Commento al Vangelo di Luca 2,25
“A GERUSALEMME C’ERA UN UOMO DI NOME SIMONE, UOMO GIUSTO E PIO” (Luca 2,25)
Sempre si compie la Parola del Signore! Così è stato con la promessa fatta a Simone, quando “Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo” (v.26). Così è avvenuto. Simone, andando al Tempio, ebbe la grazia di incontrare Maria e Giuseppe che portavano il bambino Gesù per fare quello che la Legge prescriveva. Fu in quel momento che Simone ebbe la grazie di poter “Accogliere fra le braccia” il Bambino e per questo dono Benedisse Dio dicendo: “Ora puoi lasciare Signore che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola” (v.29).Grande fu la gioia di Simone nel momento in cui ha visto compiersi la promessa avuta.
- Uomo giusto e pio.
La lode fatta a Simone, dichiarandolo: “Un uomo giusto e pio”, è una conferma che se una persona si comporta bene, se è obbediente al Signore, viene esaudita e ricompensata dalla Divina Provvidenza. Simone ha dimostrato di vivere la propria vita compiendo onestamente il suo dovere. Il Santo, non è soltanto la persona che compie opere grandi, ma colui che con semplicità fa tutto il possibile per compiere il proprio dovere con giustizia e competenza. Certamente, la Santità esige una particolare intimità con il Signore, che qui viene confermata in Simone con la sua conduzione di “vita pia” e cioè vita di preghiera. Questo è uno dei punti carenti in molti cristiani. A volte pensiamo che basti compiere opere di carità per essere cristiani; fare del bene al prossimo è cosa buona, ma diventa cosa preziosa e feconda, se quello che si fa è vissuto in comunione, in intimità con il Signore.
E’ la presenza di Gesù, è l’ intimità con lo Spirito Santo che irriga l’azione compiuta così da renderla particolarmente feconda. E’ stato il “modo Pio” di vivere di Simone, che poi lo ha portato a una fecondità così particolare.
- Lo stupore e la gioia di Maria e Giuseppe
Maria e Giuseppe, con la semplicità e la fede di ogni buon Israelita, sapevano di avere fra le braccia un Bambino particolare. Essi, come tutti a quel tempo, stavano compiendo un atto richiesto dalla Legge; mai si sarebbero aspettati di incontrare persone come Simone e Anna, con le loro dichiarazioni cosi importanti e misteriose allo stesso tempo. Infatti, Simone, “Disse a Maria, sua madre: Ecco, Egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione, e anche a te una spada trafiggerà l’anima” (v.34-35). Per Maria le parole di Simone furono molto forti e tali da farla riflettere, fin da subito, su quale sarebbe stato il suo compito, non solo di mamma, ma di vera collaboratrice al piano di salvezza con cui Gesù ha dato inizio con la sua miracolosa Incarnazione. Non meno significativa e importante è stata la profezia su quello che Gesù avrebbe subìto e provocato con la sua missione: “Qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione”. Oggi, noi stessi, siamo in grado di confermare queste parole profetiche. Quello che dobbiamo fare, è rinnovare tutta la nostra fede con la piena adesione all’opera di salvezza che Gesù ha iniziato e che continua nel tempo, fra tante avversità.
Maria ci aiuti ad essere persone giuste e pie, come furono Simone e Anna.