Commento al Vangelo di Matteo 17,15
“ED ECCO UNA VOCE DALLA NUBE CHE DICEVA; QUESTO E’ IL FIGLIO MIO, L’AMATO: IN CUI HO
POSTO IL MIO COMPIACIMENTO, ASCOLTATELO” (Matteo 17,5)

Un giorno Gesù ha concesso un grande dono a tre dei suoi discepoli. Pietro, Giacomo e Giovanni, “Li condusse in disparte, su un monte, e si trasfigurò davanti a loro”. Stupore e sorpresa fu per quei discepoli che proprio non si aspettavano di vedere Gesù con un aspetto così luminoso: “Il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce” (v.2). La visione si è poi arricchita con la comparsa accanto a Gesù, di Mosè, rappresentante della Legge e di Elia rappresentante dei Profeti, che conversavano con Lui. La presenza di questi due grandi personaggi è una conferma che la missione di Gesù era certamente a favore di tutto il popolo, sia dell’Antico che del nuovo Testamento.
- L’apparizione della nube
Mentre i discepoli erano ancora stupiti per quella visione così straordinaria, “Una nube luminosa li coprì con la sua ombra; ed ecco una voce dalla nube che diceva: “Questo è il Figlio mio, l’amato, in cui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo” (v.5). Una tale esperienza deve avere sconvolto i discepoli; infatti, “All’udire ciò, caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore” (v.6). Questo fatto conferma quanto sia grande e potente tutto ciò che riguarda il soprannaturale. Prepariamoci, perchè anche per noi verrà il momento in cui ci troveremo alla presenza del Signore. E’ importante vivere, fin da ora, con un animo spiritualmente disposto all’incontro con Colui che è il Tutt’altro.
L’Apparizione della “nube” e la “voce” che hanno udito, è per noi una preziosa conferma della Presenza di Gesù, vero Dio e vero uomo, e della necessità di ascoltare e obbedire alla sua Parola. Per ascoltare quella voce che ci parla, non deve mancare in noi la capacità di dedicare del tempo per stare in silenzio, e non lasciarci soffocare dalle tante e, non sempre utili, occupazioni umane che ci assillano ogni giorno. Ma non basta l’ascolto; determinante è obbedire, mettere in pratica il comando ricevuto. Teoricamente, non basta riconoscere chi ci parla, ma in termini concreti, è vivere con fedeltà e con amore il comandamento ricevuto. Sia perseverante il nostro impegno perchè con Dio non si scherza.
- Una Parola da credere e da vivere
Il prezioso dono che Gesù ha concesso ai tre discepoli, ha posto le condizioni affinché fossero preparati ad affrontare con fede, senza scandalizzarsi di fronte alla condanna a morte di Gesù e alla terribile sentenza di farlo morire in Croce. Quello che hanno visto e la voce ascoltata, sono stati un forte incoraggiamento per la missione che un giorno avrebbero dovuto compiere e cioè far conoscere a tutti il prezioso dono che il Padre ha offerto a tutta l’umanità, perchè fosse redenta dalle sue colpe. Un compito questo che viene richiesto per tutti, non solo agli Apostoli. Anche noi quindi, se pure con modalità e tempi diversi, siamo chiamati all’ascolto e all’obbedienza della Parola.
Non manchi nel nostro impegno un tempo da vivere davanti all’Eucaristia, con Adorazione vera e sincera di Gesù solennemente esposto. Quella Presenza di Gesù è una “Sorgente” preziosa e necessaria per il cammino che stiamo facendo.
Maria ci aiuti ad essere persone capaci di ascoltare e vivere la Parola di Gesù.
Commento al Vangelo di Matteo 4,1
“ALLORA GESU’ FU CONDOTTO NEL DESERTO, PER ESSERE TENTATO DAL DIAVOLO” (Matteo 4,1)

Gesù è Dio da sempre, ma anche vero uomo per aver assunto, nel tempo, la natura umana nel grembo di Maria. In quanto uomo Satana lo ha raggiunto con la sua terribile astuzia e per tre volte lo ha messo alla prova. Questa volta, però, il demonio non ha trovato pane per i suoi denti. Alla terza tentazione, quando addirittura gli chiese di essere “adorato”, Gesù ha risposto con un comando fermo e severo: “Vattene, Satana! Sta scritto infatti: il Signore, tuo Dio, adorerai: a Lui solo renderai culto” (v.10). Insidiosa è stata la prima e la seconda tentazione, ma la terza ha raggiunto il limite ed è stato allora che Gesù ha risposto con tutta la sua autorità: “Vattene, Satana”! Significativo è per tutti questo intervento di Gesù, nel voler condannare con parole forti ogni tentazione e, in particolare, quella di mettersi ai piedi di Satana per adorarlo...
