Commento al Vangelo di Luca 12,49
“IN QUEL TEMPO GESU’ DISSE AI SUOI DISCEPOLI: SONO VENUTO A GETTARE FUOCO SULLA TERRA
E QUANTO VORREI CHE FOSSE GIA’ ACCESO” (Luca 12,49)
La storia ha registrato un evento che del quale tutti dovremmo avere piena coscienza; è la Incarnazione di Gesù nel grembo di Maria. E’ vero che si tratta di un realtà che riguarda la vita spirituale e purtroppo per chi non ha fede può passare inosservata. Non dobbiamo giudicare, ma è difficile trovare la pace quando si pensa di poter vivere facendo attenzione e coltivare soltanto ciò che riguarda la vita terrena. Non prendere atto dei doni spirituali ricevuti e di ciò che ci attende dopo la morte è un impoverimento spirituale e umano.
- “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra”
Una prima considerazione che dobbiamo fare è che Gesù è veramente venuto sulla terra: “Il Verbo si è fatto carne ed è venuto ad abitare in mezzo a noi“(Gv.1,14). Questa sua presenza è un prezioso arricchimento per noi, infatti “Dalla sua pienezza noi abbiamo ricevuto Grazia su Grazia” (Gv,1,16). Siamo coscienti di questa pienezza di Grazia? Veramente è stato ed è ancora “Un fuoco” che Gesù ha portato sulla terra. Dal momento della Incarnazione fino al momento in cui Gesù ha steso le braccia sulla Croce, quel fuoco non ha mai cessato di caricare di forza spirituale tutti coloro che credono in Lui. Oggi l’opera di Gesù continua senza interruzione, anche se incontra purtroppo difficoltà e cruenti persecuzioni.
Amore, gioia, pace
Quando una persona con fedeltà compie il suo cammino in obbedienza alla volontà di Dio, sperimenta nel suo cuore quel fuoco che Gesù ha tanto desiderato di farci dono. Quel fuoco continua a generare nei credenti: Amore, gioia e tanta pace. Questo non vuol dire che la vita dei credenti sia facile e senza sofferenze, ma tutto viene superato con quella forza e Grazia che lo Spirito Santo concede. Nessuno può rimanere indifferente a questa “Pienezza di Grazia ricevuta”; se la persona accusa carenza di Amore, di gioia e di pace, questo vuol dire che sta vivendo una vita religiosa fatta di tante preghiere, ma non è ancora una vita di vera fede e di intimità con Gesù. Il contatto con una realtà che brucia, che è rovente, si avverte bene. Se viviamo una vera comunione con Gesù, non si può rimanere indifferenti.
Essere aperti al dono
Il sigillo di Grazia che Gesù ha impreso nella storia dell’umanità, con la sua Passione Morte e Risurrezione; quel fuoco, nessuno lo potrà mai annullare. Quello che la cattiveria umana può fare è solo oscurare una realtà così preziosa e tentare di negare anche tutto il bene che comporta alle persone credenti. Il nostro impegno, come cristiani è di aprire il cuore a tutto quello che il Signore ci offre. In termini concreti si tratta di non lasciarci soffocare da occupazioni umane che non sempre sono così necessarie e utili. Ogni persona ha i suoi impegni di lavoro e di servizio, ma deve avere la saggezza di privilegiare sempre ciò che esige l’intimità con Gesù, e cioè il tempo necessario per l’Adorazione, la meditazione, la carità.
Viviamo in un momento storico dove ciò che conta è stare bene in salute, dimenticando che la salute del corpo dipende molto dalla salute dello spirito.
Che Maria ci aiuti ad avere quella saggezza umana che porta alla vera Santità.