Commento al Vangelo di Matteo 26,45
“A MEZZOGIORNO SI FECE BUIO SU TUTTA LA TERRA, FINO ALLE TRE DEL POMERIGGIO” (Matteo 26,45)

La missione di Gesù qui sulla terra è stata un prezioso dono per l’umanità. Tutti come Cristiani dovremmo farne tesoro e meditare, passo per passo il suo svolgimento, dal momento dell’Annunciazione dell’Angelo a Maria, fino al giorno in cui Gesù lascia la terra per l’Ascensione al Cielo.
Ogni giorno, ogni azione compiuta da Gesù, ha un suo significato e una sua efficacia. Certamente, quando si legge e si medita il fatto della condanna a morte di Gesù e del martirio che è seguito fino alla morte in Croce, si rimane veramente impressionati della forza e della dignità con la quale Gesù ha vissuto il suo martirio.
- Le ultime ore sulla croce
Gesù era sulla croce, con le mani e i piedi trapassati dai chiodi. Le ferite causate dalla flagellazione, dai maltrattamenti subiti e dalla corona di spine conficcate nel suo capo, in una condizione al limite della sopportazione. Quello che fa impressione e che veramente commuove, è la forza dimostrata anche nel subire derisioni e oltraggi da parte di sacerdoti, scribi e anziani del popolo che andavano dicendo: “Ha salvato altri e non può salvare se stesso! E’ il re di Israele, scenda dalla croce e noi gli crederemo” (v,42). Questo, Gesù, non lo ha fatto, ma è rimasto sulla croce perchè tutto il sacrificio fosse consumato. E’ importante prendere coscienza della totalità che Gesù ha dimostrato nell’offerta del suo Sacrificio. Anche di fronte alla voce disperata di uno dei condannati con Lui alla crocifissione, non rispose; accoglie invece e risponde con mirabile generosità al secondo condannato, che dopo avere dichiarato l’innocenza di Gesù, a Lui si è rivolto dicendo: “Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno. Gli rispose: in verità io ti dico, oggi sarai con me in paradiso” (Lc.26,41-41).
E’ commovente pensare, nonostante la condizione estrema di Gesù, la delicatezza e la generosità dimostrata verso Maria che era ai piedi della Croce, “Quando vedendo sua madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: Donna ecco tuo figlio. Poi disse al discepolo: Ecco tua madre” (Gv.19,26.-27).Queste sono parole che non dovremmo mai dimenticare. Avere Maria come nostra vera mamma, una realtà confermata da Gesù stesso sulla croce, dovrebbe farci commuovere il cuore, ma soprattutto, vivere da suoi veri figli e cioè re con una condotta quotidiana che renda onore a Gesù e a Lei.
- “Ho sete” (Gv,19,28)
Dopo una così grande sofferenza e la perdita di tanto sangue, è ben comprensibile sentire forte la sete. A questa sua estrema esigenza, hanno risposto con una canna sulla cui cima, avevano posto una spugna intrisa di aceto. Oltre al fatto naturale, di avvertire tanta sete, la voce di alcuni santi, ci conferma che la sete di Gesù in quel momento, non ero solo una esigenza fisica, ma anche spirituale. Gesù stava offrendo la propria vita per la salvezza delle anime, per la salvezza dell’umanità intera. Pienamente comprensibile, quindi, il desiderio di Gesù, che quello che stava vivendo a prezzo del suo sangue, raggiungesse per tutti la particolare efficacia per cui venne offerto. Quanta responsabilità per coloro che chiudono il cuore a tanta Grazia. “Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: “E’compiuto!” e chinato il capo, consegnò lo spirito” (Gv.19.30). Maria, ci aiuti a meditare queste realtà.