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Celebrazioni particolari
Durante l'anno abbiamo celebrazioni particolari nelle due cappele dell'adorazione eucaristica per fare memoria di questo dono del Signore.
Meditando Marco 13,37
"QUELLO CHE DICO A VOI, LO DICO
A TUTTI: VEGLIATE" (Marco 13,37)

Gesù ci esorta alla vigilanza, perché noi non siamo in grado di comprendere tutto ciò che avviene nella vita. C'è un mondo dentro di noi e fuori di noi che comprenderemo bene solo quando passeremo da questa vita terrena alla vita eterna. Ecco perché Gesù ci dice: "Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento" in cui dovremo rendere conto di come abbiamo vissuto qui sulla terra e di come abbiamo gestito i talenti che ci sono stati affidati. Gesù dice che dobbiamo vegliare perché il momento della verifica giungerà all'improvviso. Per aiutarci, Gesù porta l'esempio di un uomo che partendo per un viaggio, lascia ai suoi servi dei compiti da svolgere e ritornando, spera di trovare quei servi seriamente impegnati e non addormentati. Non dobbiamo quindi perdere del tempo in cose vane.
- Ogni giorno è prezioso
Ogni giorno che il Signore ci concede di vivere qui sulla terra è prezioso. Siamo esortati pertanto a vivere con serenità, senza forme ansiose, ma con grande senso di responsabilità i doveri che riguardano il proprio stato di vita. Nel cammino che stiamo facendo, siamo chiamati all'obbedienza ai dieci Comandamenti e guidati dalla luce delle Sacre Scritture. Non si tratta di vivere assediati da tante cose. E' interessante in merito il programma di vita che Dio ha dato al suo servo Abramo: "Io sono il Dio onnipotente, cammina davanti a me e sii integro" (Gen.17,1). L'attenzione che dobbiamo avere, è di non perdere tempo in attività che non servono alla nostra crescita spirituale, peggio ancora, se si tratta di cose che causano peccati.
- Che cosa ci attende?
Non dobbiamo vivere nella paura, ma è bene avere coscienza di ciò che ci attende dopo la morte. Facciamo attenzione perché il demonio fa di tutto per non farci pensare alla morte e malignamente ci abbaglia con prospettive di vita legate al denaro, al piacere disordinato e all'ambizione del potere. Questi sono idoli che al momento sembrano corrispondere alle esigenze della vita, ma alla fine diventano vere delusioni e dolorose sconfitte. Come cristiani dobbiamo avere il coraggio di prendere coscienza della realtà che ci attende, dell'incontro con Dio, e speriamo proprio di raggiungere il Paradiso. Ma oggi che cosa sappiamo del Paradiso?
> Certamente il Paradiso è un'esperienza d'Amore che va oltre ogni nostra conoscenza, sia per l'intensità, che la sua multiforme complessità di esperienze che ora non sappiamo vivere..
> E' solo in Paradiso che troveremo corrisposta in pienezza ogni esigenza che ora avvertiamo nel cammino che stiamo facendo qui sulla terra.
> Il cardine del Paradiso, è la miracolosa possibilità che avremo di vivere la comunione, con il Padre, con Gesù e con lo Spirito Santo. Non ci sono parole per descrivere ciò che sarà.
> Potenziati da grazie particolari, avremo anche la possibilità di sperimentare una pace e una gioia che non si raggiunge sulla terra, ma che vivremo solo alla presenza di Dio.
> E' in Paradiso che avremo la gioia anche di incontrare e relazionare, con un immenso stuolo di persone che abbiamo conosciuto sulla terra e tante altre mai conosciute.
> San Paolo ha detto di aver avuto un giorno una visione nella quale "Fui rapito in Paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunciare" (2 Cor.12,4).Questo conferma quanto sia intensa, trascendente e per noi ancora misteriosa la realtà del Paradiso.
- Lassù ci attendono
Gesù, esortandoci a vigilare, ci mette in guardia dall'azione del maligno che continuamente getta tenebre sulla preziosa realtà del Paradiso. Non lasciamoci ingannare, anche riguardo alle scelte che siamo chiamati a fare ogni giorno; siano scelte veramente fatte in obbedienza alla volontà di Dio. Giova molto spiritualmente fare il possibile per vivere e offrire quello che pensiamo e quello che facciamo rivolti e attenti alla Presenza di Gesù, che cammina con noi. Prendiamo coscienza che lassù in Paradiso ci attendono! Questa è una buona notizia.
Chiediamo alla nostra mamma celeste, di poter fare già sulla terra, una forte esperienza di suo Figlio Gesù, fino al giorno in cui ci potremo "riposare" per sempre con Lui lassù nel Cielo.
Meditando Matteo 25,25
“HO AVUTO PAURA E SONO ANDATO A
NASCONDERE ILTUO TALENTO SOTTO
TERRA: ECCO CIO’ CHE E’ TUO” (Matteo 25,25)

Ogni persona, già dal suo concepimento, porta in se stessa dei preziosi talenti, che poi, nel corso della vita, cresceranno fino alla loro piena maturazione. Questo è il cammino che ogni persona dovrebbe fare, ma non è facile arrivare alla vera maturità umana. Non dobbiamo giudicare gli altri, ma ci rendiamo conto che è necessario un grande impegno per arrivare a gestire i talenti nel modo giusto.
- “Ho avuto paura“
Una delle cause che rallentano molto la maturazione della persona, è proprio una ingiustificata paura. Indubbiamente, le cose vanno fatte bene, per questo occorre agire con prudenza; fare sempre attenzione a quello che si sta facendo; non avere fretta nel fare le cose e soprattutto quando si devono fare scelte importanti, avere l’umiltà di confrontarsi con persone di grande esperienza. La paura che viene accusata, molte volte è però solo frutto di una certa pigrizia spirituale. Costa fatica per tutti comportarsi bene, agire con determinazione e perseveranza, ma se non si semina bene, non si può pretendere di fare un buon raccolto. E’ facile evitare scuse, per sentirsi esonerati da certi compiti, ma senza sacrificio non si matura umanamente.