- Il peccato dell’idolatria
Viviamo in un periodo storico dove purtroppo molti uomini e molte donne piegano le loro ginocchia davanti agli idoli. Le persone che si allontanano da Dio, da sole si privano di tutto l’Amore e di tutta la forza che soltanto Dio è in grado di concedere. Entra allora in azione Satana, che offre, come sostituzione al vuoto che prima o poi sperimentano queste persone, l’offerta di tre idoli assai pericolosi: il denaro, il potere e il piacere. All’inizio questi idoli vengonoconsiderati appetitivi, ma con il tempo sfociano in forme di egoismo, di ingiustizie, di cattiverie; privano le persone di quella gioia e serenità che è propria delle persone che vivono in grazia di Dio.
- Il dono del “libero arbitrio”
Il fatto che anche Gesù sia stato tentato da Satana, praticamente è una conferma che tutti siamo soggetti alla malefica azione del demonio. Questo non deve generare in noi forme di ansietà o di paure, perchè il Signore non permetterà mai di essere tentati sopra le nostre forze. E’ importante e necessario renderci conto di come ci dobbiamo comportare quando siamo assaliti da cattive tentazioni. Noi tutti abbiamo un dono che non sempre prendiamo in considerazione; si chiama libero arbitrio. Questo vuol dire che noi creature umane, abbiamo la facoltà di dire SI oppure NO a certi richiami al male. Ogni insistenza di Satana si allenta e finisce se il vero cristiano pronuncia un NO fermo e irrevocabile alla tentazione. L’importante è che la decisione sia totale, non tentennante o parziale. Questa è la forza che il Signore ci concede; questo è il “libero arbitrio”.
- Siamo fragili
La virtù della povertà è avere coscienza di essere persone limitate e fragili. Noi, non siamo in grado di conoscere tutto ciò che esiste e che succede; così pure non siamo confermati in Grazia, ma possiamo cadere in peccato. Non dobbiamo dimenticare questa realtà del nostro essere. Viviamo quindi con piena fiducia nell’aiuto che Gesù è sempre pronto a concedere a coloro che, con animo sincero, a Lui chiedono aiuto e sostegno nei momenti della tentazione.
Maria ci aiuti a respingere con fermezza, ogni disobbedienza a suo figlio Gesù.
Commento al Vangelo di Matteo 5,44
“MA IO VI DICO; AMATE I VOSTRI NEMICI E PREGATE PER QUELLI CHE VI PERSEGUITANO (Matteo 5.44).

Gesù è un maestro buono, ma anche severo. Conosce perfettamente come sono fatte le creature umane, le capacità che hanno, insieme ai tanti limiti. Come maestro di vita, conosce bene quale sia la strada che tutti dovremmo percorre per arrivare al “porto giusto”. A Lui, quindi, dobbiamo obbedire anche quando alcuni suoi insegnamenti sembrano difficili da osservare.
Così un giorno, parlando della nuova giustizia, in opposizione a comportamenti, che il mondo suggerisce, Gesù ha detto: ” Io vi dico, amate i vostri nemici, e pregate per quelli che vi perseguitano”(Mt. 5,44). Questo insegnamento, appare subito molto difficile da seguire e certamente, senza un aiuto spirituale, ben pochi sarebbero in grado di metterlo in pratica. Ma Gesù, non fa sconti e ribadisce dicendo: “Se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani?” (v.46). Questo è ciò che dobbiamo fare.
Gesù conosce i nostri limiti, pertanto, mentre ci comanda di compiere atti di carità che si possono definire eroici, allo stesso tempo ci fa capire che almeno qualcosa possiamo fare e cioè “Pregare per quelli che ci perseguitano”; se abbiamo la forza di metterci davanti al Tabernacolo, con il cuore ferito, ma anche con la volontà di essere pienamente obbedienti agli insegnamenti di Gesù, allora si riesce a ricuperare un pò di pace e di serenità. Certamente, non è possibile rimanere indifferenti di fronte a certe umiliazioni e cattiverie umane, ma se abbiamo la forza di pregare per chi ci fa del male, misteriosamente qualcosa cambia.
