Commento al Vangelo di Matteo 15,22
“UNA DONNA CANANEA, CHE VENIVA DA QUELLA REGIONE, SI MISE A GRIDARE: PIETA’ DI ME SIGNORE, FIGLIO DI DAVIDE! MIA FIGLIA E’ MOLTO TORMENTATA DA UN DEMONIO” (Matteo 15,22)

Gesù nel corso della sua missione sulla terra, ha incontrato anche persone possedute dal Demonio. Avvenne che una donna Cananea, “che veniva da quella regione, si mise a gridare: Pietà di me Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio” (v.22). Questo conferma che al tempo di Gesù, esistevano delle persone possedute dal Demonio. Nessuno può negare quello che dice il Vangelo. E’ l’astuzia del maligno che nega la verità, e fa di tutto per far credere che addirittura lui non esista.
Il comportamento di Gesù
Alla insistente richiesta della Cananea, Gesù non ha dato sul momento tanta considerazione. La donna però fu perseverante e fino al punto che gli stessi Apostoli hanno chiesto a Gesù di esaudirla “perchè ci viene dietro gridando” (v.23). La risposta di Gesù fu molto significativa: “Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa di Israele” (v.24). Ma alla rinnovata insistenza di quella donna Gesù rispose:“Non è bene prendere del pane dei figli per darlo a dei cagnolini” (v. 26 ), La risposta della donna è stata una conferma della fede che aveva in Gesù: “E’ vero, Signore, eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni” (v. 27). A queste parole, Gesù confermò e premiò il comportamento della Cananea dicendo: “Donna, grande è la tua fede! Avvenga come tu desideri. E in quell’istante la sua figlia fu guarita” (v. 28). Ancora una volta abbiamo la conferma che è la fede che ottiene il miracolo. Quando ci rivolgiamo a Gesù per qualche richiesta, la risposta sarà positiva se fatta con vera fede. Dobbiamo però anche tenere presente, che la grazia verrà concessa solo se giova per la nostra anima e nei tempi e modi che solo Dio decide.
I presupposti per un vero atto di fede
Un atto di fede, perchè sia veramente tale, esige alcune attenzioni particolari.
- E’ indispensabile che chi fa la richiesta, abbia piena coscienza della persona alla quale si rivolge. Gesù è una persona, non è una statua o una realtà astratta. Gesù è il Verbo Incarnato; è la Persona che i Profeti hanno annunciato secoli prima della sua venuta; è Colui che ci ha salvati e ci salva, con il prezzo della sua Passione, Morte e Risurrezione; è Colui che oggi è presente nell’Eucaristia.
- Si arriva all’atto di fede, quando si è certi che Gesù, in quanto Dio, può compiere atti che vanno oltre ogni nostra capacità: “Nulla è impossibile a Dio” (Lc.1,37).
- Noi per natura siamo limitati e quindi, a Gesù, ci dobbiamo rivolgere con molta umiltà. Dobbiamo formulare la richiesta convinti di non avere alcun merito per ricevere il dono; che tutto ciò che ci viene dato è totalmente gratuito.
- Possiamo dire di avere fede, se in partenza accettiamo risposte positive o negative; avere piena fiducia in quello che Lui fa è sempre la cosa migliore e certamente efficace per la nostra anima.
- L’uomo di fede, sa che i tempi di Dio non sono i nostri, quindi, sa attendere con gioia, non con ansia. Stare sereni non è facile, ma è indispensabile. A Maria, la nostra cara mamma celeste, chiediamo il dono di una vera fede.