Commento al Vangelo di Matteo 22,18
“GESU’ CONOSCENDO LA LORO MALIZIA, RISPOSE: IPOCRITI, PERCHE’ VOLETE METTERMI ALLA PROVA?” (Matteo 22,18)
Negli anni della missione che Gesù ha compiuto sulla terra, molte persone sono state illuminate dalla sua Parola e beneficate con miracoli. Una presenza così preziosa non è stata però compresa dai maestri di quel tempo: Scribi e Farisei in particolare. Più volte gli hanno fatto opposizione e, altre volte, hanno cercato di metterlo in difficoltà con domande maliziose. Così è stato quando un giorno gli hanno chiesto: “E’ lecito, o no pagare il tributo a Cesare?” (v.17). Ora, se Gesù avesse detto “No”, lo avrebbero subito denunciato all’autorità civile. Se però avesse detto “Si”, sarebbe stato considerato come una persona poco sensibile ai poveri. Gesù allora ha chiesto di mostrargli la moneta e poi chiese: “Questa immagine e l’iscrizione di chi sono? Gli risposero: di Cesare. Allora disse loro: Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” (vv.20-21). Nessuno si aspettava una tale risposta, così se ne andarono meravigliati di tanta saggezza.
- “Date a Dio quello che è di Dio“
Come Cristiani è importante avere chiara conoscenza di quello che dobbiamo dare a Dio.Certamente, dobbiamo a Dio piena obbedienza ai Comandamenti e ad ogni regola di vita che troviamo nel Vangelo. Ogni giorno però dovrebbe essere vissuto non soffocati dalla tante cose che riguardano il nostro vivere quotidiano, ma saper trovare il tempo anche per leggere e meditare la Parola di Dio e così pure trovare sempre uno spazio per l’Adorazione Eucaristica. Saper viere le nostre giornate in questo modo, è indispensabile per mantenere un giusto equilibrio fra le esigenze del corpo e quelle dello Spirito. Quando manca una tale attenzione, quando per tanti motivi, predominano la preoccupazione per le necessità della nostra vita umana, allora si diventa facilmente ansiosi e quasi sempre malcontenti. La gioia e la pace si raggiungono solo quando sappiamo dedicare tutto il tempo necessario alle cose che riguardano la vita spirituale.
- “Date a Cesare quello che è di Cesare“
Poiché siamo cittadini non solo del cielo, ma anche di questo mondo, abbiamo il dovere di assolvere onestamente anche certi doveri che il contesto in cui viviamo richiede. E’ una questione di giustizia che se trasgredita, potrebbe causare del male per noi e per il prossimo. Per esempio, il pagamento delle tasse che ci vengono imposte, ma non meno il rispetto delle leggi che regolano il traffico stradale. Non meno importante è compiere con onestà e sopratutto con competenza, il lavoro che ci viene affidato.
- La componente del sacrificio
L’impegno richiesto per rimanere fedeli a ciò che dobbiamo a Dio e a Cesare, comporta sempre un certo sacrificio. Ogni cosa ha il suo prezzo e le cose belle hanno un prezzo molto alto. La volontà di evitare certi oneri, per pigrizia o per avarizia, va sempre a scapito della buona riuscita delle cose. Ci dicono i Santi che “il bene va fatto bene”, anche se costa sacrificio. Un pericolo da evitare è anche la fretta, che è sempre una cattiva consigliera specialmente nella preghiera.
Chiediamo a Maria il dono di essere sempre persone oneste, in tutti i campi.