Vangelo di Giovanni 20,22-23
“GESU’ DISSE LORO: RICEVETE LO SPIRITO SANTO. A COLORO A CUI PERDONERETE I PECCATI, SARANNO PERDONATI; A COLORO A CUI NON PERDONERETE, NON SARANNO PERDONATI” (Giovanni 20,22-23)

Gesù risorto, “la sera del primo giorno della settimana”, mentre i suoi discepoli erano rinchiusi nel Cenacolo per timore dei Giudei, entrò a porte chiuse “Gesù stette in mezzo a loro e disse: Pace a voi. Detto questo mostrò loro le mani e il fianco” (v.19). Fu un momento di paura, ma anche di grande gioia nel vedere, con i loro occhi, la persona di Gesù risorto, presente con il suo corpo glorificato.
- Il prezioso e delicato compito
Prima ancora di ogni altra considerazione, Gesù ha di nuovo dato la pace e poi ha pronunciato quelle famose parole con le quali ha conferito ai discepoli la facoltà di amministrare il Sacramento del perdono; queste le sue parole: “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati”(vv 22-23). Sul momento gli Apostoli non si sono resi conto del prezioso e delicato compito che Gesù ufficialmente gli aveva affidato. Noi oggi sappiamo quale grande atto di Amore e di Misericordia Gesù abbia concesso e conceda all’umanità, proprio attraverso il Sacramento del perdono.
Essere assolti e perdonati dai peccati commessi, è una Grazia per la quale dovremmo gioire ed esprimere per tutta la vita la nostra riconoscenza. Le persone che hanno fatto questa esperienza del perdono, testimoniano quanto sia grande la gioia che nasce quando si riceve l’Assoluzione.
- La risposta al dono ricevuto
Ogni Grazia che Gesù ci concede, va accolta con gioia e corrisposta con propositi concreti.
Ricevuto il perdono dei peccati, è importante fare tutto il possibile per evitare ogni occasione che in qualche modo ci possa far ricadere nello stesso peccato. Sarebbe una grande scorrettezza continuare a peccare, sapendo di poter avere di un nuovo il suo perdono. Stiamo attenti perchè Dio non si lascia ingannare dalle nostre furbizie. Il Signore conosce bene i nostri limiti e le nostre fragilità e nulla fugge di ciò che noi pensiamo di fare a sua insaputa. Con il proposito di non peccare, è bene che ci sia anche la ferma volontà di evitare ogni altra occasione e di ricambiare il perdono ricevuto con atti di carità, consigliati dal confessore, o scelti anche personalmente.
- Il gesto dell’Apostolo Tommaso
All’apparizione di Gesù nel Cenacolo, oltre alla istituzione del Sacramento del perdono, Gesù ha voluto dare una forte lezione a coloro che mancano di fiducia nella sua parola. Così è stato per L’Apostolo Tommaso, quando si è rifiutato di credere alla sua apparizione nel cenacolo. Tommaso così ripose agli Apostoli che gli avevano annunciato il miracoloso evento: “Se non vedo nelle mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo” (v.25). Dopo otto giorni, Gesù di nuovo è apparso nel Cenacolo e dopo aver dato la pace, disse a Tommaso; “Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani, tendi la tua mano e mettila nel mio fianco e non essere incredulo, ma credente” (v.27)
Per Tommaso, vedere Gesù risorto e chiamato a compiere quel gesto, fu un momento tragico e di grande disagio., ma poi superata la paura, trovò la forza di fare quello che Gesù gli ha detto. Alla fine pronunciò il suo atto di fede: “Mio Signore e mio Dio!” (v.28). Gesù ha accolto l’atto di fede di Tommaso, però disse: “Perchè mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!” (v.29). Queste parole di Gesù sono un forte richiamo anche per ciascuno di noi, che oggi siamo chiamati a credere fermamente in Gesù, nelle sue parole, nella sua presenza e in tutto quello che continua a fare in mezzo a noi, attraverso la sua Chiesa.
- Gesù misericordioso
Il Papa, ora Santo, Giovanni Paolo II°, ha stabilito che la seconda domenica di Pasqua venisse proclamata come Domenica della Divina Misericordia. A questa decisione hanno contribuito molto le Rivelazioni che Gesù ha concesso a Suor Faustina Kowalska, ma la prima motivazione certamente è stata la volontà di riconoscere e di far prendere coscienza ai fedeli, quanto sia grande il Sacramento del perdono. Essere pienamente assolti dai peccati commessi, oltre alla grazia del momento, è un dono così grande che oltre alla piena riconciliazione, se la Confessione è fatta bene, praticamente il penitente ritorna alla sua innocenza battesimale.
A Maria, chiediamo che ogni persona arrivi a sperimentare la gioia del perdono sacramentale.