- La misteriosa azione di Dio
Il Creatore ha dato alla creatura umana delle facoltà importanti e preziose, ma pur sempre limitate. Con umiltà è dunque importante prendere atto che Dio, in alcune circostanze è presente e compie ciò che per noi non è comprensibile. “Nulla è impossibile a Dio” (Luca 1,37). Ecco perché pregare anche per situazioni che umanamente sembrano senza speranza, alla fine può succedere anche il miracolo
della conversone. Non dobbiamo mai mettere limiti alla Divina Provvidenza. Non dimentichiamo però che i tempi e i modo di operare del Signore non sono i nostri, per questo è bene insistere con la preghiera, pregare con perseveranza anche se al momento non sembra di vedere grandi cambiamenti.
- Una fiducia senza limiti
Più volte siamo esortati ad avere fiducia, piena fiducia in Dio: ciò vuol dire non aspettare di avere segni evidenti, concreti per credere in Lui. Quello che conta è riconoscere il valore, l’autorità e l’autorevolezza della sua Parola.Questa è la fede! Fa molto riflettere quello che Gesù un giorno ha detto agli Apostoli, che gli avevano chiesto: “Accresci in noi la fede. Il Signore rispose: Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: sradicati e vai a piantarti nel mare, ed esso vi obbedirebbe” (Luca 17,6). Una tale risposta ci fa arrossire, perché conferma che le nostre preghiere e le varie suppliche, non sono di fatto come dovrebbero essere. Non ci dobbiamo scoraggiare, ma almeno renderci conto che “Il Signore è fedele” (2 Tes.3,3) mentre noi quale fede abbiamo?
Chiediamo alla nostra mamma celeste, una fede vera e grande come la sua.
Commento al Vangelo di Matteo 5,17

“NON CREDIATE CHE IO SIA VENUTO AD ABOLIRE LA LEGGE O I PROFETI; NON SONO VENUTO AD ABOLIRE, MA A DARE COMPIMENTO”
La missione di Gesù, tanto attesa e preziosa, non è sempre stata compresa da tutti. Il demonio ha ingannato molti con la sua falsità. Alcune persone del Sinedrio, pensavano che Gesù volesse “abolire la legge e i profeti”. Gesù non ha mai pensato di abolire le Legge, ma molte volte ha denunciato coloro che dicevano di credere nella Legge, perchè erano essi stessi a non mettere in pratica quello che la Legge prescriveva. E’ importante vivere quello che si crede. A conferma del suo comportamento, Gesù un giorno chiaramente disse: “Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge e i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare compimento”. Sarebbe bastata una tale dichiarazione per allontanare ogni dubbio, ma quando una persona si sente rimproverata per i suoi peccati, se non è umile, fa di tutto per giustificare il proprio comportamento; così è stato per molti Scribi e Farisei.
- “Sono venuto a dare compimento“
Nel corso della sua missione, Gesù non solo ha sempre confermato il valore della Legge che Dio ha dato al suo popolo per mezzo di Mosè, ma a coloro che hanno manifestato il desiderio di seguirlo, ha suggerito preziose indicazioni. Così un giorno disse: “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua” (Lc. 9,23). Già questa è un’affermazione molto importante, alla quale ne sono seguite tante altre non meno preziose e necessarie, per un cammino di vita spirituale. Al capitolo quinto del Vangelo di Matteo, nei versetti dal dodicesimo e seguenti, troviamo le Beatitudini; si tratta di norme di vita che sono fondamentali per la vita di un Cristiano. Il compimento che Gesù è venuto a dare alla Legge, è stato certamente confermato e consolidato, soprattutto con l’esempio che Gesù ha dato, vivendo con piena obbedienza alla volontà del Padre fino al giorno della sua morte in Croce. E’ con la vita che Gesù ci ha insegnato e continua a insegnarci a vivere e a dare compimento alla Legge.
- La testimonianza dei Santi.
Abbiamo davanti ai nostri occhi, uomini e donne che hanno vissuto in piena obbedienza agli insegnamenti di Gesù. Basti pensare a San Francesco, Sant’ Agostino, Santa Teresa d’Ávila, Santa Teresa del bambino Gesù; un lungo elenco di persone che hanno confermato, quanto siano preziose ed efficaci le norme di vita che Gesù ci ha dato a compimento della Legge antica.
