Commento al Vangelo di Giovanni 11,17
“QUANDO GESU’ ARRIVO’,TROVO’ LAZZARO CHE GIA’ DA QUATTRO GIORNI ERA NEL SEPOLCRO” (Giovanni 11,17)
Gesù, ha confermato più volte la verità della sua missione con numerosi miracoli. Non solo ha operato guarigioni, ma con la sua potenza Divina, ha dimostrato di avere potere anche sulla morte. Così è stato un giorno quando ha ridato la vita al figlio della vedova di Naim (Lc.7,11-17). In un’altra occasione ha riportato in vita la figlia di Giairo (Mc.7,41), ma ancora più grande è stato il miracolo della risurrezione di Lazzaro. Erano presenti a questo miracolo molte persone e il fatto ha suscitato in tutti grande meraviglia e stupore. Quello però che fa pensare, è che alcuni Scribi e Farisei, anziché rendere Gloria al Signore per un evento così grande, hanno ritenuto necessario riunire il Sinedrio, per discutere su come comportarsi nei confronti di Gesù, così da evitare ulteriori fatti così clamorosi; “Da quel giorno, dunque, hanno deciso di ucciderlo” (Gv.11,53). Quando una persona non si converte di fronte a certi miracoli, dimostra di avere un cuore di pietra fino al punto di giudicare una persona degna di morte, non per aver fatto cose gravi, ma per aver compiuto un grande miracolo.
- La potente parola di Gesù
Le sorelle di Lazzaro e le tante persone che hanno partecipato al lutto, hanno avuto una chiara conferma di quanto fosse grande e potente la persona di Gesù. Nessuno si aspettava un’azione così tempestiva di fronte a un cadavere. Quando Gesù disse di togliere la pietra del sepolcro, Marta disse: “Signore, manda già cattivo odore, è lì da quattro giorni. Le disse Gesù: Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio? (v.40). Gesù ha chiesto a Marta un atto di fede, e la fede di Marta, ha portato a compimento il grande miracolo.
Gesù, dopo aver alzato gli occhi e pregato il Padre, “Gridò a gran voce: Lazzaro, vieni fuori! Il morto uscì, i piedi e le mani legate con bende, e il viso avvolto in un sudario”(v.43). Vedere un morto che esce da solo dal sepolcro ancora avvolto dalle fasciature che ritualmente avvolgevano i defunti, fu una realtà che può essere descritta con toni giusti, solo da chi personalmente l’ha sperimentata. Gesù concluse il miracolo dicendo loro: “Liberatelo e lasciatelo andare” (v.44).
- Il nostro atto di fede
La persona che ha operato quel grande miracolo, è qui in mezzo a noi. Gesù non ha mai lasciato il suo popolo. Lui stesso ha detto: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt. 28,20). Crediamo in questa Presenza? Come viviamo questa Presenza? E’ bene meravigliarsi per un miracolo così fuori da ogni regola umana, ma l’importante è prendere coscienza, ringraziare e adorare la Persona che ha compiuto il miracolo. Grave è stato il peccato di tutti coloro che invece di meravigliarsi del miracolo, si sono scandalizzati, fino a sentenziare per Lui la pena di morte. Non meno grave, però, è per noi oggi se non fissiamo la nostra fede nella presenza vera e operante di Gesù in mezzo a noi. Una presenza che Lui stesso ha confermato. Una presenza che ci rassicura nella realtà che oggi viviamo. Maria sia la nostra mediatrice, perchè nel giorno in cui saremo anche noi raggiunti dalla morte, con la potenza del suo amore ci porti con sé nella gioia eterna.