Commento al Vangelo di Matteo 17,15
“ED ECCO UNA VOCE DALLA NUBE CHE DICEVA; QUESTO E’ IL FIGLIO MIO, L’AMATO: IN CUI HO
POSTO IL MIO COMPIACIMENTO, ASCOLTATELO” (Matteo 17,5)
Un giorno Gesù ha concesso un grande dono a tre dei suoi discepoli. Pietro, Giacomo e Giovanni, “Li condusse in disparte, su un monte, e si trasfigurò davanti a loro”. Stupore e sorpresa fu per quei discepoli che proprio non si aspettavano di vedere Gesù con un aspetto così luminoso: “Il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce” (v.2). La visione si è poi arricchita con la comparsa accanto a Gesù, di Mosè, rappresentante della Legge e di Elia rappresentante dei Profeti, che conversavano con Lui. La presenza di questi due grandi personaggi è una conferma che la missione di Gesù era certamente a favore di tutto il popolo, sia dell’Antico che del nuovo Testamento.
- L’apparizione della nube
Mentre i discepoli erano ancora stupiti per quella visione così straordinaria, “Una nube luminosa li coprì con la sua ombra; ed ecco una voce dalla nube che diceva: “Questo è il Figlio mio, l’amato, in cui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo” (v.5). Una tale esperienza deve avere sconvolto i discepoli; infatti, “All’udire ciò, caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore” (v.6). Questo fatto conferma quanto sia grande e potente tutto ciò che riguarda il soprannaturale. Prepariamoci, perchè anche per noi verrà il momento in cui ci troveremo alla presenza del Signore. E’ importante vivere, fin da ora, con un animo spiritualmente disposto all’incontro con Colui che è il Tutt’altro.
L’Apparizione della “nube” e la “voce” che hanno udito, è per noi una preziosa conferma della Presenza di Gesù, vero Dio e vero uomo, e della necessità di ascoltare e obbedire alla sua Parola. Per ascoltare quella voce che ci parla, non deve mancare in noi la capacità di dedicare del tempo per stare in silenzio, e non lasciarci soffocare dalle tante e, non sempre utili, occupazioni umane che ci assillano ogni giorno. Ma non basta l’ascolto; determinante è obbedire, mettere in pratica il comando ricevuto. Teoricamente, non basta riconoscere chi ci parla, ma in termini concreti, è vivere con fedeltà e con amore il comandamento ricevuto. Sia perseverante il nostro impegno perchè con Dio non si scherza.
- Una Parola da credere e da vivere
Il prezioso dono che Gesù ha concesso ai tre discepoli, ha posto le condizioni affinché fossero preparati ad affrontare con fede, senza scandalizzarsi di fronte alla condanna a morte di Gesù e alla terribile sentenza di farlo morire in Croce. Quello che hanno visto e la voce ascoltata, sono stati un forte incoraggiamento per la missione che un giorno avrebbero dovuto compiere e cioè far conoscere a tutti il prezioso dono che il Padre ha offerto a tutta l’umanità, perchè fosse redenta dalle sue colpe. Un compito questo che viene richiesto per tutti, non solo agli Apostoli. Anche noi quindi, se pure con modalità e tempi diversi, siamo chiamati all’ascolto e all’obbedienza della Parola.
Non manchi nel nostro impegno un tempo da vivere davanti all’Eucaristia, con Adorazione vera e sincera di Gesù solennemente esposto. Quella Presenza di Gesù è una “Sorgente” preziosa e necessaria per il cammino che stiamo facendo.
Maria ci aiuti ad essere persone capaci di ascoltare e vivere la Parola di Gesù.