SAN PAOLO
Della vita di S.Paolo abbiamo una autobiografia scaturita da un’autodifesa che ha dovuto sostenere contro alcuni cristiani di origine giudaica i quali mettevano in discussione la sua identità come Apostolo.
Paolo nasce a Tarso, in quella città a quel tempo erano presenti anche delle comunità ebraiche e Paolo ha fatto parte di una di quelle comunità. A conferma delle sue radici ebraiche, Paolo stesso in polemica con alcuni missionari giudeo-cristiani, si difese con un preciso elenco: “Circonciso l’ottavo giorno; della stirpe di Israele; della tribù di Beniamino; fariseo in quanto alla Legge; quanto a zelo persecutore della Chiesa; irreprensibile in quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della Legge” (Fil.3,5-6).
La sua prima formazione è avvenuta in famiglia e dopo la scuola biblica elementare Lui stesso ha dichiarato di essere stato formato alla scuola di Gamaliele, nelle più rigide norme della Legge ebraica.
Tutto è cambiato sulla via di Damasco, quando un lampo, uno sguardo e poche parole sono bastate per sconvolgere la vita di Paolo. In quella conversione il Signore ha portato Paolo al distacco da ciò che prima riteneva primario e di somma importanza. Non sempre è stato facile per Paolo lasciare le persone, le cose e l’ambiente in cui era vissuto fino allora. Quasi non bastasse la lotta dentro di sè, Paolo dovette subire la persecuzione da parte di zelanti giudei. Il Signore ha comunque portato Paolo a una visione nuova delle cose. Mentre il Signore gli diceva su quella via “Paolo, Paolo, perhè mi perseguiti?” (Atti 9,4) Paolo comprese che aveva confuso miseramente la verità delle cose.
Dopo il distacco da tutto ciò che non serve, il Signore gli affidò una delicata missione, che Paolo stesso confidò ai Galati: “Egli si compiaque di rivelare a me suo Figlio perchè lo annunziassi in mezzo ai pagani” (Galati 1,5).
Dopo la conversone Paolo rimase cieco. La cecità di Paolo diventa simbolo della condizione dell’uomo quando si trova al cospetto di Dio.
Nel momento dell’apparizione a Damasco, Paolo ebbe la grazia di un
cambiamento del quale lui steso ne ha parlato ai Corinti: “E tutti noi veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito” (2 Corinti 3,18).
Una interessante testimonianza della vita di Paolo l’abbiamo dalle scelte di vita che coraggiosamente ha saputo fare. Paolo nella sua condizione di Apostolo, ha affrontato fatiche quasi sovrumane e certamente sostenuto dalla potenza del Signore; infatti dopo la travolgente esperienza di Damasco e il ritiro di quasi tre anni in Arabia, è stata una grande corsa per il Vangelo; si pensa che durante i 15 anni di intensa vita missionaria, Paolo abbia percorso circa 7800 Km a piedi e circa 9000 in nave o con i mezzi di comunicazione di quei tempi.
Tre sono stati i viaggi missionari compiuti da Paolo che hanno avuto come punto di partenza Antiochia di Siria e si sono conclusi a Gerusalemme. Fra il primo e il secondo viaggio, Paolo e Barnaba si recarono a Gerusalemme per verificare il loro apostolato con i responsabili della Chiesa e per discutere su alcuni comportamenti da esigere o meno ai nuovi convertiti.
Grandi sono state le difficoltà che Paolo dovette affrontare: minacce, percosse, carcerazioni, lapidazioni e un giorno però Gesù stesso lo ha confortato con
una consolante apparizione dicendo: “Coraggio! Come hai testimoniato per me a Gerusalemme, così è necessario che tu mi rende testimonianza anche a Roma” (Atti 23,11). Bellissima è’ questa presenza del Signore che si pone accanto a un uomo provato fino al limite delle forze umane.
Tragico fu per Paolo il viaggio della prigionia verso Roma, con sofferenze, digiuni e poi il naufragio verso Malta. Dopo tre mesi di permanenza a Malta venne ripresa la navigazione verso Roma. L’incontro con i primi fratelli cristiani avvenne a Pozzuoli. Anche a Roma, nonostante la sua situazione di prigioniero, Paolo ha continuato la sua evangelizzazione fino al giorno in cui fu decapitato.
L’opera di evangelizzazione di S.Paolo è stata eminentemente attraverso la predicazione, ma si è completata e prolungata poi nel tempo con gli scritti che vanno sotto il nome di Lettere di S.Paolo. In tutto le Lettere di S.Paolo sono 14, considerando anche la Lettera agli Ebrei che certamente non è di sua mano. ma comunque di una persona molto vicina al suo pensiero.
Il messaggio che Paolo ha annunciato con la vita, la predicazione e con gli scritti alle persone che ebbe grazia di incontrare, è stato un graduale e progressivo approfondimento non soltanto sulla vita di Gesù e di tutto ciò che ha preceduto la sua Incarnazione, ma soprattutto il bene e l’azione redentiva che è scaturita dalla Passione, Morte e Risurrezione di Gesù. La sublime originalità del messaggio di Paolo sta nel fatto di aver ricondotto tutto a Cristo Gesù, che incorpora a sè il credente per farne un uomo nuovo, una nuova umanità. Paolo stesso ha raggiunto una tale intimità con Gesù da poter dire: “Per me infatti il vivere è Cristo” (Fil. 1,21
Il pensiero di Paolo è determinante per la rivelazione del volto di Gesù, ma il mosaico sulla persona del Verbo Incarnato esige una ricerca che si allarghi anche ad altre parti della Sacra Scrittura.