- Resta con noi.
Il grande dono che Gesù ci ha fatto, dando compimento alla Legge con preziose indicazioni di vita spirituale, oggi Gesù lo completa con la sua Presenza in mezzo a noi. Lui è Colui che una volta fatto uscire il gregge dell’ovile, conduce le pecore al pascolo e “Cammina davanti ad esse” (Gv.10,4). Quale coscienza abbiamo di questa Presenza di Gesù? Ancora più prezioso è il fatto che Lui stesso ha voluto farsi cibo per noi, è l’Eucaristia! Non dovremmo perdere altro tempo in sofisticate considerazioni, ma con tutto il cuore invocare e gridare: Resta sempre con noi!
Maria, la nostra cara mamma, ci aiuti a vivere sempre in comunione con Gesù.
Commento al Vangelo di Matteo 5,14

“VOI SIETE LA LUCE DEL MONDO” (Matteo 5,14)
Gesù ha chiamato e continua a chiamare dei collaboratori, perchè la sua Divina missione, qui sulla terra, possa continuare nel tempo con fecondità. Ogni Cristiano è chiamato a dare il suo piccolo o grande contributo, a secondo dello stato di vita in cui si trova. Per tutti, però, è importante e necessario osservare quello che Gesù ha posto come condizione per compiere bene la missione richiesta.
- “Voi siete la luce del mondo”
Gesù chiede alle persone che intendono collaborare con Lui, che siano dei veri portatori di luce. Per essere persone, così come Gesù ci vuole, è importante vivere in Grazia di Dio; compiere onestamente ogni giorno il proprio dovere e, in particolare, essere disponibili ad un cammino spirituale uniti a Gesù “Vite”, così da ricevere quella speciale “linfa” che solo Lui possiede. Queste sono condizioni che favoriscono l’intimità con Gesù e, quindi, quella testimonianza che tanto è necessaria per le persone che incontriamo nel nostro cammino. Certamente un cammino che proceda con queste esigenze spirituali non è facile e comporta un certo sacrificio, ma tutte le cose belle hanno un prezzo alto.
- Un apostolato che arricchisce davanti a Dio
La famiglia di Dio ha sempre bisogno di persone che siano dei portatori di luce. E’ bene però considerare, che un tale apostolato giova molto alla persona stessa, un apostolato che praticamente “arricchisce davanti a Dio”. Il tempo che il Signore ci concede di vivere qui sulla terra, è un dono che non dobbiamo sciupare. Il tempo è oro; il tempo perso poi non torna indietro. E’ bene allora invocare con forza lo Spirito Santo; Lui è il vero “motore” della vita spirituale, a Lui ci dobbiamo affidare con umiltà, seguirlo con tanta fede, senza lasciarci scoraggiare quando le situazioni si complicano, o si possa arrivare anche a dei fallimenti. Sempre dobbiamo fare attenzione al rischio di rinunciare alla “battaglia”, di rinunciare a un certo cammino e quindi fermati da “false paure”. Nel corso della vita terrena, tutto è possibile; noi siamo fragili, pertanto, non sono da escludere delle “cadute”. I Santi ci esortano a mettere in pratica quello che loro stessi hanno sperimentato: “ricominciare”. Questo è un comportamento sempre possibile qui sulla terra. San S. Francesco, Sant’ Agostino e altri Santi e Sante, lo confermano con la loro vita.
- Non rimanga nascosta la vostra lampada
Esiste per tutti il pericolo di rinunciare a certe testimonianze per vari motivi e non meno per la paura di essere derisi e incompresi vivendo seriamente la comunione con Gesù. Grave sarebbe cedere a queste tentazioni e quindi rimanere nascosti, non portare quella Luce che Gesù ci concede. Come cristiani dobbiamo invece fare il contrario e cioè impegnare tutte le nostre possibilità per aiutare chi è nelle tenebre. Non dimentichiamo quello che S. Giacomo ha scritto nella sua Lettera e cioè che “La fede, senza le opere è morta” (Giac. 2,26). I talenti ricevuti, se non sono concretamente impegnati, praticamente ci vengono sottratti, perdono il loro valore e possono diventare anche motivo di forme depressive. Chi fa della propria vita un dono generoso per Gesù e per il prossimo, sperimenta quei frutti che S. Paolo elenca nella sua Lettera ai Galati: “Amore, gioia, pace” (Gal,5,22).