Nella vita dei Santi noi abbiamo degli esempi molto significativi. E’ vero, noi non siamo Santi, ma un serio impegno, è richiesto a tutti i Cristiani. Per tutti infatti, sono importanti alcune cose:
- Dedicare del tempo alla Preghiera, non intesa solo come recita di formule, ma come tempo per mettersi in ascolto della Parola di Dio, e poi assimilare e fare quello che la Parola dice.
- Coscienti dei nostri limiti e delle nostre fragilità, dobbiamo avere il coraggio di evitare visioni, di spettacoli, uso di internet e del cellulare, quando presentano cose che possono turbare la coscienza e causare pericolose tentazioni a tutti i livelli.
- Il Cristiano deve imparare a “vivere lasciando”. Si tratta cioè di agire contrariamente alla mentalità delle persone di questo mondo, che non sono mai sazie di quello che hanno.
Il cristiano invece deve imparare a vivere in modo sobrio e senza sprecare niente di ciò che ha.
- “Sono andato a nascondere il tuo talento“
Una persona, se veramente ha raggiunto la sua maturità umana e spirituale, deve avere il coraggio e la saggezza di gestire tutti i suoi talenti, in modo tale che diventino un aiuto, non soltanto per se stessa, ma anche per il prossimo. Certamente, mettere a rischio quello che si possiede per amore del prossimo, non è cosa facile per nessuno. Coloro poi che con motivazioni non sempre fondate, nascondono i propri talenti, anzichè metterli a frutto laddove è possibile farlo, dimostrano di essere persone immature e come tali meritano un giusto rimprovero. Conservare le grazie ricevute, può sembrare già un merito, Gesù però ci fa capire che tutto quello che possiamo fare per migliorare le nostre condizioni operative e aiutare il prossimo nelle varie circostanze, va considerato come un dovere indispensabile e urgente.
- “Ecco ciò che è tuo“
Alla fine della vita, arrivare “senza debiti”, poter restituire il talento ricevuto all’inizio del nostro cammino, potrebbe sembrare di aver fatto il nostro dovere; con grande sorpresa potremmo invece sentirci non solo rimproverati per non aver fatto fruttare l’unico talento, ma addirittura essere privati anche del talento stesso. Questa è la sentenza: “Toglieteli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti” (v.28). Una condanna così severa, potrebbe sembrare anche ingiusta, ma la parabola ci vuol dire quanto sia necessario nella vita saper affrontare con coraggio le inevitabili difficoltà che incontriamo nel fare il bene e nell’evitare il male. Dobbiamo dimostrare di saper “combattere la buona battaglia” senza aver paura di coloro che ci possono fare del male. Il Cristiano è l’uomo che compie il proprio dovere, con fiducia e con perseveranza fino all’ultimo respiro. Se avremo questo coraggio, verremo anche beneficati del talento sottratto a chi è stato vittima della paura e ella sua pigrizia spirituale.Maria che ha risposto all’Angelo Gabriele: “Avvenga di me, secondo la tua parola” (Lc 1,38), ci aiuti ad essere anche noi generosi e capaci di vincere ogni falsa paura.
Meditando Matteo 25,11-13
“SIGNORE, SIGNORE APRICI. MA EGLI RISPOSE
IN VERITA’ IO VI DICO: NON VI CONOSCO.
VEGLIATE DUNQUE, PERCHE’ NON SAPETE
NE’ IL GIORNO NE’ L’ORA” Matteo 25,11-13)

Tutti siamo invitati alle nozze dell’Agnello. A tutti viene data la possibilità di partecipare e condividere la gioia di una grande festa nuziale. Gli invitati devono presentarsi però con le lampade accese, non con cuore spento.
Una partecipazione formale, fatta solo per dovere, non è gradita e non giova a nessuno, meno ancora agli sposi. Senza Amore tutto si spegne e delude.
- Le lampade accese
Con il Sacramento del Battesimo, ogni persona riceve quasi tutti i doni che sono necessari per il cammino che siamo chiamati a compiere come Cristiani. E’ con il sacramento del Battesimo che si accendono le nostre lampade. La preziosità e l’efficienza di queste lampade, va però gestita e vissuta con grande senso di responsabilità, con saggezza, e nella piena obbedienza alla volontà di Dio. Quelle lampade accese, stanno a indicare il buon funzionamento del nostro essere persone battezzate, persone con una mente e con un cuore capace di Amare.
Gesù con grande generosità ci offre oggi le condizioni necessarie per crescere spiritualmente e per alimentare ogni giorno le nostre lampade, e questo avviene con l’ascolto della Parola; la partecipazione alla Santa Messa; l’Adorazione dell’Eucaristia e con le opere di carità.
- “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono“
Nessuno di noi è confermato in Grazia, pertanto può succedere che la famosa lampada si spenga o comunque non sia sufficientemente alimentata fino al momento in cui possiamo entrare al banchetto di nozze. L’errore che si può compiere, è di essere sicuri che l’olio della lampada basterà. Visto però che si sta spegnendo, si chiede un aiuto alle persone vicine, ma questo non è sempre possibile. E’ difficile trovare chi sia disponibile e in grado di aiutarci in certe urgenze e allora bisogna cercare di fare riferimento alla “Sorgente”: ai Sacramenti..
