Vangelo di Giovanni 15,5
“IO SONO LA VITE, VOI I TRALCI. CHI RIMANE IN ME
E IO IN LUI, PORTA MOLTO FRUTTO” (Giovanni 15,5)
Gesù, non si è limitato a chiedere agli Apostoli che cosa diceva la gente di Lui, ma Lui stesso, in diverse occasioni ha rivelato il suo volto con immagini e similitudini cariche di significato. Così, un giorno disse: “Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui porta molto frutto”.
Queste preziose parole di Gesù, sono per tutti un forte richiamo perchè prendiamo coscienza di quello che Lui è per noi e di ciò che dobbiamo fare per vivere bene il nostro rapporto con Lui. Davanti a un vigneto, Gesù indica, in termini concreti, il dono che Lui intende offrirci e cioè tutte le condizioni necessarie per vivere la nostra vita in modo positivo e fecondo.
Il grappolo d’uva, che nei mesi di settembre vediamo arrivare alla sua piena maturazione, suscita un senso di stupore e di gioia per la bellezza e per l’abbondanza dei suoi chicchi. Il grappolo fa poi pensare alla sua matrice e cioè a tutto ciò che è stato necessario fare per ottenere un frutto così prezioso. Ecco Gesù si presenta a noi dicendo: “Io sono la vite, voi i tralci”.
Questa è una affermazione che mette bene in evidenza l’intimità che Gesù offre a noi. Il tralcio e la vite non sono due cose separate, ma una sola realtà. Ma noi, povere e fragili creature ci rendiamo conto di ciò che comporta questo dono? Non si tratta soltanto di stare vicino a Gesù, e questo già vorrebbe dire molto, ma Gesù offre a noi la possibilità di vivere con Lui una particolare relazione, una vera intimità, con tutto ciò che comporta una tale condizione di vita.
- “Chi rimane in me e io in lui, porta molto frutto“
L’essere con Gesù una cosa sola non è una imposizione, Lui vuole che sia una scelta fatta con consapevolezza e soprattutto con Amore. La persona che decide di rimanere e di vivere in Lui, ottiene la preziosa risposta di avere in se stessa la presenza di Gesù e di raggiungere una intimità relazionale che la rende feconda per tutto il suo cammino. Queste sono Grazie di un valore molto grande. Gesù effettivamente ci offre tutto ciò che garantisce una vera fecondità.
La conferma di tutto questo, noi l’abbiamo nella vita dei Santi, che hanno lasciato impronte incancellabili della loro fecondità spirituale. Quando però qualcuno pensa di essere autosufficiente e decide di staccarsi dalla Vite, allora muore e viene gettato nel fuoco. Non si tratta di un castigo, ma di una conseguenza a delle scelte fatte. Alla rese dei conti sappiamo che non c’è vita, non c’è fecondità, non c’è Amore, non c’è pace quando una persona si separa da Gesù!
- La potatura
Una delle condizioni perchè il tralcio porti frutto nella stagione seguente, è la potatura; è un intervento, fatto da persone competenti e estremamente necessario. Il tralcio, ormai spoglio dai suo grappoli e dalle sue foglie, viene reciso all’altezza della prima gemma. Un errore nella recisione, praticamente porterebbe il tralcio alla sterilità, ma anche la mancanza di recisione porta il tralcio a riempirsi di foglie e senza portare frutto a suo tempo .
Il fatto della potatura, è un intervento molto importante e significativo anche per noi stessi. Infatti, se con umiltà accettiamo la correzione e certi richiami, naturalmente da chi è responsabile della nostra vita, il disagio e la sofferenza nel momento della potatura non manca, ma questi interventiassicurano una fecondità spirituale.
Ci sono però persone che vantano di avere talenti sufficienti per portare avanti la propria vita in modo positivo e fecondo e pertanto rifiutano potature di ogni tipo. La conseguenza di un tale comportamento è la sterilità spirituale; cosi facendola vite produrrà molte foglie, ma non grappoli d’uva. Gesù è stato molto chiaro: “Il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perchè porti più frutto” (Gv.15,2). Gesù ci esorta ad essere persone umili e in grado di riconoscere l’utilità di certe potature. I sacrifici che a volte ci vengono richiesti sono sempre per il nostro bene.
Chiediamo a Maria il suo aiuto, per saper accettare sempre con umiltà gli insegnamenti di Gesù .