Commento Vangelo Marco 13,31
“IL CIELO E LA TERRA PASSERANNO, MA LE MIE PAROLE NON PASSERANNO” (Marco 13,31)

Siamo in cammino verso il giorno in cui il mondo finirà e tutti saremo al cospetto di Dio. Il quando e il come, nessuno lo conosce. In attesa di quel giorno, viviamo nell’obbedienza alla Parola che il Signore ci ha lasciato come luce per il nostro cammino. Una Parola, che noi troviamo scritta nei Testi Sacri prima e dopo Gesù. Sono 46 i Libri che riguardano quello che Dio ha detto e fatto prima di Gesù e vengono chiamati “Antico Testamento” e 27 i Libri che riguardano quello che Gesù e gli Apostoli hanno detto e fatto all’inizio della Chiesa; questi, vengono chiamati “Nuovo Testamento”. La preziosità e l’importanza di questi Libri Sacri, sta nel fatto che sono “Ispirati”. Questo vuol dire che le persone che hanno scritto queste cose, lo hanno fatto guidati e illuminati dallo Spirito Santo; ecco perché la Bibbia (tutti i 73 Libri) sono “Parola di Dio.
- Il compimento della Parola
Tutto quello che è scritto in questi Libri Sacri è immutabile e rimane per sempre. “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (v.31). La storia degli uomini subisce continui mutamenti, ma la Parola di Dio non cambia, è per sempre.
La cosa interessante e in un certo senso misteriosa, è che questa Parola non invecchia. Sono passati secoli da quando sono stati scritti questi Libri, ma ancora oggi si possono leggere come Parola che non risente il logorio del tempio. Questa è una Parola che illumina e aiuta a risolvere i problemi attuali e che ci sostiene nelle varie vicende della vita quotidiana.
Le profezie, i vari insegnamenti che troviamo nei Testi Sacri, le testimonianze che vengono descritte, oltre a rispecchiare la realtà dei nostri tempi, non vengono mai meno; il loro compimento non è conosciuto da noi, ma ciò che è detto e annunciato sicuramente si compirà. Secoli prima i Profeti hanno parlato della venuta di Gesù, della sua vita e perfino della sua morte e Risurrezione. Interessante è quello che Gesù ha detto un giorno ai discepoli di Emmaus, facendo conoscere tutto quello che i Profeti, secoli prima, avevano scritto e detto di Lui.
Ciò è avvenuto nel passato lo conosciamo bene; quello che avviene nel presente forse non tutto è così evidente; ciò che è annunciato per il futuro certamente si compirà. Così per esempio nel libro dell’Apocalisse è descritto, con particolari interessanti, come sarà la Gerusalemme celeste. Molto importante è poi quello che oggi leggiamo nel Vangelo: “Gesù disse ai suoi discepoli: In quei giorni, dopo quella tribolazione, il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloria” (vv..24-26.).
Un tale evento deve farci riflettere e pertanto non deve coglierci impreparati perché “Quanto a quel giorno e quell’ora nessuno lo sa” (v.32).
- Un’attesa fiduciosa
Non dobbiamo avere paura di ciò che ci attende. Prendiamo coscienza che siamo figli di Dio ed è una gioia sapere che siamo attesi da chi ci vuole bene da sempre, nonostante le nostre debolezze e fragilità umane. Quindi nell’attesa del giorno in cui vedremo Dio faccia a faccia, viviamo nell’obbedienza alla Parola, ed esercitare la virtù della carità verso il prossimo che bussa alla nostra porta. Il tempo che ci separa dal giorno in cui arriveremo alla casa del Padre, sia vissuto non da soli, ma in comunione con Gesù che nella sua bontà infinita cammina con noi.
E’ il momento presente da vivere bene e coscienti del giorno che entreremo nella casa del Padre. Troppe volte invece perdiamo tempo a rimpiangere il passato, dimenticando di come la Misericordia di Dio ci ha liberati dal male e ristabiliti in piena comunione con Lui e con i fratelli. Non dobbiamo dimenticare quindi i doni ricevuti e vivere bene il momento presente fiduciosi nell’Amore che incessantemente Dio ha per noi. Dobbiamo avere piena fiducia nel sostegno che Gesù ci dona con la sua Presenza e con gioia e serenità vivere questo tempo di attesa, sempre pronti per il momento in cui si compirà il cammino che ora stiamo facendo qui sulla terra.
Maria, la cara mamma, ci attende, ed ora ci esorta a guardare al futuro con fiducia, con serenità.