La ricarica verrà concessa, ma rimandare a tempi futuri quello che dovrebbe essere fatto al presente, può far perdere la possibilità di arrivare in tempo per l’accoglienza alle nozze. Così è stato e inutile fu l’insistenza di quelle vergini che gridarono: “Signore, Signore, aprici, ma egli rispose: In verità vi dico: Non vi conosco”(vv.11-12). Una tale risposta può sembrare troppo severa, ma nessuno è in grado di conoscere il momento in cui la porta si chiude per l’accoglienza degli invitati. Nessuno cioè conosce il momento in cui avviene il passaggio da questa vita al banchetto di nozze dell’Agnello. La morte infatti, segna il giorno in cui entriamo nella vita eterna. In quel momento, o siamo pronti e con le lampade accese, oppure non si può tornare indietro per ricuperare quello che avremmo dovuto fare qui sulla terra.
- “Vegliate dunque“
E’ naturale in noi l’attaccamento alla vita, ma il giorno della resa dei conti è per tutti sconosciuta. La nostra vita sulla terra, ha per tutti un limite e non sappiamo quando sarà il giorno in cui passeremo da questa all’altra vita. Ecco allora il sapiente richiamo: “Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno, né l’ora” (v.13). Al Signore ci dobbiamo presentare con le lampade accese. Non dobbiamo vivere con la paura del domani, ma è importante vivere sempre in Grazia di Dio, liberi da ogni peccato e sereni interiormente.
Pertanto, è bene fare attenzione ad alcuni comportamenti per mantenere le lampade accese:
- Se a causa della nostra fragilità si cade nel peccato mortale, subito cercare un confessore.
- Nella vita, non basta evitare il male, ma è un dovere del cristiano avere un comportamento onesto e saper compiere il proprio dovere con la dovuta competenza.
- Non sentirci mai delle persone arrivate, ma con umiltà mantenere un costante aggiornamento con la lettura e la meditazione della Parola di Dio e con la lettura della vita dei Santi.
- Giova molto invocare ogni giorno lo Spirito Santo, perché sia luce sul cammino che stiamo facendo e conceda a noi la forza di evitare i numerosi pericoli di questa vita.
- Coscienti dei nostri limiti, se succede un caduta, dobbiamo con umiltà riprendere il cammino.
Affidiamo a Maria la nostra povertà e sia Lei a darci la forza di ricominciare sempre.
Meditando Matteo 22,40
“DA QUESTI DUE COMANDAMENTI DIPENDONO
TUTTA LA LEGGE E I PROFETI” (Matteo 22,40)

Avere a portata di mano un tesoro e non prendere coscienza del valore che ha, è un vero peccato.
La persona di Gesù, negli anni in cui è stato presente e ha operato in Palestina, è stata una occasione preziosa che purtroppo molti hanno perso. Scribi e farisei, non hanno avuto l’umiltà di ascoltare Gesù con animo sereno. Molte volte hanno cercato di metterlo alla prova con la cattiva intenzione di trovare in Lui qualche motivo per condannarlo. Così è stato un giorno, che un dottore della Legge chiese a Gesù: “Maestro, nella Legge, quale è il più grande comandamento? (v.36) Gesù, sapendo che la sua domanda era maliziosa, rispose:“Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il primo e più grande comandamento. Il secondo è simile a quello: Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Mt.22,37-39). Anche questa volta, questo dottore della Legge non solo non ha trovato nessun motivo per contestare Gesù, ma ha dovuto riconoscere che la risposta data da Gesù era giusta e normativa per tutti.
- Un dono incompreso
Come persone umane, abbiamo per natura e per Grazia dei doni e delle facoltà molto preziose. Prima e fondamentale facoltà della natura umana è la capacità di amare e di conseguenza l’esigenza di essere amati. La capacità di amare, come tutte le altre facoltà che abbiamo, ha però bisogno di un tempo e di un aiuto per crescerle bene e farne un buon uso, ma questo non sempre avviene. Molto dipende dalla famiglia in cui si nasce, dal contesto di vita in cui si vive, e non meno dalla buona volontà di gestire bene le cose. Un fiore o un albero da frutto, se non riceve l’attenzione e il giusto necessario per crescere, non arriva ad essere quello che per natura dovrebbe diventare e dare il frutto che dovrebbe dare. Soltanto il Signore però è in grado di giudicare i responsabili di tale carenze. Quello che noi dobbiamo fare è credere e sperare che, fin tanto che siamo in vita, è possibile sempre ricominciare daccapo.
- Una meta da raggiungere
Quando ci proponiamo di raggiungere una vetta di alta montagna, è necessaria una certa preparazione, un adeguato equipaggiamento, una guida competente e la ferma volontà di arrivarci. Quella vetta si chiama Amore! Una vetta che non è facile per nessuno, ma che è necessaria per tutti. Un primo comportamento per raggiungere quella vetta è essere umili.
Chi pretende di saper fare tutto da solo, rifiutando ogni buon consiglio, non raggiungerà mai un vera maturità affettiva. Ecco allora alcune attenzioni che dovremmo avere per arrivare in vetta:
> Avere coscienza che esiste la vera “sorgente” dell’Amore. “Dio è Amore” (1Gv.4,8)
> Come attingere a questa sorgente d’Amore? Lasciandoci illuminare dalla Parola di Dio.
> Non basta l’ascolto della Parola, ma dobbiamo vivere quello che si crede.
> L’amore cresce nella misura in cui si esercita, nelle diverse opere di carità.
> L’amore è una realtà che non si può ridurre alla dimensione sessuale, ma va ben oltre.
> L’amore è così indispensabile che senza Amore, non c’e vita.
- Tutto o niente
Il comandamento dell’Amore esige la totalità. “Amerai il Signore Dio Tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo richiamo così insistente alla totalità, è la condizione indispensabile perchè si viva un vero atto di Amore. L’esperienza conferma che quando un atto d’amore, per vari motivi, viene vissuto in modo parziale, perde tutta la sua potenzialità e praticamente, se non si rimedia, porta alla sterilità. La totalità è richiesta in tutti i settori e non meno nell’Amore verso il prossimo: “Amerai il prossimo tuo come te stesso” (v.39). Certamente non è facile amare il prossimo in certe situazioni. Non siano chiamati tutti a gesti eroici, ma tutto quello che possiamo fare lo dobbiamo fare. E’ la nostra coscienza che ci fa capire la misura d’amore che possiamo esprimere, in termini concreti, verso le persone che incontriamo e verso le persone con le quali conviviamo. Quello che dobbiamo vincere è la paura che donando tutto, si perda poi il necessario che serve a noi.
