Commento al Vangelo di Luca 15,22
“QUESTO TUO FRATELLO ERA MORTO ED È TORNATO IN VITA” (Luca 15,32)

Certe esperienze, se non si vivono, non si possono comprendere. Per un genitore è grande e al limite della sofferenza, vedere il proprio figlio scegliere e camminare su strade sbagliate. Sempre grande però è la speranza di poterlo un giorno riavere. Se grazie al Signore, viene il giorno di poterlo
riabbracciare, pentito del male che ha fatto, allora la gioia arriva al massimo e tutto si conclude con una festa solenne. Questa è stata l’esperienza del figliol prodigo di cui parla il Vangelo. Per chi non è genitore, un tale evento è vissuto con modi molto diversi; questo non per cattiveria, ma per un effetto di natura.
“Questo tuo fratello era morto”
Quando una persona cade nel peccato e volutamente intende percorrere strade sbagliate, praticamente si condanna da sola a una vita dove tutto non sazia e ogni esperienza che compie la indebolisce fino allo spegnimento di qualsiasi forma di sensibilità umana. In tali condizioni, tutto delude; senza una vera conversione, giorno per giorno, continua nella persona un logoramento fisico e spirituale fino al punto in cui tutto si spegne e per conseguenza aumentano difficoltà di ogni genere. Per sopravvivere a questa situazione di morte, le persone accettano anche forme di vita umilianti, come quel giovane che per sopravvivere è costretto a pascolare i porci. La delusione è grande e può portare alla disperazione.
“Ed è tornato in vita”
Pregare per la conversione dei peccatori è sempre un’opera buona e la Madonna di Fatima lo ha raccomandato tanto a quei tre bambini. Unitamente alla preghiera, è importante che il nostro livello di vita sia veramente alto e ben consolidato; questo va detto perchè non si aiuta il fratello in difficoltà solo con belle parole, ma ciò che giova è l’esempio di una vita vissuta in obbedienza alla Parola del Signore. Quel figlio che si era allontanato dalla famiglia e dal Signore, raggiunto dalla Grazia di Dio e dalle preghiere dei propri cari, ha trovato il coraggio di riconoscere il male che aveva fatto; dall’abisso in cui era caduto, ha rivolto il pensiero alle condizioni ottimali dei lavoratori di suo padre trovando il coraggio di ritornare con la chiara volontà di confessare tutto il male compiuto e di poter riavere almeno la condizione di servo e non quella di essere figlio, che adesso riteneva impossibile.
L’amore del padre
L’amore di un genitore non viene mai meno. Così è Dio per noi. Prima ancora che il figlio arrivasse alla casa paterna, il padre lo ha preceduto e neppure ha fatto attenzione alla sua confessione verbale, perchè tutto aveva già letto nel suo cuore. La conclusione dell’incontro è stato un silenzioso e intenso abbraccio. Questo è ciò che Dio Padre offre a noi oggi, suoi figli. Una delle verità che sempre dovremmo avere nella mente e nel cuore, è che l’Amore di Dio non cambia: “Ti ho amato di un amore eterno” (Ger. 31,3). Sempre siamo amati, anche quando il peccato ci allontana da Lui. “Credere per capire” diceva Sant’ Agostino. Ogni conversione ha sempre in questo atto di fede il suo inizio. Non lasciamoci ingannare da Satana che fa di tutto per nascondere il vero, grande, eterno Amore che Dio ha per noi.
La nostra cara mamma del cielo ci aiuti ad avere sempre fiducia in Dio.