Commento al Vangelo di Marco 12,32-33
“HAI DETTO BENE, MAESTRO, EGLI E’ UNICO. AMARLO CON TUTTO IL CUORE E CON TUTTA LA MENTE E CON TUTTA LA FORZA E AMARE IL PROSSIMO COME SE’ STESSO, VALE PIU’ DI TUTTI GLI OLOCAUSTI” (MC.12,32-33)
Il primo messaggio di questo brano del Vangelo è la dichiarazione di fede che “Dio e’ l’unico”, “Credo in un solo Dio, Padre onnipotente”.
E’ bene esprimersi con chiarezza sul fatto della nostra fede in Dio. Non dobbiamo lasciarci trascinare da voci di falsi profeti che con vane considerazioni oscurano la realtà di Dio, Creatore e nostro Padre.
- “Amare Dio“
Riusciremo ad esprimere il nostro amore per Dio, nella misura in cu avremo di Lui una certa conoscenza, non del suo volto, perchè Dio è purissimo Spirito, ma per quello che ha fatto e continua a fare per noi; basta pensare al dono della vita che abbiamo e a tutto il creato che possiamo vedere con i nostri occhi. Ma il dono più grande e prezioso è l’averci dato Gesù, che con la sua Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione, ha liberato l’umanità dal peccato originale e ha riaperto le porte del Paradiso a tutti coloro che vivono in obbedienza alla Parola di Dio.
- Amare Dio con tutto il cuore, la mente, con tutte le nostre forze.
E’ significativo questo richiamo della totalità all’Amore per Dio. E’ nella totalità che raggiungiamo la fecondità; questo avviene in ogni realtà che viviamo, in modo particolare nel nostro rapporto con Dio. Se non arriviamo al tutto, rimaniamo in una situazione di tiepidezza, che sappiamo bene come sia deleteria in tutti i sensi. Questa totalità esiste se è nella misura in cui ci proponiamo di mettere Dio al primo posto. Questo lo vediamo bene da noi stessi quando facciamo certe scelte e cioè se lo spazio e il tempo che abbiamo, lo dedichiamo prima a Dio e poi ai vari problemi della vita. Una seconda verifica la possiamo avere, se viviamo rivolti alle cose di lassù. Tutto questo va considerato nella massima trasparenza, perchè nulla si può nascondere al Signore, Dio vede le nostre azioni, ma anche le intenzioni con cui portiamo avanti i nostri compiti.
- “Amare il prossimo come sè stessi“
Non è facile riuscire ad amare il prossimo come noi stessi, è facile quando il prossimo si presenta in condizioni che facilmente si possono condividere; diventa un compito difficile, quando le idee e il comportamento sono diversi; peggio ancora quando ci offende e ci fa del male. Certamente, senza un aiuto spirituale, non si arriva a compiere gesti di benevolenza in certe situazioni. Intanto, cominciamo a stabilire buone relazioni con chi è possibile, senza mancare di aiutare con gesti concreti chi ha difficoltà, anche economiche. In seguito, con l’aiuto del Signore, saremo in grado di amare il prossimo che ci fa soffrire. Non dimentichiamo una importante Parola di Dio che dice: “Se non ami il fratello che vedi, come puoi amare Dio che non vedi?” (1 Gv.4,20). Mettiamoci di buona volontà nel fare bene il nostro dovere e, gradualmente, arriveremo anche a compiere gesti di carità che solo con l’aiuto del Signore sono possibili. Iniziamo con il vivere bene il momento presente, lo Spirito Santo ci concederà quel “colpo d’ala” che tanto ci necessita.
La nostra cara mamma del cielo, ci sostenga con il suo materno aiuto.