Maria, ci aiuti a dire anche noi: “Avvenga per me secondo la tua parola” (Lc.1,38).
Meditando Matteo 22,15
“I FARISEI TENNERO UN COMPLOTTO PER
VEDERE COME COGLIERE IN FALLO GESU’
NEI SUOI DISCORSI” (Matteo 22,15)

E’ difficile comprendere tutto quello che Gesù ha sofferto per la salvezza dell’umanità. Molte volte durante la sua missione, ha subito umiliazioni da parte di scribi e farisei, che praticamente si sono sempre opposti alla sua predicazione e nemmeno si sono convertiti davanti ai grandi miracoli che Gesù ha compiuto sotto i loro occhi. Certamente non tutti scribi e farisei era contro Gesù, ma il comportamento generale di questi religiosi era su questo fronte.
- La mancanza di umiltà
Non è facile pronunciare giudizi sulle persone, perchè per essere oggettivi bisognerebbe conoscere bene la storia della persona di cui si parla. Ecco perchè è sempre bene evitare giudizi affrettati e quindi assai pericolosi. Ben diversa era la situazione di Gesù; di Lui, secoli prima, molti Profeti avevano annunciato la sua venuta e l’opera che Lui avrebbe compiuto.
E’ mancata in molti scribi e farisei l’umiltà di riconoscere che nella vita ci si può sbagliare.
Le Sacre Scritture erano sotto gli occhi di tutti; Gesù era il grande atteso, ma certe persone hanno fatto resistenza alla voce dello Spirito Santo che li guidava nel loro cammino.
Oggi si ripete lo stesso peccato. Oggi, in molte persone manca quella necessaria docilità allo Spirito Santo che incessantemente orienta il nostro cammino. Pensando e operando solo con la nostra mente, difficilmente si accetta la Parola di un Maestro come Gesù. Egli sempre ha esortato le persone a una vera conversione della vita. Anche oggi purtroppo ci sono persone che pensano di essere degli arrivati, e quindi non avvertono la necessità di cambiare il loro modo di vivere; non ascoltano la Parola di Gesù e continuano il cammino per strade sbagliate. La conversione
L’azione pastorale di Gesù è sempre stata all’insegna della ricerca della pecora perduta. Come Cristiani, anche per noi è importante non fermarsi più di tanto nel considerare le cose che non vanno bene, ma fare tutto il possibile per rimediare al male che vediamo attorno a noi. Cosa dobbiamo concretamente fare per impostare bene il nostro cammino? Ecco alcuni consigli:
> Se veramente tendiamo a una vera conversione, quando incontriamo persone che sono in difficoltà, non dobbiamo dare spazio a pregiudizi, come hanno fatto scribi e farisei con Gesù, ma avere la volontà di comprendere bene la loro situazione e solo dopo vedere come aiutarle.
> Gli scribi e i farisei, praticamente cercavano di parlare con Gesù, ma con la convinzione di essere loro i veri “maestri”; essi si sentivano degli “arrivati”. Il cristiano invece si mette in ascolto di Gesù, cosciente che tutto, o certamente ancora molto, abbiamo da imparare da Lui per vivere una vita spiritualmente seria, onesta e feconda.
> La condizione di questi scribi e farisei, era di persone “disturbate”, non dimostravano una serenità dell’anima e questo era confermato dalla continua ostilità che dimostravano verso Gesù. Quando incontriamo e parliamo con persone, se vogliamo essere di aiuto è importante avere verso di loro una certa affabilità e anche con quella serenità che nasce da un cuore puro.
> La vera resistenza alla Parola di Dio è data dal peccato. Quando non si è in grazia di Dio ben poco si può fare per aiutare i fratelli che sono in difficoltà. Non siamo dei Santi, ma dobbiamo essere delle persone che obbediscono e mettono in pratica la Parola di Dio e tutto quello che ci ordina di fare. Più volte Gesù ha fortemente richiamato scribi e farisei i quali erano convinti che bastasse frequentare il Tempio per essere graditi a Dio. Il richiamo è anche per noi, perchè non basta frequentare la Chiesa per salvarsi, ma ciò che conta, è evitare il male e fare il bene.
> Un percolo che ancora dobbiamo evitare, è credere che ormai a una certa età quello che è fatto è fatto e quindi non sia più necessaria una conversione. Quegli scribi e farisei infatti non pensavano minimamente alla “conversione”, ma solo al modo di “Cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi” (v.15). Tutti e sempre abbiamo bisogno di conversione e di migliorare la nostra vita spirituale. Per fare questo. una virtù che ci deve sempre accompagnare, è l’umiltà e cioè avere coscienza che siamo persone limitate e fragili. Un grande esempio di vita in riferimento a questa virtù lo abbiamo in Maria, che sempre ha vissuto la sua vita con grande umiltà.
Meditando Matteo 22,1-3
“IL REGNO DEI CIELI E’ SIMILE A UN RE, CHE
FECE UN BANCHETTO PER SUO FIGLIO. EGLI
MANDO’ I SUOI SERVI A CHIAMARE GLI INVITATI
ALLE NOZZE, MA QUESTI NON VOLLERO VENIRE”
(Matteo 22,1-3)

Di quante cose belle e importanti Gesù ci ha fatto dono. La sua stessa Parola è sempre e per tutti carica di insegnamenti che ci aiutano a vivere da veri cristiani. Più volte Gesù, ha parlato anche con parabole molto significative. Così è stato, quando ha detto che il regno dei cieli è simile a un banchetto di nozze. Si tratta quindi di una festa piena di gioia, di allegria per un evento unico e tanto atteso dagli sposi.
