Commento al Vangelo di Matteo 16,15
“GESU’ DISSE LORO: MA VOI, CHI DITE CHE IO SIA”? (Matteo 16,15)

Gesù dopo avere da tempo predicato e fatto miracoli, un giorno chiese ai suoi Discepoli: “La gente, chi dice che sia il Figlio dell’uomo? Risposero: alcuni dicono Giovanni Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei Profeti” (v.14). E’ interessante questa domanda alla quale i Discepoli hanno cercato di rispondere come potevano, ma Gesù ha proseguito con una seconda domanda rivolta questa volta personalmente a ciascuno di loro: “Ma voi, chi dite che io sia?” (v.15). Essere interrogati così direttamente, è stato per tutti un forte disagio, che Pietro però ha superato dicendo; “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente” (v.16). Gesù ha confermato le parole di Pietro, ma gli ha fatto capire che “non erano farina del suo sacco”. In quella occasione, Gesù ha fatto conoscere a Pietro il prezioso e gravoso compito che lo attendeva e la conferma che il cammino della Chiesa che si stava formando, avrebbe incontrato difficoltà, ma che “Le potenze degli inferi non prevarranno su di essa” (v.18). Questa dichiarazione di Gesù, non va mai dimenticata, anche nei momenti in cui difficoltà e persecuzioni possono far pensare a una vittoria delle forze degli inferi. Dobbiamo conservare sempre la fiducia nel Signore.
- “Ma voi, chi dite che io sia?”
Quando Gesù ha chiesto ai Discepoli: “Ma voi chi dite che io sia?”, certamente ha voluto far capire che per tutti è un dovere verificare quale sia la conoscenza che abbiamo di Lui, perchè non si può amare ciò che non si conosce. Questo è il grave e urgente compito di ogni Cristiano; diversamente, si cade in una forma di vita che non favorisce una vera relazione con Gesù. Come persone credenti è importante superare ogni forma di preghiera devozionale, cioè una preghiera che si esaurisce nella recita di varie formule che conosciamo, mentre invece dobbiamo procedere nel cammino spirituale dialogando il più possibile con la persona di Gesù.
- Gesù si presenta.
Per aiutarci nel dialogo, Gesù in diverse occasioni della sua missione, si è presentato con numerose immagini suggestive e molto importanti, così quando disse: “Io sono la vite, voi i tralci” (Gv.15,5). “Io sono il buon pastore” (Gv.10,11). “Io sono la via, la verità, la vita” (Gv.14,6). “Io sono il pane vivo disceso dal cielo” (Gv.6,51). Basterebbero queste similitudini per prendere coscienza di quanto sia importante una intima relazione con Lui. Quando Gesù parla di Lui “come vite” e di noi “come tralci”, come prima cosa dichiara che Vite e tralcio non sono due cose, ma un’unica realtà. Già questo fatto dovrebbe ricolmarci il cuore di gioia. Ma segue un secondo insegnamento, e cioè che se il tralcio si stacca dalla Vite, non potrà mai portare frutti, ed è destinato a inaridire. Ecco che cosa è Gesù per noi, una Persona preziosa e indispensabile per la nostra vita qui sulla terra. Una Persona che dovremmo sempre custodire nel cuore e trovare il tempo per vivere momenti di vera intimità con Lui. Così dovrebbe essere la nostra preghiera: ascoltare, meditare, amare quello che Lui E’, quello che ha fatto e continua a fare per noi. Gesù e per tutti un vero Tesoro nascosto.
Ci aiuti Maria a scoprire sempre di più la preziosità di questo Tesoro.