Meditando Marco 1,22
“ERANO STUPITI DEL SUO INSEGNAMENTO:
INFATTI, EGLI INSEGNAVA LORO COME UNO
CHE HA AUTORITA’, E NON COME GLI SCRIBI”
(Marco 1,22)
Significativo è lo stupore che i presenti nella Sinagoga di Cafarnao, hanno avvertito quel giorno mentre Gesù parlava loro. Sarebbe stato bene, che oltre a un certo “stupore”, avessero fatto una ricerca per capire come mai una persona come tutte le altre, parlasse con tale autorità e con una competenza delle Scritture così vasta e con una interpretazione così esatta. Questo è un compito che ogni cristiano dovrebbe fare, e per fare questo, non è sempre necessario leggere libri con studi particolari, ma leggere con attenzione e con perseveranza i quattro Vangeli; ogni giorno un capitolo e finita la lettura dei quattro Vangeli, ricominciare da capo. Il riferimento ai Vangeli è importante, perché la Parola di Dio ha in sé qualcosa di misterioso, ha una sua fecondità particolare, che genera nell’anima un flusso di Grazia, che altri scritti non sono in grado di suscitare. Un tale compito è possibile, anche alle persone più semplici, l’importante è che questa lettura venga fatta con perseveranza e senza fretta.
- “Insegnava loro come uno che ha autorità“
Il fatto che Gesù insegnasse loro con autorità, era un primo segno del suo essere una persona particolare e non un semplice maestro; solo che quando si guarda e si ascolta una persona con un certo sospetto e non con la semplicità che ci dovrebbe essere, ben presto si cade nel vedere i difetti e non i pregi. Gesù ha poi confermato quello che veramente era e cioè il Verbo incarnato, con un vero esorcismo. “Nella sinagoga vi era presente un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: che vuoi da noi Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il Santo di Dio” (v. 23). A queste parole è facile pensare quale scompiglio sia avvenuto in quella sinagoga. Quell’uomo frequentava regolarmente le riunioni del sabato, come mai solo ora, alla presenza di Gesù, si è manifestato come posseduto da un demonio? Questo è stato un altro segno che Gesù non era soltanto un uomo, ma come ha detto quel posseduto: “tu sei il Santo di Dio!”. I presenti avrebbero dovuto esultare di gioia, avendo in mezzo a loro una persona così Santa. Purtroppo, ancora una volta, anziché gioire per questa presenza così straordinaria, ha prevalso in loro il dubbio e un giudizio negativo. Gesù allora ha messo in atto un ulteriore segno della sua potenza Divina e “Ordinò severamente (all’indemoniato) “Taci! Esci da lui, e lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui” (v.25). A quel punto, non solo furono scossi da un tale evento, ma “Si chiedevano a vicenda: Chi è questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda perfino agli spiriti impuri e gli obbediscono” (v.27). Di fronte a un esorcismo così evidente e tempestivo, lo stupore iniziale si è trasformato in un grande disagio e tanta paura.
- Il nostro atto di fede
Gesù è Dio e Dio è immutabile; quello che era, lo è oggi e lo sarà per sempre. Prendiamo coscienza di questa realtà. Oggi, Gesù è presente e cammina davanti al suo gregge.
A poco serve prendere atto della potenza di Gesù, se poi non ci mettiamo davanti a Lui esprimendo tuta la nostra fiducia in quello che ha fatto per noi e che continua a fare per la nostra salvezza. Pertanto, con tutta la nostra mente e con il cuore aperto, oggi, davanti alla sua Presenza in quell’Ostia Consacrata, pronunciamo queste quattro parole: Credo,che tu sei il Cristo, il Verbo incarnato, il prezioso dono del Padre. Ti Adoro, Gesù, tu sei Dio e vero uomo. Ti Amo, tu sei un Tesoro. Ti Ringrazio, perchè tu sei il Salvatore. Non servono tante altre parole, Gesù conosce l’intimo del nostro essere e del nostro agire e comprende bene se siamo coerenti in quello che diciamo e in quello che facciamo. Giova molto poi allontanare ogni nube, che tenta di oscurare la sua presenza. Siamo povere creature, molto limitate e fragili, ma dobbiamo avere la certezza che se con umiltà ci mettiamo nelle sue mani, se con coraggio affrontiamo il combattimento della vita non da soli, ma immersi nella sua Persona, allora eviteremo il triste comportamento che hanno avuto quegli uomini, in quel giorno nella Sinagoga.
Che Maria ci aiuti ad essere persone che esprimono la loro fede con piena obbedienza a Gesù.