- Ecco che cosa ci attende
Gesù con la parabola del “regno dei cieli”, ha messo in evidenza il valore e la ricchezza di ciò che ci attende nella vita eterna. Egli ha parlato di un matrimonio particolare, sono le nozze non di una persona qualsiasi, ma del figlio di un re, ossia del principe ereditario. A lui viene preparato un banchetto e una festa al massimo delle attenzioni e di una suntuosità unica in tutti i sensi.
La parabola, non parla degli sposi e neppure della celebrazione che vien fatta, ma della solennità della festa che il re intende fare. Una festa in cui non deve mancare nulla. Per quelle nozze tutto viene preparato con la massima attenzione e abbondanza.
Questo banchetto raffigura ciò che Dio Padre, intende preparare per noi suoi figli. Questa è una similitudine di ciò che vedremo davanti a noi, appena varcata la soglia della morte. Tutto quello che umanamente si può desiderare; tutto ciò che nell’intimo una persona può essere utile; tutto ciò che è necessario per la realizzazione della propria vita, ecco Dio lo concede e lo offre a noi in quel “banchetto nuziale” che ci attende e al quale tutti siamo invitati.
- Un triste rifiuto
La parabola mette in evidenza il sincero invito che il re ha rivolto a persone, certamente di molto riguardo. Il re infatti, personalmente mandò i suoi servi a chiamare questi invitati al banchetto nuziale, ma questi non hanno accetta l’invito. Come mai, perché questo rifiuto?
Era un atto di stima verso questi invitati e poi invitati non a un semplice incontro fra amici, ma per una grande festa; un’occasione unica. L’amarezza del re fu grande, ma il suo Amore non venne meno per cui “Mandò di nuovo altri servi” facendo sapere che tutto era già pronto, per cui non si poteva aspettare più di tanto. La risposta ancora una volta fu negativa, anzi i servi vennero insultati e anche uccisi. “Allora il re si indignò” e gli invitati furono “uccisi e diede alle fiamme le loro città” (v.7). Il rifiuto, se pur motivato da vari problemi umani, meritò un severo castigo.
Tutto questo, è confermato dalla storia che tutti conosciamo: Quanti Profeti furono maltrattati e uccisi; quanti martiri la storia ha registrato e anche ai tempi nostri, molti sono i fedeli che sono perseguitati. Facciamo quindi attenzione, perché con Dio non si scherza e approfittarsi della sua bontà, rifiutare i doni che con tanto Amore ci offre, può causarci un giorno severe condanne.
- Un invito rivolto ai poveri
Quello che Dio vuole lo compie! La triste e mancata risposta all’invito al banchetto nuziale del figlio del re, da parte di certi invitati, non ha fatto fallire la festa. Il re, di sua iniziativa allora ha ordinato ai suoi servi: “Andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze” (v,9). Auguriamoci anche noi, persone povere e molto limiate, di essere fra coloro che pur non essendo considerati fra le persone di rilievo, poter un giorno partecipare alla grande festa del cielo. Questo avverrà se noi con umiltà ci presentiamo a Gesù cosi come siamo. Quello che ci permetterà di partecipare al grande banchetto nuziale, è oggi un atto di fede in ciò che ci attende. Tutto dipende dalla fiducia o meno che noi dimostriamo oggi in ciò che sarà domani. Dobbiamo avere il coraggio di non fermare la nostra mente alle cose della terra, ma essere persone che con forte determinazione accolgono la Parola di Gesù che ci chiama a considerare attentamente, senza esitazioni e ritardi, tutto ciò che riguarda la vita dopo la morte. Gesù stesso, oggi, ci fa pregustare con la sua presenza nella Santa Eucaristia, ciò che ci attende. Fiducia e obbedienza, dobbiamo avere, per essere pronti ad accogliere, con l’abito nuziale, e cioè in grazia di Dio, l’invito che ci viene rivolto.Che Maria ci conceda la forza di lasciare tutto ciò che ci impedisce di far parte alle nozze del Re.
Meditando Matteo 21,42
“LA PIETRA CHE I COSTRUTTORI HANNO SCARTATO
E’ DIVENTATA LA PIETRA D’ANGOLO” (Matteo 21,42)

La storia che abbiamo alle spalle, è una conferma di tante situazioni e di scelte di vita che non sempre sono state fatte bene. Quello che a noi Cristiani deve far riflettere, è ciò che è avvenuto nella vita dei Profeti, dei Santi, ma soprattutto ciò che c’è stato nella vita di Gesù.
E’ davvero un peccato non prendere coscienza di certi valori che ci sono stati offerti nel corso della vita. Fra questi emerge, quello che viene chiamato il “Tesoro nascosto”, e cioè tutto ciò che riguarda la vita di Gesù “Verbo Incarnato”. Non conviene piangere sulle cose fatte male, giova invece prendere coscienza di ciò che, con tanto Amore, ci è stato donato e che ancora non abbiamo conosciuto e compreso pienamente.
E’ vero che siamo poveri e limitati, ma è pur vero, che qualche possibilità di conoscere il vero “Tesoro” l’abbiamo ancora; spetta a noi cercare la verità, superando quella falsa umiltà che ci fa sentire giustificati di fronte a una forma di pigrizia spirituale, che impedisce di vivere con orizzonti aperti.
- Una pietra d’angolo
La persona di Gesù è il prezioso dono che Dio Padre ha fatto all’umanità: “Dio ha mandato nel mondo il suo Figlio unigenito, perchè noi avessimo la vita per mezzo di Lui” (v.1Gv 4,9). La preziosità di questo dono sta anche nel fatto che la potenza del Suo essere e del Suo agire, non si esaurisce nel tempo presente, ma è retroattiva e lo sarà fino alla fine del mondo. Basterebbe questa considerazione per avere un’idea di quanto sia importante e preziosa questa pietra d’angolo che è Gesù.
