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Vangelo di Luca

Vangelo di Luca 24,37

“SCONVOLTI E PIENI DI PAURA, CREDEVANO

  DI VEDERE UN FANTASMA”  (Luca 24,37)

Il bene è più forte del male. In alcuni momenti della vita può sembrare che sia il male invece più forte del bene, ma non è così. La storia che abbiamo alle spalle, parla chiaramente; dove sono infatti coloro che hanno fatto di tutto, per soffocare con violenze e gravi persecuzioni la fede cristiana? Questa è la storia di ieri e di oggi. Gesù stesso, nella sua missione qui sulla terra, ha trovato Scribi e farisei che lo hanno contrariato, offeso e poi condannato ingiustamente alla morte in Croce. Oggi noi abbiamo la grazia di avere presente nel nostro cammino Gesù risorto. La grazia da chiedere allo Spirito Santo è di avere: occhi per vedere l’invisibile; una mente capace di penetrare ciò che va oltre le nostra facoltà; e un cuore aperto al flusso d’Amore che Gesù incessantemente effonde su di noi. Queste sono grazie particolari, ma necessarie per vivere la presenza di Gesù.

  • La paura degli Apostoli

La notizia della Risurrezione di Gesù risuonava già da più parti, ma negli Apostoli ancora regnava una certa resistenza su questa verità. Ma mentre stavano ascoltando l’esperienza dei due discepoli di Emmaus, “Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: Pace a voi. Sconvolti e pieni di paura credevano di vedere un fantasma” (v 36). Ecco la “paura” come realtà che manifesta i nostri limiti umani. Gesù però, nella sua bontà infinita, ha aiutato i suoi discepoli a superare questo limite umano e lo ha fatto con due segni inconfondibili; prima disse: “Guardate le mie mani e miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate: un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho” (v.39). Fa riflettere il fatto che dopo una prova, anche fisica così grande “Non credevano ancora ed erano pieni di stupore” (v.41).

Ma perchè tanta resistenza nel riconoscere una verità dimostrata anche con segni evidenti? Questa è la nostra povertà e cioè l’incapacità di non riuscire ad andare oltre quello che riteniamo naturale. E’ mancanza di umiltà, e cioè essere sicuri soltanto di quello che pensiamo di sapere.

Gesù non si è arreso ai loro limiti e ha voluto dare una seconda prova dicendo: “Avete qualcosa da mangiare? Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; Egli lo prese e lo mangiò davanti a loro” (v.42). Dopo due prove così concrete, la paura degli Apostoli si trasformò in una grande gioia. Quello che Gesù ha fatto per gli Apostoli, oggi diventa anche per noi motivo di vera gioia se veramente siamo umili e cioè capaci di superare quella pretesa umana di accettare soltanto quello che la nostra mente umana è in grado ci capire.

  • Credere per capire 

Sant Agostino, era una mente molto elevata, grande era la sua cultura e sempre ha cercato la verità, anche se lui stesso ha confermato di avere qualche volta sbagliato strada  Quando però Lo Spirito Santo lo ha raggiunto, infondendo in lui una Grazia particolare, tutto è cambiato e proprio lui scrisse quello che poi viveva e cioè che: “Bisogna credere per capire”, mentre noi tendenzialmente facciamo il contrario e vorremmo vedere e capire per poi credere. E’ sempre la virtù dell’umiltà che ci riporta sulla strada giusta e cioè quella di riconoscere il valore, l’autorità, l’efficacia e l’autorevolezza della Parola di Gesù. Non dobbiamo chiedere a Gesù delle prove visibili e concrete per credere, ma porre tutta la nostra fiducia su tutte le sue Parole.

  • La Parola da evangelizzare

Aperta la mente alla comprensione delle Sacre Scritture, Gesù ha messo in luce  ai suoi Apostoli il grande compito che li attendeva e cioè di far conoscere quello che proprio nella Scrittura si legge: “Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati” (v.45).Questo è il compito che ogni vero cristiano deve compiere. Sappiamo bene però, che si insegna con la vita prima che con le parole; pertanto, poniamoci una domanda: Come vivo la presenza di Gesù, che Risorto è qui in mezzo a noi? La sua è una presenza miracolosa proprio nella Santa Eucaristia.

Se abbiamo la buona volontà di stare in Adorazione davanti quell’Ostia Consacrata e con vera umiltà invochiamo il suo intervento, ben presto Gesù stesso, con la sua potenza Divina, ci renderà capaci di testimoniare ai fratelli la gioia di Gesù, che Risorto, oggi cammina con noi.

Chiediamo a Maria un aiuto perchè possiamo testimoniare, con la vita, la verità del Risorto.

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