avere in Gesù? Certamente, è il demonio che ci tiene legati alle cose della terra al punto da non riuscire a vedere e contemplare la preziosità della persona di Gesù, la sua Parola, l’Amore che ha per noi.
Non fermiamoci più di tanto ad evidenziare il male che esiste nel mondo, ma apriamo il cuore e la mente alla conoscenza di quel Tesoro nascosto che Dio Padre ci ha donato.
- La risposta di Pietro
Non era facile rispondere alla domanda che Gesù aveva fatto ai discepoli. E’ comprensibile anche un certo disagio rimanere in silenzio e non trovare il coraggio di rispondere. Poi, timidamente, cominciarono a dire quello che avevano udito stando fra la gente: “Alcuni dicono Giovanni Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti” (v,14). Erano risposte molto incerte e forse dette a mezza voce. Gesù allora, si rivolse a loro direttamente e disse: “Ma voi, chi dite che io sia?” (v.15). A quel punto, l’imbarazzo era ancora più grande e solo Pietro ebbe il coraggio di rispondere dicendo: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (v.16). Gesù ha elogiato Pietro, ma subito gli ha fatto notare che non era farina del suo sacco, infatti, glidisse: “Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne, né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli” (v.17). Per Pietro fu un momento di gioia, ma unita anche a un certo smarrimento; non capiva, infatti, il significato di questa particolare e straordinaria rivelazione che avrebbe ricevuto dal Padre. Gesù comunque, lo tranquillizzò con una notizia che certo non si sarebbe aspettato di ricevere in quel momento, quella del suo futuro compito.
- Andiamo alla sorgente
Non si può amare ciò che non si conosce; questo è un dato di fatto molto vero. Come Cristiani, dobbiamo fare tutto il possibile per riuscire a rispondere personalmente alla domanda di Gesù. Possiamo considerare questo compito, una specie di esame di coscienza sul grado di maturità della nostra vita spirituale. Sempre però dobbiamo poi confrontarci con la sorgente della verità e cioè con il Vangelo, le Lettere di S. Paolo e tutta la Sacra Scrittura in generale.
Ora, ci può giovare un’attenta meditazione, su un brano della Lettera di S. Paolo ai Colossesi:
- “Gesù è l’immagine del Dio invisibile, primogenito di tutta la creazione, perché in Lui furono fatte tutte le cose nei cieli e nella terra, quelle visibili e quelle invisibili:Troni, Dominazioni, Principati e Potenze. Tutte le cose sono state create per mezzo di Lui e in vista di Lui. Egli è prima di tutte le cose e tutte in Lui sussistono. Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa. Egli è principio, primogenito di quelli che risorgono dai morti, perché sia Lui ad avere il primato su tutte le cose. E’ piaciuto infatti a Dio che abiti in Lui tutta la pienezza e che per mezzo di Lui e in vista di Lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli” (Col. 1,15-20).
Questa è Parola di Dio, è Parola ispirata, quindi con un valore assoluto, anche se non è facile comprendere in tutti i particolari. Chiediamo a Maria, la grazia di riuscire a leggere e meditare con particolare attenzione queste parole così illuminanti sulla persona di Gesù.