Per una maggiore comprensione, è utile e necessario dare uno sguardo a quello che è avvenuto negli anni che Gesù ha vissuto fra noi qui sulla terra: Già fa riflettere il fatto dei 30 anni vissuti a Nazareth; poi la predicazioni e grandi miracoli compiuti; misteriosa e mirabile è stata l’istituzione dell’Eucaristia e degli altri Sacramenti; noi viviamo nella Chiesa che Lui ha fondato e che Lui stesso presiede. E’ Lui, Risorto, che con la sua presenza garantisce il nostro cammino. E’ Lui che, su tutti coloro che lo seguono, infonde Linfa vitale e li nutre con il suo preziosissimo Corpo e Sangue; è Lui,che come buon Pastore ci guida e ci protegge dal maligno; è Lui che, da vero maestro continua a illuminare la nostra mente; è Lui che, sempre ha misericordia e perdona le nostre mancanze. Questo e tanti altri particolari, mettono in evidenza la preziosità della persona di Gesù, che purtroppo, uomini infedeli “Hanno scartato“
- Mai le forze degli inferi prevarranno
Quello che ieri e oggi gli uomini hanno cercato di distruggere, quella Pietra che hanno scartato, è diventata “Pietra d’angolo”. Ma la battaglia del bene contro il male è ancora in atto; la storia del passato e i segni evidenti del presente, confermano che quel drago dell’Apocalisse, pur essendo nelle condizioni di sicura vittoria su quella povera donna partoriente, alla fine è stato sconfitto e la donna miracolosamente salvata (vedi Apocalisse cap.13). Noi siamo ancora sotto le minacce del “drago” e non sappiamo quali siano ancora le sue pericolose aggressioni, ma una cosa è certa che quello che sembrava umanamente perso “E’ diventato testata d’angolo”. Mai quindi dovremmo perdere la speranza, anche se i tempi e i modi in cui avverrà la vittoria definitiva sul drago, non è da noi conosciuta.
- Una esortazione
Non basta essere certi che Gesù, è veramente la “pietra” fondamento, che garantisce la stabilità della nostra casa; quello che per ciascuno di noi è importante, è avere la volontà di mettere questa pietra veramente a fondamento della nostra vita; per fare questo, è bene mettere attenzione a quanto segue:
> Cercare di rispondere alla domanda che Gesù ha fatto un giorno ai suoi Apostoli: “Ma voi, chi dite
che io sia?” (Mt.16,15). Non è una cosa semplice rispondere a questa domanda, ma almeno
dobbiamo fare tutto il possibile per meditare sulla straordinaria bellezza della sua persona, che non è
soltanto umana, ma Divina, quindi con tutto il mistero di Grazia e di Amore che comporta.
> Gesù ha detto: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Questa
presenza, così vera e concreta, che noi abbiamo anche nella Santa Eucaristia, va vissuta in termini
molto reali e concreti. Non siamo soli nel cammino che stiamo facendo qui sulla terra, ma oltre alle
care persone a cui siamo spiritualmente uniti, è motivo di grande gioia, il fatto di avere Gesù che
cammina con noi e con noi vive i nostri momenti di gioia e di sofferenza, di riuscite e di sconfitte.
> Non perdiamo tempo giudicando coloro che hanno scartato quella Pietra, è importante invece
obbedire a quello che la Madonna di Fatima ha tanto raccomandato ai tre bambini e cioè di pregare
per la conversione dei peccatori. Ogni peccatore che si converte è un grande atto di lode al Signore.
- Dire le cose che dobbiamo fare è facile, metterle in pratica comporta sacrificio. Chiediamo a Maria un aiuto, perchè Gesù sia sempre la Pietra angolare della nostra vita.
Meditando Matteo 20,16
“COSI’ GLI ULTIMI SARANNO PRIMI,
E I PRIMI SARANNO ULTIMI” (Matteo 20,16)
La realtà del mondo in cui viviamo, non è sempre quella che dovrebbe essere. Molte sono le situazioni in cui vediamo forme di emarginazione che fanno tanto soffrire. Manca il rispetto delle persone. Con facilità quindi, si esprimono giudizi che non hanno fondamento. Certamente, ci sono persone che senza scrupolo portano avanti i loro interessi, senza considerare il male che possono causare ad altre persone. Si potrebbe quasi dire, che molte persone emarginate, soffrono la prepotenza di altre che si considerano meritevoli di occupare i primi posti nella società.
- “Gli ultimi saranno i primi“
Ci sono persone che non hanno avuto la possibilità, per motivi diversi, di accedere a particolari scuole di formazione, pur avendo talenti molto validi. A questa carenza culturale, subentra poi l’età avanzata per cui, ogni speranza di poter ricuperare un livello di vita migliore, praticamente svanisce. Ciò avviene in questo mondo, ma la vita che il Signore offre, può rifiorire a tutte le età e con eventi che possono anche capovolgere le graduatorie che il mondo stabilisce. Gesù dice, che “Gli ultimi saranno i primi”. Quello che succede nella storia, lo conosce solo il Signore; noi stessi però qualche volta vediamo persone che, emarginate dal mondo, alla fine raggiungono l’onore degli altari. Questo si realizza, quando le persone con umiltà e con fiducia, si mettono nelle mani di Dio, in attesa dell’incontro definitivo con Lui.
Noi siamo in cammino verso la pienezza della vita, verso il giorno in cui avremo la grazia di contemplare l’Amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Questa è la realtà del Paradiso!
