Commento al Vangelo di Luca 17,15
“UNO DI LORO, VEDENDOSI GUARITO, TORNO’ INDIETRO LODANDO DIO A GRAN VOCE,” (Luca 17,15)
Nella missione in Palestina, Gesù ha fatto dono a tutti della sua Parola, del suo Amore, di preziose verità, ma anche di miracoli.
Tutti hanno ricevuto volentieri il dono, ma non tutti sono stati altrettanto solleciti nel ringraziare per i bene ricevuto. Così è avvenuto per il miracolo che Gesù ha compiuto su dieci lebbrosi. Tutti sono stati miracolosamente guariti, ma soltanto uno “Tornò indietro, lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo, era un Samaritano”. Giustamente, Gesù ha fatto osservare: “Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? (v.17). È davvero una vergogna essere guariti dalla lebbra e non avere un minimo di riconoscenza verso la persona che ha concesso un tale dono.
- “Era un Samaritano“
Non viene detto nel Vangelo chi erano i lebbrosi guariti, ma viene fatto però notare, che l’unico ad essere riconoscente fu un Samaritano. A quel tempo, i Samaritani erano considerati dei peccatori. È significativo il fatto che questa persona considerata lontana da Dio, abbia avuto un comportamento migliore di chi avrebbe dovuto invece precederlo. Come prima cosa questo fatto è per tutti un richiamo a non giudicare le persone “come dei peccatori”. Soltanto il Signore conosce l’intimo e la storia di queste persone. Come Cristiani dobbiamo stare attenti a non essere così facili nel giudicare persone o comportamenti che vediamo…
- Devozione o Relazione?
Il fatto dei nove lebbrosi che non hanno sentito il dovere di rendere grazie a Gesù, fa pensare a certe persone che non vivono una vera religiosità. Serpeggia infatti il fatto che per essere religiosi basti una fedeltà alle preghiere che ogni giorno si dicono, evitare il peccato e fare del bene. Queste sono cose buone, ma quello che Gesù vuole è una vera, sincera, perseverante comunione con Lui.
È facile avere una forma di devozione, per Gesù,fatta di parole, di novene; il pericolo è di avere solo una formale attenzione alla persona di Gesù. Gesù chiede l’ascolto, il dialogo, e soprattutto l’intimità con Lui. Si tratta di passare da una forma di “devozione” ad una vera “relazione” con Gesù. Possono sembrare due parole di poco conto, che invececambiano completamente il modo di vivere la nostra fede. È per tutti un cammino difficile da compiere, ma tanto necessario.
- Riconoscenza
Un bambino, quanto bene riceve dalla sua mamma? Quante cure e attenzioni nei primi mesi di vita e così fino a portarlo alla sua maturità umana? Tutto questo dovrebbe portarlo ad avere per la mamma una grande riconoscenza. Molte volte, purtroppo, arrivato all’età giovanile anziché dire grazie, avanza pretese. Questo avviene molte volte nei confronti di Gesù. Sappiamo quando ha fatto dal momento della Incarnazione, fino al giorno in cui ha steso le braccia sulla Croce. La sua opera di salvezza continua nella sua Chiesa e lo sarà fino alla fine del mondo.Tutto questo dovrebbe suscitare una grande e perseverante riconoscenza.
Che Maria ci aiuti a dire grazie a Gesù, non con semplici parole, ma con la vita.