Commento al Vangelo di Luca 24,15-16
“GESU’ IN PERSONA SI AVVICINO’ E CAMMINAVA CON LORO, MA I LORO OCCHI ERANO IMPEDTI A RICONOSCERLO” (Luca 24,15-16)
L’evento della condanna a morte di Gesù aveva scosso molti abitanti di Gerusalemme. Gli autori di una tale condanna devono aver vissuto un tormento gravati da tanti dubbi. Il Vangelo parla poi di due discepoli che tornavano da Gerusalemme verso Emmaus, sofferenti e delusi per come si era conclusa la vita di Gesù.
- Gesù camminava con loro
Ai due discepoli di Emmaus, Gesù Risorto ha concesso una grande grazia; mentre erano in cammino si è affiancato ad essi, senza rivelare chi era. Questo avviene anche oggi, Gesù è presente; cammina con noi; conosce bene ciò che avviene di bene e di male, le riuscite e le sconfitte nelle nostre giornate. Siamo noi, che distratti e distolti da tante preoccupazioni umane, diventiamo incapaci di avvertire e gioire per questa presenza, così importante per la nostra vita.
Vedendo i due discepoli così preoccupati, Gesù chiese: ” Che cosa sono questi discorsi che state facendo fra voi lungo il cammino? (v.17). Si fermarono con il volto triste e uno di loro disse: “Solo tu sei così forestiero a Gerusalemme! Non sai che cosa è accaduto in questi giorni? Domandò loro: Che cosa?” (v.18) Allora quel discepolo raccontò tutto ciò che era successo, concludendo: “Noi speravamo che fosse Lui il liberatore di Israele” (v.21).
- La grande catechesi fatta da Gesù.
Dopo l’ascolto del discepolo, Gesù è intervenuto con decisione, iniziando con un severo rimprovero per l’ incredulità dimostrata, anche nei confronti delle Scritture, e disse loro: “Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i Profeti” (v.25). Oggi, lo stesso rimprovero Gesù lo pronuncia per tutti coloro che si lasciano trascinare dalla mentalità del mondo, che mette in dubbio tutto ciò che non è fisicamente sperimentabile. Purtroppo, facilmente ci dimentichiamo che siamo persone limitate e quindi bisognose di riferimenti a maestri, saggi e Santi. Detto questo, Gesù “Cominciando da Mosè e da tutti i Profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a Lui” (v.27). Come Cristiani è importante credere con fermezza e senza esitazioni, in tutto quello che Gesù ha vissuto con la sua Passione, morte e Risurrezione. Da quei due discepoli Gesù si aspettava un comportamento diverso e non soffocato da dubbi e paure.
- La miracolosa rivelazione
Stava scendendo ormai la sera e il misterioso pellegrino stava per proseguire il suo cammino, quando fu calorosamente invitato a fermarsi da loro: “Resta con noi, perchè ormai si fa sera e il giorno è ormai al tramonto” (v.29). Gesù accettò l’invito e quando fu a tavola con loro: “Prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò lo diede a loro. Allora si aprirono i loro occhi e lo riconobbero” (v.30). Stupore, meraviglia e gioia nel vedere davanti a loro Gesù in persona. “Ma egli sparì dalla loro vista” (v.31). E’ facile comprendere a quel punto, l’emozione e il forte desiderio di ritornare a Gerusalemme per annunciare agli Apostoli la loro felice esperienza. Ma noi, oggi, come viviamo questa esperienza dei discepoli di Emmaus? Aspettiamo altre conferme? Siamo anche noi “Tardi e duri di cuore”?
Maria ci aiuti a vivere la presenza di Gesù, che oggi e sempre cammina con noi.