Chi non crede a questa verità, ci darà ragione quando avrà varcato la soglia della morte; allora, però, sarà troppo tardi. Dio, nostro Creatore, valuta la vita ed ogni azione che noi compiamo con un criterio molto diverso del nostro, per cui quello che gli uomini molte volte considerano un valore, per Dio è solo una perdita di tempo. Dio Padre ci ha concesso il preziosissimo dono di avere Gesù, come Maestro di vita. E’ Lui che dobbiamo seguire, con umiltà e con una reale e perseverante obbedienza. Oggi Gesù ci esorta ad essere coscienti dei nostri limiti e delle nostre fragilità, pertanto ogni presunzione di voler fare da soli, è solo una perdita di tempo. Quello che Gesù maestro ci suggerisce, lo troviamo nei Vangeli e in generale in tutta la Sacra Scrittura. Vanno fatte però alcune importanti raccomandazioni a coloro che intendono camminare con Gesù:
- Non perdere tempo in vane discussioni, ma camminare con piena fiducia in Gesù.
- Compiere il proprio dovere con fermezza, decisione, competenza e tempestività.
- Accettare e portare la croce, non ripiegati sul proprio dolore, ma rivolti a Gesù crocifisso.
- Lasciare che sia il Signore a fare i conti; noi dobbiamo piena obbedienza alla sua Parola.
- Che la nostra preghiera sia “accogliere” e “ascoltare” Gesù; dopo dire le nostre cose.
Se abbiamo grazia di seguire questi suggerimenti, sperimenteremo tanta pace e tanto Amore.
- “ I primi saranno gli ultimi“
Esiste un idolo, che certe persone considerano come protezione e garanzia sicura per un buon cammino in questa vita. Un idolo favorevole per raggiungere i primi posti nella vita: è il denaro! Queste persone, sono convinte che con il denaro si possa raggiungere tutto quello che si vuole. Una tale convinzione però, non considera il fatto che, se un giorno si viene coinvolti in un grave incidente, oppure se per un semplice virus si cade in una malattie irreversibile, a che servono i conti in banca? Il denaro potrà servire per curarsi, ma non per evitare malattie che conducono alla morte. Quando poi i primi posti sono stati raggiunti con dei comportamenti disonesti, allora la fragilità di queste persone è ancora più grande, nonostante si sentano sostenuti e garantiti da potenze umane che ben conosciamo. Non dimentichiamo mai, che il bene è più forte del male. In apparenza, potrebbe sembrare il contrario, ma la storia ci conferma che solo la barca nella quale è presente Gesù, riesce a continuare la navigazione e arrivare al porto giusto, nonostante le continue tempeste e persecuzioni. E’ Gesù che garantisce la piena riuscita nella vita, senza di Lui anche le persone che occupano i primi posti, prima o poi, diventano ultimi.
Maria con la sua umiltà ha raggiunto veramente i primi posti. Imitiamo il suo mirabile esempio.
Meditando Matteo 18,35
“COSI’ ANCHE IL PADRE MIO CELESTE FARA’
CON VOI SE NON PERDONERETE DI CUORE,
CIASCUNO AL PROPRIO FRATELLO”
( Matteo 18,35)

Una delle grazie importanti che tutti dobbiamo chiedere a Gesù, è di riuscire a trovare sempre la forza di perdonare. Molte sono le ragioni che potremmo avere per negare il perdono a certe persone, ma Gesù stesso nella preghiera che ci ha insegnato ci fa dire: “Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori” (Mt.6,12). Gesù sapeva che ci saremmo trovati molte volte in difficoltà nel concedere il perdono. Come Cristiani è importante pregare perché il Signore ci conceda la forza di perdonare anche di fronte a eventi per i quali avremmo il diritto di essere risarciti. Certamente prendiamo atto che riuscire a perdonare di cuore certe persone, a volte è un vero atto eroico.
- Il perdono ricevuto
E’ cosa buona fare memoria di quando noi abbiamo avuto bisogno di essere perdonati. In quel famoso giorno, abbiamo invocato la misericordia di Dio e ottenuto veramente il perdono dei nostri peccati. Quella è stata una grazia da non dimenticare. Ora, Gesù, nel Vangelo ci dice che come noi un giorno siamo stati perdonati, oggi noi dobbiamo avere la volontà e il coraggio di perdonare chi ci ha offeso. Gesù, in merito a questo, un giorno raccontò di un padrone che condonò a un suo servo, dopo che lo aveva supplicato ripetutamente, una grande somma di denaro. A sua volta, questo servo “Trovò uno dei suoi compagni che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava dicendo: Restituiscimi quello che devi” (v.28) Invano, il suo compagno, lo supplicava e lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò” (v.29), ma quel servo non lo perdonò, anzi “lo fece mettere in prigione fino a che non avesse pagato il debito” (v.30). Il fatto fu risaputo dal padrone, che si è meravigliato di quanto era successo e disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il tuo debito perché mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno?” (vv.32-33). Allora il servo ebbe un severo rimprovero e “Sdegnato, il padrone lo mise in mano agli aguzzini, finché avesse restituito tutto il dovuto” (v,34). Ecco ciò che avviene quando chiediamo il perdono dei nostri peccati, ma non siamo altrettanto capaci di concedere perdono a chi ci ha in qualche modo offeso.
- Un cammino da compiere
Siamo tutti in cammino su un terreno difficile e in salita. Non giova però lamentarsi tanto delle difficoltà che ogni giorno incontriamo. La persona saggia, cerca di pregare e di mantenere un buon equilibrio in tutte le situazioni, perché facilmente si pecca per eccesso o per difetto.
Non siamo così bravi da essere già arrivati a questi livelli, è vero, ma ci dobbiamo sentire sempre in cammino per migliorare i nostri comportamenti. Così deve essere anche per quanto riguarda il perdono. Dobbiamo avere pazienza anche con noi stessi, senza perdere il coraggio quando siamo fortemente provati in alcune situazioni. Tutto questo, esige però un aiuto dal cielo. Dice Gesù: “Senza di me non potete far niente” (Gv.15,5); giustamente Gesù si riferisce al tralcio che staccato dalle “Vite” non potrà mai portare il grappolo a maturazione.
