Vangelo di Marco 8,31
“E COMINCIO’ A INSEGNARE LORO CHE IL FIGLIO DELL’UOMO DOVEVA SOFFRIRE MOLTO, ED ESSERE RIFIUTATO DAGLI ANZIANI, DAI CAPI DEI SACERDOTI E DAGLI SCRIBI, VENIRE UCCISO E, DOPO TRE GIORNI, RISORGERE” (Marco 8,31)
Gesù per tre volte ha annunciato ai suoi discepoli come si sarebbe conclusa la sua missione qui sulla terra
(Vedi: Marco 8,31; Matteo 16,21 e Luca 9,22).
Nessuno di noi conosce come e quando sarà il giorno in cui si concluderà la nostra vita sulla terra. Se fosse conosciuta la data della nostra morte, penso che potremmo essere in ansia già da questo giorno.
Gesù invece, per tre volte parla apertamente delle condanna che avrà, di quali sofferenze e umiliazioni dovrà subire, della sua morte che sarà in Croce e poi del mirabile evento della sua Risurrezione. Avere una coscienza così chiara dei fatti che lo riguardano, conferma la sua straordinaria forza morale, data certamente dal suo essere non soltanto un uomo, ma veramente Dio da sempre. Potente è straordinaria è quindi la persona di Gesù.
- “Il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto“
Gesù ci ha salvati e continua la sua opera di salvezza, non con semplici parole, ma con il suo Sacrificio. Troppo facilmente noi dimentichiamo il prezzo del nostro riscatto, di tutto quello che ha comportato nel momento della sua cattura; la condanna a morte, le pesanti vessazioni, le vergognose umiliazioni e dopo la flagellazione il viaggio al Calvario con la croce sulla quale è stato poi fissato con dei laceranti chiodi. Come avrà fatto Gesù a resistere a tanta sofferenza? E le tre ore in queste condizioni prima di dare l’ultimo respiro, come Gesù le ha vissute?
E’ un vero peccato non riflettere e non meditare sul prezzo che Gesù ha pagato per aprire le porte del Paradiso all’umanità intera. Almeno quando preghiamo il Rosario con i misteri dolorosi, cerchiamo di non pronunciare solo delle semplici parole, ma facciamo il possibile per comprenderne il significato di quella sofferenza, accettata e vissuta per Amore nostro.
- Il mistero della sofferenza in Gesù
Noi, creature umane, viviamo la sofferenza fisica e morale, così con le risorse che la natura ci concede, certamente oltre a un certo livello, tutto crolla. Quello che invece possiamo cogliere nella sofferenza di Gesù, ma anche della sua mamma, che lo ha seguito fino al momento della morte, è che tutto è avvenuto non solo come sofferenza così estrema, fine a se stessa, ma fortemente motivata per uno scopo ben preciso. Gesù sapeva bene che tutto il sacrificio che stava vivendo era per uno scopo altissimo e cioè la riconciliazione dell’umanità intera. Quello fu il prezzo pagato per riaprire le porte del Paradiso, Gesù quindi ha vissuto un Sacrificio con una carica di Amore che noi non dobbiamo mai dimenticare. Il suo è stato un atto di Amore così grande e così intenso, che oggi ci dovrebbe commuovere. La nostra incapacità di comprendere quanto Gesù ci abbia amato e che oggi continui ad amarci, va superata! Questa è davvero una tentazione assai pericolosa del demonio, che fa di tutto per nascondere, velare e se possibile annullare dalla nostra mente l’intenso Amore che Gesù ha per ciascuno di noi; un Amore che si è manifestato in un contesto di sofferenza così grande che per noi è difficile comprendere.
- “ E dopo tre giorni risorgere“
Una delle virtù, che come Cristiani dovremmo sempre avere e coltivare, è la speranza. Non è facile vivere questa virtù, quando le situazioni si cariano di disordine e di violenza. Anche Il momento storico che stiamo vivendo è difficile; io penso alle tante famiglie in difficoltà e con dolorose separazioni; oltre alle ingiustizie che riducono intere nazioni alla fame e alla miseria.
Al termine di questa storia di dolore, ecco però la Luce che Gesù accende parlando della sua Risurrezione: “E dopo tre giorni risorgere”. E’ su questa verità rivelata che si fonda la nostra speranza. La tempesta, che sembrava travolgere gli Apostoli sul lago di Tiberiade, è stata sedata dalla Divina Presenza di Gesù. Oggi Lui cammina davanti al suo gregge. Oggi Luici rassicura, che verrà il giorno del suo intervento definitivo del bene sul male. Il libro dell’Apocalisse parla chiaramente della “Gerusalemme celeste” che attende di accogliere nel suo grembo tutti gli uomini di buona volontà. In questo spirito, siamo chiamati a vivere il momento presente.
Chiediamo a Maria il suo intervento perché sia sempre presente in noi la certezza del Paradiso.