Commento al Vangelo di Matteo 25,29
“A CHIUNQUE HA, VERRA’ DATO E SARA’ NELL’ABBONDANZA; MA A CHI NON HA, VERRA’ TOLTO ANCHE QUELLO CHE HA” (Matteo 25,29)
Dio disse: Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza” (Genesi 1,26). Questa verità sulle nostre origini non dobbiamo mai dimenticarla. E’ un onore, è una grazia, è un tesoro che va tenuto in grande considerazione. Preziosi sono i talenti che abbiamo, proprio perché fatti a immagine di Dio, talenti che vanno non solo custoditi, ma gestiti con intelligenza. Con la parabola dei talenti, Gesù ha fatto capire quanto sia necessario e importante gestirli in modo tale da portare vantaggio per sè stessi e per il prossimo. Quello che invece facilmente avviene, è che per una paura ingiustificata, o per pigrizia, i talenti non vengano per niente impegnati.
Diversità dei carismi
La parabola dei talenti, mette in evidenza anche la diversità dei carismi che possono avere le persone sia per grazia che per natura. Infatti, non a tutti vengono concessi gli stessi numeri di talenti. “A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno” (v.15). Questo potrebbe far nascere una forma di gelosia, mentre dovremmo essere contenti del fatto che altre persone abbiano più talenti di noi. Purtroppo, questo non sempre avviene.
Coraggio e buona volontà
La vita non è facile per nessuno. Tutti ci dobbiamo mettere di buona volontà e con sacrificio a compiere ogni giorno il nostro dovere. Non a tutti viene richiesto lo stesso compito, ma ciascuno di noi deve prendere coscienza dei propri talenti e fare tutto il possibile per farli fruttare. E’ una mancanza della quale un giorno dovremo rendere conto al Signore se ci accontentiamo di quello che si ha, senza fare il possibile per migliorare la propria posizione, o senza agire con la dovuta competenza. Alcune persone che hanno ricevuto delle capacità particolari in qualche settore della vita, sia nell’ambito religiose che sociale, hanno il dovere di metterle a disposizione di tutti, e in una forma sempre migliore anche se questo comporta sacrifico.
La ricompensa
Nella parabola dei talenti evidenza poi il fatto della giusta e generosa ricompensa per coloro che hanno messo a frutto i loro talenti: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco ne ho guadagnato altri cinque. Bene servo buono e fedele, gli disse il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò il potere su molto” (vv.20-21). Ben diversa viene messa in evidenza la situazione di coloro che per paura e per pigrizia non hanno nascosto il loro unico talento, per cui il padrone disse: “Servo malvagio e pigro…tu avresti dovuto affidare il mio talento ai banchieri, e così lo avrei ritirato con il mio con interesse” (v,26-27).
Dio è buono, è generoso, ma anche giusto, Stupisce poi la conclusione della parabole che dice: “A chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza, ma a chi non ha verrà tolto, anche quello che ha” (v.29). Nella vita, la mancanza di impegno, la pigrizia viene severamente punita: “Il servo inutile gettatelo fuori nelle tenere” (v,30). La severità di quel padrone è un richiamo per tutti a compiere con impegno il dovere a cui siamo chiamati, anche se diverse sono le modalità.
Maria, ci aiuti ad essere generosamente impegnati nel nostro servizio