In alcune situazioni particolari è davvero difficile, senza una grazia speciale, arrivare a perdonare di vero cuore una persona, oppure condonare un consistente debito. Contro ogni resistenza che possiamo trovare nel perdonare certe persone, per noi deve prevalere l’obbedienza alla parole di Dio che apertamente ci dice: Se non perdoneremo di cuore ciascuno al proprio fratello, non potremo avere noi stessi quella riconciliazione con Dio, tanto importante per il nostro cammino spirituale. E’ comprensibile il prezzo che a volte si debba pagare per riportare la pace, ma se si arriva al perdono si compie sicuramente un opera buona e tanto efficace. Più di una volta, si è verificato il fatto di alcune persone che solo dopo aver vissuto in termini concreti l’esperienza del perdono, sono state liberate da forme di inquinamento e di infestazione che avevano origine diabolica. Questo conferma quanto sia importante trovare la forza per lasciar cadere certe offese. Cerchiamo di essere noi i primi a dare buon esempio e chiediamo di cuore alla nostra mamma celeste un suo aiuto per superare le comprensibili difficoltà che certe situazioni di perdono comportano.
Meditando Matteo 18,20
“DOVE SONO DUE O TRE RIUNITI NEL MIO NOME,
LI’ SONO IO IN MEZZO A LORO” (Matteo 18,20)

Ecco un prezioso dono che Gesù concede a chi con fede si mette in preghiera. E’ il dono della sua reale presenza.
Noi siamo povere creature, per cui è difficile arrivare a prendere coscienza di ciò che Gesù ci offre, ma se abbiamo piena fiducia nella Parola di Gesù, con il proposito di vivere quello che si legge, la mente allora si illumina, e arriviamo gradualmente a prendere coscienza di quello che Gesù è per noi; dell’Amore che ha per noi.
- “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì io sono in mezzo a loro“
La preghiera, se veramente viene vissuta insieme come un momento di ascolto e di intimità con Gesù, ha un suo particolare valore: Gesù ci assicura in quei momenti la sua presenza.
Che questo avvenga ci viene testimoniato dai Santi, che quando pregavano nelle loro comunità, a volte arrivavano a delle vere esperienze mistiche (estasi). Noi non siamo Santi, ma anche noi, come loro, figli dello stesso Padre, per cui siamo amati con lo stesso Amore. La differenza tra noi e i Santi, sta nel fatto che non sempre noi abbiamo un cuore libero, non solo dal peccato, ma anche da tante preoccupazioni secondarie, che occupano troppo spazio nella nostra vita.
Non ci dobbiamo scoraggiare, ma è interessante quello che diceva S. Agostino: “Se questi e quelli riescono a vivere così, perché non io?” Questa domanda ci può mettere in crisi, ma con l’aiuto dello Spirito Santo, riusciremo a fare il possibile per arrivare, gradualmente, a stare insieme uniti davanti a Gesù e dialogare con Lui con la purezza e la semplicità dei bambini.
- “Li’ sono io in mezzo a loro“
Non esiste gioia più grande al mondo che possa superare quello che Gesù ci offre con la sua presenza. Quello che Gesù dice, di essere veramente in mezzo a noi quando preghiamo insieme, non è da considerare come una semplice consolazione, ma è la verità. Il compimento di questa verità, è la grazia di arrivare ad avere coscienza di quello che Gesù ci offre con la sua presenza. Non sempre, però, riusciamo a sintonizzarci sull’onda giusta sulla quale Gesù intende comunicare con noi. Questo non ci deve preoccupare, ma solo dobbiamo con insistenza e tanta fiducia, invocare lo Spirito Santo perché ci liberi da tutte quelle interferenze, che disturbano la sintonia che dovremmo avere con la Persona di Gesù. Da parte nostra, prendiamo atto della nostra povertà spirituale; con umiltà riconosciamo i limiti che abbiamo e aiutiamoci reciprocamente ad essere rivolti e attenti a Colui che ci parla.
- Tutto è grazia
Nel corso della vita, molte sono le situazioni che viviamo, che dobbiamo affrontare, e non sempre sono cosi semplici e facili. Giova molto allora per la nostra vita spirituale, vivere il quotidiano con la certezza di essere sempre sotto gli occhi di Dio, che mai si dimentica di noi.
Si legge in Isaia: “Si dimentica forse una donna del frutto del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio del suo seno? Anche se ci fosse una donna che si dimenticasse, io invece non ti dimenticherò mai” (Isaia 49,15). E’ veramente una grande grazia sapere che sempre Gesù ci vede, che Lui ha presente non solo le nostre azioni, ma anche le intenzioni con cui operiamo. Questo forse ci può preoccupare, ma non deve essere così perché siamo seguiti, passo dopo passo, non da una persona che ci giudica, ma da una persona che ci vuole veramente bene e che è sempre disposto anche a perdonarci, quando manchiamo di fedeltà e di obbedienza alla sua Parola. Nel nostro cammino è cosa buona vivere, per quanto è possibile, anche momenti di preghiera con altri fratelli e sorelle, così da sperimentare maggiormente la misteriosa presenza di Gesù. Certi del dono che Gesù ci assicura, pregando con noi, migliorerà anche la nostra sintonia con Lui. Uniti così in preghiera, siano i nostri cuori aperti all’Amore del quale Gesù ci fa dono: un Amore che ci purifica; un Amore che carica di fecondità spirituale le nostre povere e limitate azioni umane; un Amore che ci apre orizzonti sempre nuovi; un Amore che sazia le nostre profonde aspirazioni.
Questa è la meraviglia che Gesù opera in noi con la sua Presenza. Questo è il dono che noi possiamo ricevere se, con semplicità e con fede, decidiamo di ritrovarci insieme a pregare.
Alla mamma celeste, chiediamo che anche Lei sia presente nella nostra comune preghiera.