Vangelo di Luca 22,42
PADRE, SE VUOI, ALLONTANA DA ME QUESTO CALICE! TUTTAVIA, NON SIA FATTA LA MIA, MA LA TUA VOLONTA’
(Luca 22,42)

Quale coscienza abbiamo di quello che Gesù ha sofferto nell’orto del Getsemani? In quel momento, “Entrato nella lotta, pregava più intensamente e il suo sudore divenne come gocce di sangue” (Lc. 22,44). Per noi è difficile comprendere una tale sofferenza, ma almeno cerchiamo di non ripiegarci sui nostri “piccoli” disagi.
- Il prezzo del nostro riscatto. Non siamo in grado noi di comprendere pienamente il dono che
il Padre ha fatto all’umanità per riportarla nella condizione di raggiungere il Paradiso. Un dono che si chiama: “Incarnazione di Gesù”. Conoscere il nome del dono ricevuto non vuol dire però arrivare a comprendere tutta la preziosità e l’importanza del dono stesso. Sappiamo che Gesù, seconda Persona della santissima Trinità, nella pienezza dei tempi, ha unito alla sua natura Divina la nostra natura umana, così da essere vero Dio e vero uomo. Questa è stata la condizione necessaria per riscattarci dal peccato e per aprire le porte del Paradiso a tutta l’umanità. Tutta la preziosità di questo evento la comprenderemo bene in Paradiso. Ora noi possiamo personalmente sperimentare l’efficacia della Incarnazione di Gesù equesto lo vediamo in particolare attraverso l’azione dei Sacramenti. Si pensi infatti al Sacramento della Riconciliazione: se abbiamo peccato possiamo ritornare in grazia di Dio. Preziosissimo poi è il Sacramento dell’Eucaristia. Quello che fa gioire il cuore e piangere dalla commozione è proprio il fatto della PRESENZA di Gesù in mezzo a noi, nonostante quello che siamo.
“Non sia fatta la mia, ma la tua volontà“
Gesù, nella sua infinta bontà e misericordia, per rendere possibile la nostra salvezza:“Pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo la condizione di servo” (Fil.2,6). Parole facili a leggere, ma di un contenuto che dovrebbe farci fibrillare il cuore: Gesù che è Dio, ha voluto farsi servo. Quasi non bastasse questo, ecco quello che dichiara San Paolo, sempre nella sua Lettera ai Filippesi: “Umiliò se stesso, facendosi obbediente fino alla morte e a un morte di croce” (Fil.2,7). Di fronte a una tale offerta, a un così grande Sacrificio, è triste pensare a coloro che negano un dono, una Grazia così grande e tanto efficace. Ma dispiace ancora di più, pensare a quei cristiani che si lamentano, che non sono ancora contenti della immolazione e del Sacrificio di Gesù, che è arrivato fino a stendere le sue braccia sulla Croce. Ora, non limitiamoci a guardare gli altri, ma facciamo un esame di coscienza e domandiamoci personalmente. “Credo veramente nel Sacrifico di Gesù?”.
- L’eterna presenza del Sacrificio di Gesù
Il dono del Padre, la generosità di Gesù con tutta l’efficacia conferita dallo Spirito Santo, sono per l’umanità non solo una realtà del passato, ma tutta l’efficacia che comporta questo dono, è oggi per tutti e per sempre. Noi, quindi, oggi abbiamo la grazia di vivere e di essere beneficati di tutto ciò che comporta l’Incarnazione di Gesù, non come una realtà che si è compiuta duemila anni fa, ma una realtà che si estende in un presente eterno. Così, quando partecipiamo alla Celebrazione della Santa Messa, entriamo in contatto con la potenza e l’efficacia dell’unico Sacrificio di Gesù. Coloro, che davanti a una Grazia così grande, dovessero ancora avanzare pretese o tristi lamentazioni, dovrebbero confessarsi quanto prima e chiedere perdono per la mancanza di fiducia in Gesù Crocifisso, per quello che ha fatto e continua a fare per noi.
A ciascuno di noi oggi Gesù, ci fa una precisa domanda: “Non ti basta la mia morte?”.
- Un atto di umiltà
Il nostro cammino qui sulla terra, non è facile per nessuno, ma non dobbiamo lasciarci ingannare dal demonio che cerca di impedire ogni possibile conversione. Quello che giova è metterci davanti a un Crocifisso e, con un atto di vera umiltà, chiedere perdono per non aver compreso e condiviso la sofferenza che Gesù ha vissuto al Getsemani e, per non aver accettato con generosità le inevitabili difficoltà della vita terrena. A Gesù sia tutta la nostra riconoscenza per il suo prezioso ed eterno Sacrificio, che ci ha riconciliato e che oggi pienamente ci riconcilia.Maria ci aiuti a comprendere sempre di più, quello che Gesù ha sofferto e ancora soffre per noi.