Commento al Vangelo di Luca 16,31
“ABRAMO RISPOSE, SE NON ASCOLTANO MOSE’ E I PROFETI, NON SARANNO PERSUASI NEANCHE SE UNO RISORGESSE DAI MORTI” (Luca 16,31)
Gesù, parlò un giorno di un ricco che dopo una vita disordinata e piena di peccati, alla fine si è trovato nell’inferno. In seguito, parlò di un povero che dopo aver sofferto tanto, il giorno della morte venne premiato con il dono del Paradiso.
La gioia del povero
Anche ai nostri tempi ci sono persone che vivono in situazioni di grande povertà. Quello che veramente dispiace, è vedere i ricchi che non aiutano, pur avendo mille possibilità per sostenere persone e famiglie nel bisogno. Cosa ancora più grave è il fatto che questi ricchi arrivano anche a giudicare i poveri, come delle persone incapaci di vivere in questo mondo. Giudicare è sempre un peccato, perchè è difficile conoscere tutta la storia di una persona e le cause di certe povertà. Comunque, il povero (chiamato Lazzaro), dopo la sua morte fu portato dagli Angeli in Paradiso, accanto ad Abramo, mentre per il ricco si è aperto l’inferno.
Le grida fra i tormenti
La vita qui sulla terra finisce per tutti, senza distinzione fra ricchi e poveri, Santi o peccatori. Il ricco, che nei suoi anni sulla terra non ha aiutato persone in difficoltà, ma sempre e solo si è preoccupato delle sue ricchezze, ora è fra i tormenti dell’inferno. Il ricco, che in una visione vide Abramo e Lazzaro nella pace del cielo, “Gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perchè soffro terribilmente in questa fiamma” (v.24). Questo fa comprendere come l’inferno sia una condizione di vita fra tormenti di ogni genere. “Abramo rispose: figlio, ricordati che, nella vita, tu hai ricevuto tutti i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali, ma ora in questo modo, lui è consolato e tu in mezzo ai tormenti” (v.25). La risposta di Abramo mette in chiaro che nella vita si raccoglie ciò che uno ha seminato. Abramo ha poi precisato che fra il Paradiso e l’inferno, esiste un abisso invalicabile. Allora il ricco supplicò Abramo di richiamare fortemente i suoi cinque fratelli “perchè non vengano anch’essi in questo luogo di tormento. Ma Abramo rispose: hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro” (vv.28-30). Le disperate grida del ricco, ancora con insistenza chiesero ad Abramo, che venisse mandato dai fratelli qualche persona miracolosamente risorta dalla morte, così forse si sarebbero convertiti. “Abramo rispose: se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti” (v.31). Fino all’ultimo giorno in cui siamo sulla terra le cose possono cambiare; passati all’altra vita, quello che è fatto è fatto, ogni conversione, ogni cambiamento non è più possibile.
Chi ha tempo non aspetti tempo.
Nessuno di noi conosce il futuro, tutto può cambiare da un momento all’altro, non ci sono preavvisi sul giorno della morte pertanto, è importante essere pronti, vivere in grazia di Dio, evitare il male e fare del bene,sempre con generosità e perseveranza. E’ una tentazione del demonio, non preoccuparci di ciò che ci attende. Non dobbiamo quindi rimandare a domani quello che oggi possiamo ancora fare.
Maria, ci aiuti a vivere il momento presente, in obbedienza alla parola di Dio.