Maria ci renda dei validi collaboratori alla missione del suo Figlio Gesù.
Commento al Vangelo di Matteo 5,9
“BEATI GLI OPERATORI DI PACE, PERCHE’ SARANNO CHIAMATI FIGLI DI DIO” (Matteo 5.9)

Il popolo di Israele fu guidato dalla mano di Dio e comunicava con loro attraverso la voce e le azioni dei Profeti. Arrivò poi il tempo in cui, per mezzo di Mosè, il Signore consegnò al popolo le due tavole della Legge: i Comandamenti. Questa Legge, fu necessaria e molto importante per impostare e vivere la vita in modo ordinato e fecondo. Nella pienezza dei tempi, arrivò poi il Messia, Gesù, che non abolisce la Legge, ma dà ad essa pieno compimento, con l’annuncio delle famose Beatitudini. Gesù stesso ha dichiarato lo scopo della sua missione, dicendo: “Non sono venuto per abolire le Legge, ma a dare compimento” (Mt. 5,17). Peccato che questa dichiarazione non sia stata accolta dai responsabili del Sinedrio.
- “Beati gli operatori di pace“
Un giorno, Gesù salì sul monte con i suoi discepoli per far conoscere loro il prezioso dono delle dieci Beatitudini. Ogni singola Beatitudine, mette in evidenza quello che un Cristiano dovrebbe fare per essere fedele alla sua vocazione. Tutte sono importanti e non meno la settima Beatitudine, che dice: “Beati gli operatori di pace, perchè saranno chiamati figli di Dio” (Mt.5,9). L’esperienza conferma, quanto sia importante essere portatori e operatori di pace là dove siamo chiamati a vivere. A volte basta una parola, oppure un silenzio per favorire la pace; altre volte, basta avere la pazienza di attendere, oppure la capacità di intervenire tempestivamente per risolvere certe tensioni. Quando poi abbiamo situazioni, come quella della guerra in atto in questi giorni, allora ciò che possiamo fare è pregare con perseveranza, affinché presto ritorni la pace.
- La pace del cuore
Determinante per un Cristiano, è avere ma anche favorire la pace del cuore. Si tratta di raggiungere quella serenità spirituale che ha radici nel cuore di Gesù.
Questa è la condizione, di chi vive in Grazia di Dio, di chi non soltanto è libero dal peccato, ma libero anche da ogni altra situazione che in qualche modo disturba il cammino di avvicinamento alla Persona di Gesù, alla comunione con Lui.
Questa pace del cuore, diventa un esempio e una testimonianza che può fare tanto bene alle persone che ogni giorno incontriamo. Si predica infatti più con la vita, che con le parole. Questa Grazia, la dobbiamo chiedere allo Spirito Santo.
- “Saranno chiamati figli di Dio“
E’ interessante e consolante sapere che coloro i quali con generosità lavorano per promuovere la pace ottengano, grazie al loro intervento, il dono di essere chiamati “Figli di Dio”. In funzione del Battesimo partecipiamo alla Famiglia di Dio, non come ospiti occasionali, ma come figli adottivi di Dio. Un serio impegno come apostoli per la pace, conferma e consolida tutto il bene che riceviamo in quanto figli di Dio. Avere Dio come Padre è una Grazia, che dovrebbe farci esultare di gioia. Come figli siamo nel suo cuore non solo custoditi, ma fatti partecipi della potenza del suo Amore; un giorno, saremo uniti a Lui per sempre nella realtà che ci attende: il Paradiso. Gli operatori di pace testimoniano già sulla terra, la gioia che è propria del Cielo.Chiediamo a Maria di essere sempre dei veri operatori di pace.
Commento al Vangelo di Matteo 4,19
“GESU’ DISSE LORO: VENITE DIETRO A ME, VI FARO’ PESCATORI DI UOMINI” (Matteo 4,19)

Gesù per la sua missione, ha chiamato come collaboratori dei semplici pescatori, perchè fossero un giorno capaci di annunciare e testimoniare al mondo il suo messaggio.
