Commento al Vangelo di Luca 20,37
” IL SIGNORE E’ IL DIO DI ABRAMO, DIO DI ISACCO E DIO DI GIACOBBE. NON E’ DIO DEI MORTI, MA DEI VIVENTI” (Luca 20,37).
Gesù nella sua missione terrena, più volte è stato incompreso e minacciato. Molte volte veniva messo in difficoltà con false domande. Ma Gesù non era una persona come gli altri, Egli è veramente Dio e veramente uomo. Nella sua sapienza Divina Gesù, non solo ha sempre evitato l’inganno, ma ha saputo trarre dalla loro domande, fatte con cattiva intenzione, un motivo per annunciare verità della fede.
- La vita che ci attende
Alcuni Sadducei, che non credono alla risurrezione dei morti, un giorno hanno posto a Gesù, sempre con cattiva intenzione, questa domanda: se una donna che in questa vita è stata moglie di sette fratelli; nella vita futura di chi sarà moglie?
Gesù ha risposto che le condizioni di vita dopo la morte sono diverse e pertanto “Quelli che sono giudicati degni della vita futura non prendono né moglie, né
marito perché sono uguali agli angeli” (v.35). La riposta di Gesù rivela così una verità molto importante e cioè che in cielo “Saremo uguali agli Angeli“.
Particolarmente interessante poi è quanto ha detto Gesù riguardo alla risurrezione dei morti. Sono sue parole:“Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè, a proposito del roveto, quando dice: Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe, non è Dio dei morti, ma dei viventi” (v.37). Anche questa è una seconda preziosa rivelazione che ci riguarda personalmente.
La nostra vita sulla terra ha un limite, con la morte, il nostro corpo cessa le sue funzioni e si consuma totalmente, ma nel giorno e nel modo che solo Dio conosce, avverrà la risurrezione anche del corpo. Si legge nel Vangelo di Giovanni; “Viene l’ora i cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna” (Gv.5,28.29). Questa è una nuova conferma che con la morte fisica non tutto finisce, ma ci attende una vita nuova e per sempre.
- “Dio dei viventi“
Impariamo e guardiamo con fiducia e con speranza alla vita che ci attende. Quello che ci attende in futuro non è la fine della vita, ma “Tutti vivremo per Dio” (Lc.20,38).Non è possibile per ora comprendere bene cosa significhi “vivere per Dio”, ma certamente, per chi avrà vissuto in obbedienza ai Comandamenti di Dio, sperimenterà, una vita dove Dio “che è Amore” ci farà partecipi di tutto ciò che Lui è; di tutta la forza del suo essere Amore; della intensità e pienezza di luce che da Lui effonde. Lassù, in Paradiso, avremo la grazia di vivere tutta la potenzialità del nostro essere persone fatte a immagine somiglianza di Dio e di conoscere tutto quello che sulla terra non è stato possibile a causa dei limiti umani. Sarà una grande gioia anche poter vedere e scrutare tutta la realtà dell’Universo.
- Un dono per tutti. Le porte del Paradiso sono aperte per tutti:
Non esistono discriminazioni, oppure permessi particolari per essere ammessi. Quello che Gesù chiede è una vita in sintonia con Lui, in obbedienza alla sua volontà e con piena fiducia in tutto quello che ha fatto e continua a fare per la salvezza dell’umanità. Che Maria, la nostra mamma celeste, ci aiuti a raggiungere il Paradiso.