Meditando Giovanni 2,19
“RISPOSE LORO GESU’: DISTRUGGETE QUESTO
TEMPIO E IN TRE GIORNI LO FARO’ RISORGERE”
(Giovanni 2,19)

Un gesto molto forte, Gesù ha compiuto quel giorno quando entrando nel tempio lo vide profanato da gente che commerciava animali e praticavano cambio valute.
“Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal Tempio e con tutta la sua autorità disse: “Portate via da qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato” (vv.15-16).
Un atto così risolutivo, non solo ha creato scompiglio fra le gente, ma soprattutto ha suscitato una forte indignazione da parte dei Giudei che gli dissero: “Quale segno ci mostri per fare queste cose?” (v.18). Nessuno si aspettava un gesto così severo, compiuto proprio nel tempio. Nessuno si rendeva conto come sia stato possibile un’azione così violenta, per cui grande è stato lo sdegno da parte dei responsabili del tempio i quali, più che una domanda esprimevano già nel loro cuore una severa condanna, che certamente avrebbero desiderato eseguire sul momento.
- La risposta di Gesù
Alla domanda dei Giudei, Gesù ha risposto, prima dimostrando di non essere per niente intimorito della loro arroganza e poi disse parole incomprensibili per loro: “Distruggete questo Tempio e in tre giorni lo farò risorgere” (v.19). Ora, quei Giudei, non solo erano arrabbiati, ma confusi, e risposero: “Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo fai risorgere?” (v.20). Proprio in quel momento Gesù ha rivelato un fatto che stava per compiersi e che nessuno avrebbe mai pensato fosse possibile; infatti, Gesù ha profetizzato che parlava della risurrezione “del tempio del suo corpo” (v.21). Nessuno di loro certamente era in grado di comprendere una tale profezia, ma di fronte alla misteriosa forza che manifestava, sul momento tutto si è concluso con tanta rabbia da parte dei Giudei e con stupore da parte degli Apostoli.
“Molti credettero nel suo nome” (Gv.2,23)
Gesù, durante le feste della Pasqua, ha continuato la sua missione, compiendo anche segni e guarigioni miracolose, che hanno suscitato entusiasmo in molte persone. E’ interessante una affermazione dell’evangelista: “Ma Lui non si fidava di loro” (v.24). Gesù vedeva in loro non un vero atto di vera fede in quello che Lui veramente era e cioè il Cristo, il Salvatore dell’umanità, ma soltanto lo consideravano uno dei tanti Profeti conosciuti nel tempo.
- Qual’è oggi la nostra fede in Gesù?
E’ sempre facile guardare gli altri, ma non è altrettanto facile fare una seria verifica su noi stessi. Infatti, quando le cose vanno bene, anche l’atto di fede in Gesù viene spontaneo, ma è quando le cose vanno male, quando le difficoltà e i problemi arrivano come una pioggia continua, allora è in quei momenti che si vede quale e quanta fiducia abbiamo in Gesù. E’ nei momenti difficili che si dovrebbe dire con tutto il cuore: Sia fatta la tua volontà, Ci sono momenti in cui le parole non servono, ma quello che conta, è come sappiamo vivere la sofferenza del cuore e cioè quando le lacrime scendono copiose. E’ in quei momenti che Gesù ci guarda, ci legge nel cuore e ci rasserena con la forza della sua Parola e con un invito che veramente commuove: “Rimanete nel mio Amore” (Gv.15,9/b). Gesù non si esprime con parole di consolazione, ma ci esorta a vivere la sofferenza di certi momenti con Lui, nel suo cuore; nel suo Amore. Noi dovremmo esprimere la nostra fede, non solo con la semplice parola “credo”, ma con un atto di vera fiducia in Gesù.
- Una profezia già compiuta
Come cristiani, determinante è la fede nella Risurrezione di Gesù. La risposta data ai Giudei in quel giorno e da loro totalmente incompresa, si è avverata: Gesù è risorto! Sono risorto e sono con voi! Non soltanto è Risorto, ma come Lui steso ha detto; “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt.28,20). Come viviamo questa presenza di Gesù? E’ facile rimanere ripiegati sui problemi che abbiamo; sulla sofferenza che a volte si acutizza al punto da non riuscire a guardare in alto, e di sentirsi quasi giustificati nello stare fermi sul dolore della piaga aperta. Dobbiamo chiedere allo Spirito Santo la grazia di riuscire a prendere coscienza del Tesoro che è Gesù e di tutto quello che racchiude in sé; solo allora sarà più facile contemplare la potenza di Gesù risorto e di quello che ancora oggi ci dice: “Come il Padre ha amato me, così io ho amato voi” (Gv.15,9/a). Queste cose sono facile a dirsi, ma non a viverle. Che Maria ci aiuti!