Fu certamente un compito gravoso e di grande responsabilità quello degli Apostoli, ma la loro azione fu sempre guidata e sostenuta dallo Spirito Santo. L’opera della
salvezza dell’umanità è tutta e sempre e soltanto opera di Dio.
> “Venite dietro a me”
Con una parola forte e autorevole, Gesù ha invitato a seguirlo, Pietro e Andrea che gettavano le reti in mare e poi Giacomo e Giovanni, che stavano riparando le reti con il loro padre Zebedeo. Quello che stupisce di questa chiamata è la tempestiva risposta che hanno dato questi uomini: “Essi, subito lasciarono le loro reti e lo seguirono” (v.20). Come è stato possibile lasciare subito quello che stavano facendo, senza neppure conoscere bene il contenuto e la motivazione di questa richiesta? Certamente è intervenuta una Grazia particolare che Gesù ha concesso loro in quel momento. La storia della salvezza è nelle mani di Dio e da Lui portata avanti nel tempo.
> “Vi farò peccatori di uomini”
Gesù chiama per nome questi pescatori e subito annuncia loro anche quale sarà il compito; diventare pescatori di uomini. Un compito elevatissimo e certamente non alla portata di quello che potevano fare come semplici pescatori.
Con queste parole Gesù fa conoscere quale sia la sua vera missione qui sulla terra: essere il salvatore dell’umanità. Tutta la sua vita, dal giorno in cui ha assunto la natura umana nel grembo di Maria, al Santo giorno in cui ha steso le braccia sulla Croce, ogni momento e ogni sua azione è valsa per mettere in atto, e per aprire le porte del Paradiso a tutti coloro che lo avrebbero seguito. La missione di Gesù continua nel tempo, fino al giorno in cui si compirà quello che il Padre ha voluto e vuole: “Fare di Cristo, il cuore del mondo”.
- La nostra collaborazione
Agli Apostoli Gesù ha concesso Grazie e facoltà spirituali così da essere per sempre delle “colonne della Chiesa”, ma ogni persona che con fiducia si affida a Gesù, che crede nella sua missione, ha chiesto e chiede una sincera e personale collaborazione. In termini concreti, cosa possiamo fare per collaborare al grande progetto del Padre, iniziato con la venuta di Gesù? Ecco alcune indicazioni:
– Vivere in Grazia di Dio. Obbedienza ai Comandamenti e ad ogni esortazione di Gesù, che troviamo nei Vangeli.
- Vivere la comunione con Gesù. Lui è la Vite, noi siamo i tralci, non ci può essere azione positiva di collaborazione con Gesù se il “tralcio” vantasse il potere di agire e di compiere un cammino efficace separato dalla vite.
- Credere nell’Amore che Gesù ha per noi. Soltanto se siamo certi del suo Amore, avremo la forza di comunicarlo ai fratelli che incontreremo nel cammino.
Maria ci aiuti a collaborare sempre all’azione redentrice del suo Figlio Gesù.
Commento al Vangelo di Giovanni 1,34
“IO HO VISTO E HO TESTIMONIATO CHE QUESTI E’ IL FIGLIO DI DIO” (Giovanni 1,34)

Giovanni Battista, nel corso della sua grande missione, ebbe la grazia di vedere, preso il Giordano un segno dal cielo che confermava la presenza di Gesù, come il Salvatore. Giovanni stesso testimoniò dicendo: “Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di Lui. Io non lo conoscevo, ma proprio Colui che mi ha inviato a battezzare nell’acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è Lui che battezza nello Spirito Santo” (vv.32-33). La testimonianza del Battista è per tutti noi molto importante.
- Un atto di fede
Il Signore conosce bene i nostri limiti e le nostre fragilità; pertanto, ci viene incontro con segni e parole provvidenziali. Tocca a noi far tesoro dei doni che riceviamo.
La prima cosa che dobbiamo fare è non dare spazio ai dubbi che si fanno avanti come ombre nere sulle verità rivelate. E’ il demonio che fa questo, ma con il demonio non si deve dialogare! Giovanni Battista ci parla della sua esperienza al Giordano e in altre occasioni annuncia ufficialmente anche altre verità su Gesù, così quando dice: “Ecco L’Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo” (v.29). Queste verità sono da meditare attentamente e da confermare con un fermo atto di fede, espresso con tempestività e senza ripensamenti.
