Commento al Vangelo di Giovanni 20,19
“LA SERA DI QUEL GIORNO, IL PRIMO DELLA SETTIMANA, MENTRE ERANO CHIUSE LE PORTE DEL LUOGO DOVE SI TROVAVANO INSIEME I DISCEPOLI PER IL TIMORE DEI GIUDEI, VENNE GESU’, STETTE IN MEZZO A LORO E DISSE: PACE A VOI” (Giovanni 20,19)
La profezia, che per tre volte Gesù aveva rivelato, si è compiuta. Ora “Gesù e’ risorto”! Gli Apostoli erano chiusi nel cenacolo per il timore dei Giudei. Non erano ancora convinti delle voci che si sentivano in giro sulla Risurrezione di Gesù. Venne però il momento in cui Gesù stesso, apparve loro improvvisamente. Al vederlo entrare a porte chiuse, ebbero paura. “Gesù stette in mezzo a loro e disse: “Pace a voi”. Poi, senza nessun commento di incredulità, “Gesù mostrò loro le mani e il fianco”. La paura, a quel punto, lasciò il posto allo stupore, alla meraviglia e alla gioia.
- Un prezioso mandato
L’apparizione del Risorto, oltre alla gioia, ha riaperto il cammino agli Apostoli. Gesù di nuovo disse loro: “Pace a voi!”. Questa seconda volta non solo è stata una conferma del dono della pace, ma quasi come una introduzione a una Grazia che stava per concedere loro, e per mezzo loro, da offrire nel tempo a tutti gli uomini di buona volontà. Importanti ed efficaci sono le parole pronunciate da Gesù: “Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi. Detto questo soffiò e disse loro: Ricevete lo Spirito Santo. A coloro ai quali perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro ai quali non perdonerete, non saranno perdonati” (vv,21-23). Già a Cesarea di Filippo, Gesù aveva detto a Pietro che gli avrebbe dato il potere delle chiavi; ora, la promessa viene confermata con un mandato ben preciso. Questa facoltà data agli Apostoli è una Grazia, per la quale dobbiamo tutti la massima riconoscenza.
- La incredulità dell’apostolo Tommaso
Tommaso, chiamato Didimo, non era con loro quando venne Gesù, ma appena arrivato, con gioia e con entusiasmo, gli fu raccontato il felice evento. “Ma egli disse loro: se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mano nel suo fianco, io non credo” (v.25). Pesante è stata questa sua mancanza di fede, da meritare un severo rimprovero.
Infatti “Otto giorni dopo, venne Gesù a porte chiuse, stette in mezzo a loro e, dopo aver dato la pace disse a Tommaso: Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani. Stendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente” (v.26). E’ facile comprendere, quale sia stato il disagio e la vergogna di Tommaso. Alla fine, ebbe la forza di superare la forte emozione e pronunciò il suo atto di fede: “Mio Signore e mio Dio” (v.28). Gesù, vista la sincerità dell’Apostolo, gli rispose: “Perché mi hai veduto, tu hai creduto; Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto” (v.29). Questo è l’Amore che Gesù ha dimostrato a Tommaso e che oggi dimostra anche a ciascuno di noi se crediamo in Lui.
- Un atto di fede
Gesù è veramente un “Tesoro”, una preziosa “sorgente di Amore”. Gesù è una persona sempre disposta al perdono e ad essere per noi: guida sicura per il nostro cammino. A Lui tutta la nostra fiducia, sempre, anche quando annuncia verità che dal punto di vista umano non sono comprensibili (si pensi all’Eucaristia). La piena fiducia in Lui, nella sua Parola, apre orizzonti nuovi e impreziosisce il nostro cammino.
Maria, ci aiuti ad essere persone generose e che vivono quello che credono.