Commento al Vangelo di Giovanni 12,25
“CHI AMA LA PROPRIA VITA, LA PERDE, E CHI ODIA LA PROPRIA VITA IN QUESTO MONDO, LA CONSERVERA’ PER LA VITA ETERNA” (Giovanni 12,25)
La Parola di Gesù non è sempre facile da comprendere, va intesa bene; così, quando Lui dice: “Chi ama la propria vita la perde”, non intende mancare al dovere che abbiamo
di valorizzare e di gestire bene il dono che ci è dato, ma fa capire che il nostro corpo non deve occupare il primo posto (a volte anche l’unico), nelle nostre attenzioni e nelle varie cure che esige.
I talenti da gestire
“Dio creò l’uomo a sua immagine” (Genesi 1,27). La creatura umana è diversa da tutte le altre creature che esistono sulla terra; le facoltà che possiede, sono veramente preziose e tali da essere in grado di stabilire, già nel corso della vita terrena, una particolare e singolare relazione con Dio stesso. Come viviamo queste preziose facoltà? Con quale attenzione? E’ in riferimento al modo che abbiamo di gestire i talenti ricevuti, che dobbiamo verificare. Gesù intende farci capire, che se fermiamo la nostra attenzione soltanto, oppure in modo eccessivo, alle esigenze del corpo umano, praticamente perdiamo la possibilità di essere premiati con la vita eterna che ci attende. Ecco perche Gesù dice: “Chi ama la propria vita la perde”. Quello che dovremmo fare è di mantenere un giusto equilibrio fra le esigenze della vita umana e quelle della vita spirituale. Sappiamo invece, che in molti casi, quasi tutte le nostre occupazioni, sono utilizzate per mantenere la salute fisica e il buon andamento delle vicende umane. E’ per questo che Gesù dice: “Chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna”. Il termine odiare è certamente forte, ma serve a mettere in evidenza, quanto sia importante e necessario dare sempre il primo posto, la precedenza, alla vita spirituale.
L’attenzione alla vita eterna
Il primo passo da compiere per fare quello che Gesù chiede, è prendere coscienza che noi siamo corpo e spirito. Negare questa duplice dimensione, vuol dire essere preoccupati e rivolti solo a tutte le problematiche del corpo e dei vari eventi umani. Detto questo, quali sono, invece, le attenzioni affinchè la vita sia veramente vissuta in tutte le sue dimensioni? Così si legge nel Vangelo di Matteo: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce, e mi segua” (Mt.16,24). Già in questo programma di vita indicato da Gesù, è chiaro che se ci vogliamo pienamente realizzare, non dobbiamo dare spazio più di tanto al nostro “io”, ma accettare la croce e vivere in piena obbedienza alla Parola di Gesù. Una seconda significativa dichiarazione su come dobbiamo impostare la vita, è la seguente: “Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio e Colui che hai mandato, Gesù Cristo” (Gv.17,3). Non basta quindi un buon comportamento umano; è necessaria una attenta ricerca del volto di Dio e della piena fede in Gesù Cristo. E’ nell’obbedienza a queste indicazioni, che la nostra vita si realizza in pienezza e che ci conduce al premio eterno, al Paradiso. Questo è un cammino che comporta sacrifici, ma sappiamo tutti, per esperienza personale, che tutte le cose belle hanno un prezzo alto.
La nostra mamma del cielo, ci aiuti a vivere in pienezza il dono ricevuto della vita.