- “Ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio“
Molto esplicita è la testimonianza del Battista, che apertamente dichiara: “Questi è il Figlio di Dio” (v.34). Questa verità della fede, se accolta in tutta la sua dimensione, genera in noi, una grande gioia, non soltanto per il valore di ciò che comporta in sé stessa, ma anche per la possibilità, che noi oggi abbiamo, di avvicinarci a Gesù e di poterlo ricevere in noi con il Sacramento dell’Eucaristia. Come possiamo arrivare a vivere questa esperienza di fede? Certamente è una grazia da chiedere allo Spirito Santo, senza il suo aiuto ben poco posiamo fare. Favoriti dall’azione dello Spirito Santo, cercare di fissare la mente e il cuore sulla persona di Gesù, che ci conferma di essere sempre con noi: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt.28,20).Una presenza viva!
- L’‘efficacia del Dialogo
La Persona di Gesù, che si è manifesta in modo visibile al Giordano, intende ora entrare in dialogo con tutti coloro che credono in Lui. La nostra preghiera dovrebbe essere un dialogo con Gesù. In questo “dialogo” lasciamo a Lui la prima parola, che con tanto Amore rivolge a ciascuno di noi: “Voi chi dite che io sia ?” (Mt.16.15). Quale è la nostra risposta? Non basta rispondere con monosillabi, Gesù vuole da noi tutto quello che sappiamo di Lui; come viviamo la sua Presenza e quali sono le difficoltà che sperimentiamo nel cammino che stiamo facendo. Forse dovremo confessare che poco sappiamo della preziosità del suo essere, del suo agire e, soprattutto, dell’Amore che nutre per noi. Gesù non si meraviglia della nostra povertà, ma almeno una cosa ci chiede: “Rimanete nel mio Amore” (Gv.15,9), il mio cuore diventi la vostra quotidiana dimora. Questo dovrebbe essere il nostro vivere da Cristiani. Chiediamo aiuto allo Spirito Santo.
Ci aiuti Maria a dialogare con Gesù.
Commento al Vangelo di Matteo 4, 16
“APPENA BATTEZZATO USCI’ DALL’ACQUA : ED ECCO SI APRIRONO PER LUI I CIELI” (Matteo 4,16)

Gesù all’inizio della sua missione ha chiesto a Giovanni Battista di essere battezzato. La risposta del Battista è stata esemplare, dicendo: “Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me? (v.14). Alla rinnovata richiesta di Gesù, fu battezzato. Con stupore e un certo timore,avvenne che “Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco si aprirono per Lui i cieli ed egli (Giovanni) vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di Lui! (v.16). Una tale apparizione è stata la conferma della Divinità di Gesù, come Verbo Incarnato. Una conferma ancora più grande, è seguita alla particolare apparizione: “Ed ecco una voce dal cielo che diceva: Questi è il Figlio mio, l’amato, in Lui ho posto il mio compiacimento” (v.17). In quel momento si è manifestata la presenza della Santissima Trinità: Gesù, lo Spirito Santo nella forma di una colomba, e la voce del Padre che ha suggellato l’evento.
- Il nostro atto di fede
Quello che è avvenuto nel Battesimo di Gesù al Giordano, è importante anche per una verifica che dovremmo fare sulla nostra fede. Pertanto, poniamoci una domanda: crediamo nella realtà di Gesù, confermato dalla voce del Padre, come veramente suo Figlio e dato a noi come Salvatore? Dobbiamo essere fermi e ben consolidati in questo atto di fede; diversamente, diventiamo delle persone che pregano, ma che non vivono una intimità con Gesù e una costante comunione con Lui. Se la nostra fede in Gesù è vera e ben fondata, si arriva a sperimentare la gioia di averlo sempre accanto a noi. Lui stesso lo ha confermato dicendo; “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo.” (Mt.28,20). Ci sono persone che invece vivono in una continua tristezza sconsolate per la solitudine in cui si trovano. Ben diversa sarebbe la loro condizione se avessero l’umiltà e la grazia di credere nella Presenza di Gesù, che sempre è disposto a sostenerle con il suo Amore. Uno dei segreti della vita dei Santi, è proprio nel fatto che la loro fede in Gesù li portava a vivere ogni giorno della loro vita, non da soli e soffocati dalle cose terrene, ma gioiosi per la vera presenza di Gesù nel loro cammino.
