Meditando Matteo 25,11-13
“SIGNORE, SIGNORE APRICI. MA EGLI RISPOSE
IN VERITA’ IO VI DICO: NON VI CONOSCO.
VEGLIATE DUNQUE, PERCHE’ NON SAPETE
NE’ IL GIORNO NE’ L’ORA” Matteo 25,11-13)

Tutti siamo invitati alle nozze dell’Agnello. A tutti viene data la possibilità di partecipare e condividere la gioia di una grande festa nuziale. Gli invitati devono presentarsi però con le lampade accese, non con cuore spento.
Una partecipazione formale, fatta solo per dovere, non è gradita e non giova a nessuno, meno ancora agli sposi. Senza Amore tutto si spegne e delude.
- Le lampade accese
Con il Sacramento del Battesimo, ogni persona riceve quasi tutti i doni che sono necessari per il cammino che siamo chiamati a compiere come Cristiani. E’ con il sacramento del Battesimo che si accendono le nostre lampade. La preziosità e l’efficienza di queste lampade, va però gestita e vissuta con grande senso di responsabilità, con saggezza, e nella piena obbedienza alla volontà di Dio. Quelle lampade accese, stanno a indicare il buon funzionamento del nostro essere persone battezzate, persone con una mente e con un cuore capace di Amare.
Gesù con grande generosità ci offre oggi le condizioni necessarie per crescere spiritualmente e per alimentare ogni giorno le nostre lampade, e questo avviene con l’ascolto della Parola; la partecipazione alla Santa Messa; l’Adorazione dell’Eucaristia e con le opere di carità.
- “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono“
Nessuno di noi è confermato in Grazia, pertanto può succedere che la famosa lampada si spenga o comunque non sia sufficientemente alimentata fino al momento in cui possiamo entrare al banchetto di nozze. L’errore che si può compiere, è di essere sicuri che l’olio della lampada basterà. Visto però che si sta spegnendo, si chiede un aiuto alle persone vicine, ma questo non è sempre possibile. E’ difficile trovare chi sia disponibile e in grado di aiutarci in certe urgenze e allora bisogna cercare di fare riferimento alla “Sorgente”: ai Sacramenti..
La ricarica verrà concessa, ma rimandare a tempi futuri quello che dovrebbe essere fatto al presente, può far perdere la possibilità di arrivare in tempo per l’accoglienza alle nozze. Così è stato e inutile fu l’insistenza di quelle vergini che gridarono: “Signore, Signore, aprici, ma egli rispose: In verità vi dico: Non vi conosco”(vv.11-12). Una tale risposta può sembrare troppo severa, ma nessuno è in grado di conoscere il momento in cui la porta si chiude per l’accoglienza degli invitati. Nessuno cioè conosce il momento in cui avviene il passaggio da questa vita al banchetto di nozze dell’Agnello. La morte infatti, segna il giorno in cui entriamo nella vita eterna. In quel momento, o siamo pronti e con le lampade accese, oppure non si può tornare indietro per ricuperare quello che avremmo dovuto fare qui sulla terra.
- “Vegliate dunque“
E’ naturale in noi l’attaccamento alla vita, ma il giorno della resa dei conti è per tutti sconosciuta. La nostra vita sulla terra, ha per tutti un limite e non sappiamo quando sarà il giorno in cui passeremo da questa all’altra vita. Ecco allora il sapiente richiamo: “Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno, né l’ora” (v.13). Al Signore ci dobbiamo presentare con le lampade accese. Non dobbiamo vivere con la paura del domani, ma è importante vivere sempre in Grazia di Dio, liberi da ogni peccato e sereni interiormente.
Pertanto, è bene fare attenzione ad alcuni comportamenti per mantenere le lampade accese:
- Se a causa della nostra fragilità si cade nel peccato mortale, subito cercare un confessore.
- Nella vita, non basta evitare il male, ma è un dovere del cristiano avere un comportamento onesto e saper compiere il proprio dovere con la dovuta competenza.
- Non sentirci mai delle persone arrivate, ma con umiltà mantenere un costante aggiornamento con la lettura e la meditazione della Parola di Dio e con la lettura della vita dei Santi.
- Giova molto invocare ogni giorno lo Spirito Santo, perché sia luce sul cammino che stiamo facendo e conceda a noi la forza di evitare i numerosi pericoli di questa vita.
- Coscienti dei nostri limiti, se succede un caduta, dobbiamo con umiltà riprendere il cammino.
Affidiamo a Maria la nostra povertà e sia Lei a darci la forza di ricominciare sempre.