Commento al Vangelo di Matteo 14,23
“CONGEDATA LA FOLLA, SALI’ SUL MONTE, IN DISPARTE A PREGARE. VENUTA LA SERA , EGLI SE NE STAVA LASSU’, DA SOLO” (Matteo 14,23).
Gesù è il nostro maestro. Egli ci insegna a vivere non solo con le parole, ma con la vita. Questo è ciò che dovremmo fare anche noi. Uno dei comportamenti più significativi della vita di Gesù, è la sua attenzione e la sua quotidiana comunione con il Padre, fino a pronunciare parole molto significative: “Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv.10,30). I momenti in cui Gesù si è fermato solo sul monte a pregare, sono per noi un forte richiamo sulla necessità di trovare ogni giorno un tempo dedicato alla preghiera, non per recitare le nostre formule ordinarie, ma per metterci in ascolto della Parola di Dio e per meditare attentamente sull’Amore che Gesù ha per noi.
Gesù cammina sulle acque
Vissuto il prezioso momento di intimità con il Padre, Gesù scese dal monte e andò incontro ai suoi discepoli, che sul lago cercavano di raggiungere con fatica la riva.
Gesù si avvicinò alla loro barca camminando sull’acqua, come se fosse una strada normale. Il fatto spaventò i discepoli pensavano che fosse un fantasma. Subito intervenne Gesù dicendo: “Coraggio, sono io, non abbiate paura” (v.27). Ma le parole di Gesù non sono bastate per rassicurare i discepoli e Pietro chiese a Gesù di poterlo raggiungere camminando anche lui sull’acqua. Gesù rispose con una sola parola: “Vieni” (v.29). Pietro uscito dalla barca cominciò a camminare sull’acqua, “Ma vedendo che il vento era forte, s’impaurì, e cominciando ad affondare, gridò: Signore salvami” (v.30). Gesù, è intervenuto, lo ha salvato, ma non gli ha risparmiato un severo rimprovero: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?” (v.31). Fin tanto che Pietro ha creduto nel valore e nell’efficacia di quell’unica Parola: “Vieni”, ha sperimentato il miracolo di camminare sull’acqua, e con grande meraviglia anche degli altri discepoli. Poi, preoccupato del forte vento, tutto è finito e spaventato stava per affondare.
E’ la fede che salva
Pietro ebbe il coraggio di chiedere a Gesù una prova del fatto successo, ma poi ha mancato di fiducia in Gesù, si è spaventato per il forte vento, quindi ha perso il contatto con la Parola di Gesù, ebbe paura e stava affogando. E’ mancata la fede, ma anche la capacità di accettare il disagio procurato dal forte vento.“Fede e sacrificio” sono due componenti indispensabili per un serio cammino Cristiano. Gesù, ci vuol dire che per arrivare alla salvezza eterna dobbiamo anche saper accettare e vivere con generosità le difficoltà che la vita terrena comporta.
La presenza di Gesù
Significativo è il fatto che Gesù, “Appena salito in barca, il vento cessò” (v.32). Ancora una volta Gesù dà conferma che quando e dove Lui è presente si avvertono dei concreti miglioramenti. Così è stato: il vento “Cessò”. Se anche noi oggi, fossimo capaci, in certe situazioni e problemi difficili di invocare la Presenza di Gesù potremmo essere sostenuti e anche liberati da chi tenta di oscurare e interrompere il nostro cammino. Se poi un giorno per fragilità perdiamo il contatto con il Signore, con il suo aiuto è possibile riprendere il nostro cammino.
Che Maria, ancora ci aiuti ad essere fedeli nel compimento della nostra missione.