Commento al Vangelo di Luca 14,27
“COLUI CHE NON PORTA LA PROPRIA CROCE E NON VIENE DIETRO DI ME, NON PUO’ ESSERE MIO DISCEPOLO” (Luca 14,27)
La vita è un cammino non facile per nessuno, ognuno ha la sua croce da portare, ma non tutti hanno la grazia di portare la croce con fede.
- Compiere il cammino in questi momenti della
vita così difficili, senza l’umiltà di farsi aiutare in alcune situazioni particolari, è un grande rischio. Come Cristiani, il nostro vero sostegno, il nostro aiuto lo troviamo nella persona di Gesù. E’ Lui il “tesoro nascosto” che dobbiamo trovare e vivere. E’ Lui che conosce bene la nostra vita e quindi sa intervenire nel modo giusto e al tempo opportuno. E’ Lui che ci difende da certi “lupi” che cercano di aggredire la nostra vita con astuzie diaboliche. E’ Lui che ci assicura nel cammino.
- Seguire Gesu’.
Gesù ci esorta a camminare con Lui, e apertamente dichiara che: “Chi non viene dietro a me, non può essere mio discepolo”. I nostri progetti sono sempre molto limitati e poco efficaci, mentre Lui conosce bene la strada giusta da percorrere. Avere fiducia in Lui, anche se molte volte possiamo avvertire un certo timore per la pericolosità della strada che Gesù ci fa percorrere; nonostante ciò, la conclusione è sempre positiva e molto efficace. Dobbiamo fidarci sempre della sua Parola, dei suoi progetti e piena obbedienza anche alle sue esortazioni.
- Il valore del sacrificio.
Una realtà che nella vita dovremmo riuscire a superare, è la mancanza di coraggio nell’accettare e portare la croce o le croci che incontriamo. Diceva il Santo Curato D’Ars che “La vera croce è aver paura della croce”. Istintivamente vorremmo stare sempre in salute, ed e comprensibile il forte disagio quando dobbiamo affrontare qualche malattia. Comunque, Gesù, a tutti dice: “Colui che non porta la propria croce, non può essere mio discepolo”. Gesù chiama al suo seguito persone generose e capaci di portare la propria croce con dignità e con perseveranza. Senza sacrificio, non si costruisce niente. Davanti a noi abbiamo il suo prezioso esempio, infatti “Umiliò se stesso, facendosi obbediente fino a una morte di Croce” (Fil.2,8). Se guardiamo la vita dei Santi che ci hanno preceduto, il loro cammino è stato segnato da grandi sofferenze e per molti fino al martirio. Gesù ci fa comprendere che solo accettando le difficoltà della vita con fede, abbiamo la certezza che la sofferenza fecondi molto il nostro cammino e quindi, possiamo andare avanti senza tante lamentazioni.
- Una verifica.
E’ importante ogni tanto verificare se il cammino che stiamo facendo, è impostato bene. La verifica la possiamo fare riflettendo sui primi tre frutti dello Spirito Santo che San Paolo elenca nella sua Lettera ai Galati e cioè; “Amore, gioia, pace” (Gal.5,22). Se una persona è obbediente a Gesù, se vive come Lui indica, sperimenta il significato dell’Amore, della gioia e della pace. Quando invece, per vari motivi, non sì è coerenti al Vangelo, allora non esiste, nè amore, nè gioia, nè pace. Alcuni cercano di mascherare la loro situazione, ma basta guardare queste persone negli occhi, per rendersi conto di come stanno effettivamente le cose.
Chiediamo a Maria un aiuto per portare la nostra croce sempre con tanta fede.