Meditando Marco 1,40
“VENNE DA LUI UN LEBBROSO CHE LO SUPPLICAVA
IN GINOCCHIO E GLI DICEVA: SE VUOI, PURIFICARMI”
(Marco 1,40)

Una persona povera e ammalata di lebbra, con coraggio e grande fiducia, si è avvicinata a Gesù “e lo supplicava in ginocchio e gli diceva: se vuoi puoi purificarmi”. Questo è stato un grande esempio di coraggio e di fiducia in Gesù, anche perché, i lebbrosi, non potevano avvicinarsi alle persone. Questo povero, non si è fermato a quello che dice la Legge, ma ha fatto quello che gli ha suggerito la sua fede. Lui ha dimostrato non con parole, ma con un gesto ben preciso, che Gesù non era solo una persona qualsiasi. Questo suo pensiero, lo ha confermato dicendo; “Se vuoi, puoi purificarmi” (v.10). Un vero atto di fede, che Gesù ha premiato con il miracolo della guarigione immediata: “Tese la mano, lo toccò e gli disse: Lo voglio, sii purificato, e subito la lebbra scomparve da lui.” (vv.41-42). Ancora una volta, la potenza Divina di Gesù, ha dimostrato di rendere possibile l’impossibile umano. Infatti, una guarigione così, non poteva avvenire in nessun modo sul momento.
- La forza della vera fede
Gesù ha confermato più volte che se una persona dimostra di avere fede, sempre riceverà da Lui una risposta positiva, anche se nei modi e nei tempi che Lui solo conosce. Quindi, non è il miracolo che ottiene la fede, ma è la fede che ottiene il miracolo. Il punto da capre è allora quando si può dire di avere una vera fede, e cioè la condizione giusta per ottenere la Grazia invocata.
- Una prima condizione per arrivare alla vera fede, è riuscire a prendere coscienza di quello
che Gesù è. Quel lebbroso, quando disse: “Se vuoi, puoi purificarmi”, nel suo cuore e nella sua mente, aveva una visione tale di Gesù, per cui è stato spontanea la sua affermazione.
Non sappiamo se questa è stata una Grazia che ha ricevuto sul momento quel lebbroso, oppure se è stato il frutto di una sua vita spirituale molto alta. Quello che è successo, fa comprendere che solo nella misura in cui abbiamo di Gesù una conoscenza elevata, nasce spontaneo il nostro accorato appello e, allo stesso tempo, la certezza di poter essere esauditi. Diceva un Santo: “Sò a chi mi rivolgo!”. Determinante quindi è non fermarsi a una conoscenza sommaria di Gesù, ma che sia frutto di una vera intimità con Lui, maturata nella preghiera e nell’obbedienza alla sua Parola.
- Una seconda condizione per arrivare alla vera fede, è avere nel cuore la certezza che se non
veniamo esauditi, è solo perché Gesù vuole così. Noi non siamo in grado di conoscere tutto sulla necessità o meno della grazia che chiediamo, ma chi veramente crede in Gesù, non dubita minimamente in una sua risposta positiva. Se la grazia chiesta non arriva, il credente sa bene che è una grazia che in quel momento, o in quel modo non deve arrivare.
- La forza dell’Amore
Noi abbiamo una intelligenza per capire certe realtà, ma abbiamo anche un “cuore” per entrare nel profondo di certe realtà. Una mamma comprende e relaziona con il suo bambino, più con la forza del suo amore che con le facoltà della sua mente. Quello che noi a volte chiamiamo Intuizione, è più frutto del “cuore” che della “intelligenza”. Così avviene anche nella relazione che dovremmo avere con Dio. La nostra mente è quella che è, certamente non in grado di conoscere tutto quello che Gesù ha fatto e continua a fare per noi. Quando Gesù dice: “Come il Padre ha amato me, così io ho amato e amo voi” (Gv.15.9), nessuna mente umana è in grado di comprendere il valore, la forza e l’intensità dell’Amore che Gesù ci dona. Quando i Santi arrivavano a una certa coscienza di questo Amore, praticamente cadevano in estasi, proprio per la straordinaria forza che porta in sè l’Amore di Gesù.
- Una fede semplice
Parlare di vera fede può sembrare un traguardo impossibile per noi povere creature, ma non è così, perché Gesù conosce bene i nostri limiti e le nostre fragilità, per cui non aspetta che siamo Santi per aiutarci. Quello che Gesù oggi chiede, è di non aver paura a compiere il cammino che ci viene richiesto per arrivare alla vera fede. Gesù guarda la buona volontà e la disponibilità al sacrificio che comporta la salita sulle alte vette. Chiediamo con fiducia un aiuto alla nostra cara mamma del cielo. Sarà proprio Lei a sostenerci nei momenti di difficoltà.