- Il nostro Battesimo
La rivelazione che è avvenuta dopo il Battesimo di Gesù, è per noi segno di speranza. Infatti, l’Amore di Dio Padre per il Figlio suo Gesù, oggi è anche per tutti coloro che vivono in Gesù una comunione e una intimità così come lo è per il tralcio con la vite. Il Sacramento del Battesimo, che attraverso la Chiesa possiamo ricevere, ci fa essere con Gesù una cosa sola. Sacramento che ci fa partecipi della grande famiglia che è la Chiesa, con tutti i benefici che ne consegue. Una famiglia il cui Capo è Gesù stesso. Tutta l’attenzione e l’Amore che il Padre ha per Gesù, lo è per tutte le persone che con Lui formano una cosa sola. E’ veramente un peccato per quei genitori che non fanno Battezzare i loro bambini, ma è un peccato anche per noi se non facciamo il possibile per vivere con gioia la comunione che Gesù stesso ci concede per tutto il cammino che stiamo facendo.
La nostra mamma celeste, ci aiuti a vivere ogni giorno l’intimità con il suo Gesù.
Commento al Vangelo di Luca 2,18
“TUTTI QUELLI CHE UDIVANO SI STUPIRONO DELLE COSE DETTE LORO DAI PASTORI” (Luca 2,18)

La notte in cui Maria ha partorito Gesù, fu anche per i pastori di Betlemme una notte del tutto particolare. Non erano a conoscenza di ciò che doveva accadere e, pur essendo gli ultimi a conoscere certi eventi, il Signore li ha resi capaci
di accogliere per primi la nascita del Salvatore.
Questo è significativo e conferma che “Gli ultimi saranno i primi”(.Mt.20,16). L’apparizione che questi pastori ebbero, fu veramente straordinaria: “Un Angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce” (v.9). Dato loro il gioioso annuncio della nascita del Bambino e del posto dove potevano trovarlo, “Subito apparve con l’Angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini che Egli ama” (vv.13-14), Fu un evento straordinario, manifestato a persone che erano considerate degli emarginati.
- Meraviglia e stupore
L’emozione per un tale evento fu grande e certamente altrettanto grande fu il desiderio di partecipare questa gioia ad altre persone. “Quelli che li udirono si stupirono delle cose dette loro”. Oggi, anche per noi viene annunciato il grande evento “Vi annuncio una grande gioia che sarà per tutto il popolo : oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore” (vv.10-11).
Questo è il mirabile dono che Dio Padre ha dato all’umanità. Questo è stato l’inizio della nostra redenzione. Questo è stato il compimento delle numerose profezie annunciate dai Profeti nei secoli, Questo sia anche per noi un giorno di gioia.
- L’esempio di Maria
Certamente, nessuno più di Maria ha vissuto con una intensità particolare il mistero della nascita di Gesù. Fra le braccia Maria stringeva non un semplice bambino, ma il Salatore del mondo, il Santo dei Santi, il Re dell’universo, il grande atteso, annunciato dai Profeti. Quello che Maria ha vissuto in quella notte lo ha custodito “meditandolo nel suo cuore” (v.19).
- Maria di fronte al mistero
L’umiltà, è avere coscienza che abbiamo dei limiti e, pertanto, la nostra mente non è in grado di comprendere certi eventi soprannaturali, Quello che è avvenuto nella vita di Maria, fu così miracoloso che Lei stessa, nel giorno dell’Annunciazione, rispose all’Angelo Gabriele:“Ecco la serva del Signore: avvenga di me secondo la tua parola” (Lc. 1,38). Un atto di fede e di obbedienza esemplare. Maria non ha compreso la grandezza del mistero che stava per avvenire il Lei, ma ha creduto e contemplato tutto ciò che era contenuto nelle Parole dell’Angelo.
Così è stato per tutto il corso della sua vita e in quella notte anche fisicamente ha contemplato il grande mistero del bambino che stringeva al suo seno. Come Maria, anche noi oggi, di fronte all’evento che i pastori con grande gioia hanno annunciato, dovremmo: Credere, Adorare e Amare la presenza di Gesù che nel tempo, continuamente, intende nascere in noi. Esprimiamo tutta la nostra riconoscenza a Gesù che non cessa mai di esortarci a vivere la piena comunione con Lui. Maria ci renda anche noi amanti, Adoratori e testimoni del divino bambino.